Territorio
Il frantoio Garibaldi a Ne. Il ciclo di lavorazione delle olive con un impianto di ultima generazione, nel rispetto della tradizione di famiglia
130 aderenti e 4.000 buone pratiche in tutto il bacino del Mediterraneo: questi i numeri del 2017 della Carta Del Mare, l’iniziativa nata nel 2009 per impulso del Galata Museo del Mare di Genova per condividere le buone pratiche dei numerosi musei marittimi del Mediterraneo (non tutti grandi e famosi come il Galata) e in generale per promuovere i valori, la cultura e la conoscenza del mare. I risultati della nona edizione della Carta sono stati presentati nell’Auditorium del Galata da Maria Paola Profumo, a luogo presidente del Mu.Ma.
Si snoda tra i castagni, seguendo i crinali della montagna per quasi sei chilometri, rivestita dal muschio che la mimetizza e la rende parte integrante del bosco. È la condotta che alimenta la centrale idroelettrica di Neirone, in funzione da più di settant'anni. La condotta che capta l'acqua dal torrente Neirone sotto il borgo di Roccatagliata e la trasporta sino al bacino di carico della centrale è stata tutta costruita sul posto, a partire dal 1940, da operai e tecnici della zona, dando forma e assemblando nel cemento armato ogni segmento della tubazione, grande o piccolo.
Nel XII secolo erano molte le carovane di mercanti che trasportavano con i muli viveri, spezie e tessuti sulla via che attraverso il passo del Portello conduceva dall'area padana a quella ligure. A controllare questa zona strategica, dominando la valle con funzioni militari e riscossione di dazi, qui c'era il castello di Roccatagliata.
Un secolo e quattro anni di lumache, o più precisamente di chiocciole: è dagli anni Dieci del Novecento che Manesseno, frazione di Sant’Olcese, comune della Val Polcevera, fa la festa al bavoso mollusco gasteropodo, dedicandogli una sagra gastronomica presso la Società Operaia Cattolica. Le chiocciole bollite, infatti, fanno parte della tradizione alimentare ligure, mentre un tempo venivano anche mangiate crude, o addirittura vive, per curare l’ulcera gastrica, come prescriveva la medicina tradizionale diffusa nel mondo contadino.
La diga del Brugneto, in val Trebbia, è l’opera maggiore dell’Acquedotto pubblico del Brugneto, costruito fra il 1956 e il 1959 per volontà del Comune di Genova, sotto il mandato del sindaco Vittorio Pertusio. Era la fine degli anni ’50, c'era il boom demografico ed economico, Genova cresceva veloce verso 1 milione di abitanti e aveva sete: bisognava garantire l'approvigionamento idrico non solo alla popolazione in forte espansione, ma anche all'Italsider, la grande fabbrica siderurgica appena costruita a Cornigliano, i cui altoforni bevevano grandi quantità d'acqua.
La storia del castello che non c’è inizia molti secoli fa su un poggio erboso che domina la Val Fontanabuona, nei pressi di San Colombano Certenoli. E' l'altura dove oggi sorge il piccolo borgo di Romaggi, un pugno di case appoggiate sul punto più elevato di un ripido crinale, con vista panoramica a 360 gradi. Qui anticamente esisteva con ogni probabilità un fortilizio, perché il nome dell'altura è sempre stata Castello, ancora nelle accurate carte topografiche del Settecento, e la toponomastica è una spia molto precisa delle antiche funzioni dei luoghi.
Val Fontanabuona, 25 chilometri di curve a poca distanza dal mare di Chiavari e Rapallo, fino a 30 anni fa zona industriale, commerciale e artigianale, oggi quasi un deserto economico, con una desolante teoria di capannoni vuoti. A colpire duro, è un’ovvietà, è stata l’insostenibile concorrenza cinese a quella che è sempre stata l’industria trainante della zona, quella dell’ardesia, che esportava in tutto il mondo lavagne e piani per tavoli da biliardo. Il solo comune di Orero negli anni 80 contava 650 abitanti e 250 posti di lavoro nell’ardesia.
Tabloid è andato a San Salvatore di Cogorno e in val Cichero, nel Levante genovese, per raccogliere le testimonianze di agricoltori e allevatori che svolgono il loro lavoro in queste zone difficili per vari motivi: orografia, frammentazione fondiaria, contesto di abbandono, animali selvatici. Le persone intervistate hanno spiegato le loro difficoltà ma hanno anche ricordato che l’agricoltura e l’allevamento, in generale ma soprattutto in zone montane o in zone abbandonate, non sono solo attività economiche, sono anche un presidio contro il dissesto idrogeologico di un territorio fragile.
Tabloid è andato a San Salvatore di Cogorno e in val Cichero, nel Levante genovese, per raccogliere le testimonianze di agricoltori e allevatori che svolgono il loro lavoro in queste zone difficili per vari motivi: orografia, frammentazione fondiaria, contesto di abbandono, animali selvatici. Le persone intervistate hanno spiegato le loro difficoltà ma hanno anche ricordato che l’agricoltura e l’allevamento, in generale ma soprattutto in zone montane o in zone abbandonate, non sono solo attività economiche, sono anche un presidio contro il dissesto idrogeologico di un territorio fragile.
Nelle valli dell’entroterra genovese, territorio poco noto e che soffre di molti problemi dopo decenni di spopolamento, resiste tuttavia un tessuto sociale e anche economico: le imprese di queste aree in gran parte ancora rurali sono di tipo molto vario, molte tuttavia solo piccole e piccolissime e legate all’agricoltura, all’artigianato e al turismo.
Quattro volte più sottile di un capello. È il nastro inox di precisione prodotto dalla Arinox, del gruppo Arvedi e fra i leader mondiali di un acciaio destinato ai mercati dell'alta tecnologia, dell'auto, del biomedicale, del settore petrolchimico e a quello dell'elettronica. Nello stabilimento di Sestri Levante fra Riva e Trigoso, con una superficie di 150.000 metri quadrati, pari a quella di quindici campi da calcio, lavorano oggi 242 dipendenti, per una produzione di quasi 50.000 tonnellate e un fatturato di 170 milioni all'anno.
Campomorone, circa 7.000 abitanti in val Polcevera, è un comune composto di tante frazioni (fra le altre Isoverde, Gaiazza, Cravasco, Langasco, Pietralvezzara, San Martino di Paravanico) per metà rurale e per metà di antica industrializzazione. Dall’elegante palazzo Balbi, sede del Municipio, il sindaco Paola Guidi amministra un territorio variegato, che negli ultimi anni deve anche fare i conti con il cantiere del Terzo Valico ferroviario, che il consorzio Cociv ha aperto in una zona disabitata fra le frazioni di Cravasco e Isoverde, lungo la strada provinciale n. 6.
Il borgo di San Fruttuoso di Camogli, sul monte di Portofino, è uno degli angoli più incantevoli della Città metropolitana di Genova: qui si fondono in una mirabile armonia di paesaggio una natura spettacolare e i segni architettonici della presenza umana.
All’interno del Parco dell’Antola, in una zona compresa fra il valico di Casa del Romano e il Pian della Cavalla, nei Comuni di Fascia e Gorreto in alta val Trebbia, si ripete ogni anno, nel mese di maggio, la meravigliosa fioritura bianca dei narcisi, che si stende su vaste superfici fra i 1200 e i 1500 metri di altitudine, nei pascoli inframmezzati da magnifici boschi di faggio.
Appena aperto il recinto Oreste, lo spirito più libero e anticonformista del gruppo, decide di farsi un giretto, lì vicino, ma fuori dagli schemi e quando Giacomo Mantero lo riporta indietro tre paia di occhi attentissimi non si perdono un passo.
Durante la visita a San Fruttuoso di Camogli per riprendere le immagini della nuova locanda, Tabloid ha fatto anche un incontro inatteso e fortunato: quello con un gruppo di pescatori ed ex pescatori che stavano facendo, con antichi metodi e strumenti tradizionali di grande fascino, un lavoro che fanno solo una volta all'anno: la produzione di corde, che vengono poi utilizzate per costruire reti, secondo una tradizione che si tramanda da tempo immemorabile.
Andrew viene da Los Angeles, Usa, Nord America, Omosalewa dalla Nigeria, Africa, Niharika dall’India, Asia, e Victoria dall’Argentina, Sud America: sono partiti dai quattro continenti i dottorandi del master in relazioni internazionali di Sciences Po, prestigiosa università parigina dove hanno studiato tutti gli ultimi presidenti della Repubblica francese, per venire a studiare l'Appennino genovese, dalla Val Trebbia alla Val d’Aveto. Il loro obiettivo è fare una relazione all’Ocse sulle politiche di sviluppo dei territori rurali montani italiani.
La storia che stiamo per raccontare è la storia di un’azienda, e le immagini e le interviste che vi proponiamo sono quelle di un video realizzato dalla stessa azienda, utilizzato a fini di marketing e pubblicità. Ma abbiamo scelto di raccontarla ugualmente, per fini di informazione pubblica e di conoscenza: l’attività di questa azienda, infatti, l’acquacoltura in acque profonde nel Golfo del Tigullio, è così particolare, e le immagini che la raccontano così belle e spettacolari, che riteniamo dicano moltissimo del nostro territorio, della sua gente e del suo mare.
Chiavari, il principale centro urbano del Tigullio, ha una storia antica, che raggiunse un vertice di prosperità economica a cavallo fra Sette e Ottocento. In quegli anni tumultuosi il marchese Giacomo Rivarola, diplomatico e imprenditore cosmopolita che aveva viaggiato nelle grandi capitali europee, fondò la Società economica chiavarese, che aveva come scopo promuovere lo sviluppo economico del Tigullo, in particolare l’artigianato e l’agricoltura. Era il 1791.
Una valle ai confini della città metropolitana, ormai quasi spopolata, dove sette comuni tutti insieme non raggiungono la popolazione di 1.500 abitanti, di cui una buona fetta immigrati dall’estero (Romania e Ucraina). E’ l’alta Val Trebbia, bacino del Po in territorio genovese: foreste, aria pulita, un fiume pescoso meta di pescatori da tutta Italia, ma difficoltà per i sindaci ad amministrare il territorio, per la scarsità di mezzi, denaro e personale. Un secolo fa la situazione era molto diversa, e qualcuno spera ancora di tornare a quei tempi floridi.
Una valle ai confini della città metropolitana, ormai quasi spopolata, dove sette comuni tutti insieme non raggiungono la popolazione di 1.500 abitanti, di cui una buona fetta immigrati dall’estero (Romania e Ucraina). E’ l’alta Val Trebbia, bacino del Po in territorio genovese: foreste, aria pulita, un fiume pescoso meta di pescatori da tutta Italia, ma difficoltà per i sindaci ad amministrare il territorio, per la scarsità di mezzi, denaro e personale. Un secolo fa la situazione era molto diversa, e qualcuno spera ancora di tornare a quei tempi floridi.
Un borgo rurale all’ombra del Monte Antola, conservatosi pressoché intatto nella sua fisionomia antica e dominato da un piccolo castello, dalla forma essenziale ma non per questo privo di fascino. E’ Senarega, in Valbrevenna, forse la valle dell’entroterra genovese che ha mantenuto più intatto il proprio aspetto agricolo, anche se le fasce coltivate, che un tempo la ricoprivano interamente fino ad altezze sorprendenti, oggi sono appena percepibili sui fianchi dei monti.
MICHELE BRASSESCO, SINDACO DI VALBREVENNA
Arrivare a Milano dagli Stati Uniti, dal Nord Europa o dal Giappone, visitare l'Expo 2015, e poi percorrere a piedi 160 km fino a Portofino, tenendosi lontani dai centri urbani e attraversando prima l'Oltrepo Pavese e poi l'Appennino Ligure, lungo un percorso costellato di meravigliosi paesaggi naturali, antichi monumenti e punti di interesse internazionale: come la casa natale della mamma di Frank Sinatra, a Rossi di Lumarzo, o l'Osservatorio astronomico dell'Antola, dove lavorò il giovane Einstein quando viveva a Pavia con la famiglia.
Arrivare a Milano dagli Stati Uniti, dal Nord Europa o dal Giappone, visitare l'Expo 2015, e poi percorrere a piedi 160 km fino a Portofino, tenendosi lontani dai centri urbani e attraversando prima l'Oltrepo Pavese e poi l'Appennino Ligure, lungo un percorso costellato di meravigliosi paesaggi naturali, antichi monumenti e punti di interesse internazionale: come la casa natale della mamma di Frank Sinatra, a Rossi di Lumarzo, o l'Osservatorio astronomico dell'Antola, dove lavorò il giovane Einstein quando viveva a Pavia con la famiglia.
L'estate in Liguria è finalmente iniziata, con le sue sedie a sdraio e il profumo di creme solari, i tuffi e le chiacchiere sotto l'ombrellone. Dietro la spensieratezza della stagione, tuttavia, si nascondono insidie e pericoli. Il popolo che affolla le spiagge è numeroso, e non è raro che accadano incidenti: malori, traumi, ustioni, per non parlare degli annegamenti.
L'estate in Liguria è finalmente iniziata, con le sue sedie a sdraio e il profumo di creme solari, i tuffi e le chiacchiere sotto l'ombrellone. Dietro la spensieratezza della stagione, tuttavia, si nascondono insidie e pericoli. Il popolo che affolla le spiagge è numeroso, e non è raro che accadano incidenti: malori, traumi, ustioni, per non parlare degli annegamenti.
Un tuffo nel blu, nell'acqua trasparente dell'Area Marina Protetta di Portofino, all'ombra dell'antica abbazia della Cervara. Il 'miglio blu' di Santa Margherita, la doppia corsia di 1.850 metri riservata ai nuotatori che ha aperto il 20 giugno e sarà attiva per tutta l'estate, è il paradiso di chi vive il mare nella forma più naturale, il contatto con l'elemento liquido, le lente bracciate, la meraviglia della vita sottomarina.
Una grande, magnifica distesa d'acqua fra i crinali del Parco dell'Antola. E' il lago del Brugneto, lungo tre chilometri e largo in media 200 metri. L'ha realizzato fra il 1956 e il 1959 l'allora Amga, ora Mediterranea delle Acque, sommergendo la valle di due antichi borghi - Frinti e Casoni - con la costruzione della diga, lunga 260 metri e alta 80. Il Brugneto, cuore di una natura piena di vita e meta di molte escursioni è lo scrigno più prezioso dell'acqua che dall'entroterra arriva alle case di Genova.
Un castello millenario che sembra nato per magia, incredibile rocca incastonata fra due giganteschi torrioni naturali. Ma il castello della Pietra a Vobbia, che in questo periodo non è visitabile per lavori, non è l'unica meraviglia del parco dell'Antola, che con il suo modernissimo Osservatorio astronomico a 1416 metri di quota a Casa del Romano, apre sentieri anche tra le stelle, pieni di emozioni per i visitatori.
E' una delle prelibatezze gastronomiche della Liguria, e in particolare genovesi: la focaccia al formaggio di Recco, calda, profumata, saporita e così buona che qualcuno sostiene crei dipendenza, ha avuto un progressivo successo dagli anni Sessanta in poi, grazie al turismo di massa che, portato nella cittadina rivierasca dall'autostrada, l'ha fatta immediatamente conoscere e apprezzare anche fuori da Genova e dal Golfo Paradiso, in particolare in Lombardia e in Piemonte, e poi pian piano in tutto il Nord e nel resto d'Italia.
Con gli occhi e il cuore alla scoperta degli astri. Un'emozione straordinaria che decolla sull'Antola nel modernissimo osservatorio astronomico a 1.416 metri di quota, nel Comune di Fascia a Casa del Romano, snodo di tante escursioni e visite di un parco capace di aprire sentieri anche tra i corpi celesti.
ROBERTO COSTA
Presidente Parco regionale dell'Antola
Un ambiente unico in Europa, le Alpi a due passi dal mare: è il parco del Beigua, a cavallo fra la provincia di Genova e quella di Savona, la più grande area protetta della Liguria con i suoi 8.700 ettari che si stendono ai due lati dello spartiacque tirrenico-padano, nel punto in cui è più vicino al mare. Di questo crinale, su cui corre l'Alta Via dei monti liguri, il Parco copre ben 26 km, che comprendono vette tra i 1.000 e i 1.300 metri: il Beigua propriamente detto, la Cima Frattin, il Rama, l'Argentea e il Reixa.
Filiera corta per trasformazioni casearie di qualità a chilometro zero. E’ la scelta di alcuni produttori della Valle Stura a Rossiglione che lavorano direttamente e commercializzano una parte del latte delle loro mucche. Alimentate da erba, fieno e mangimi naturali in questa stagione vivono sui pascoli, tranne quelle prossime al parto e i vitellini che non lasciano le stalle, attrezzatissime dove nidi e voli di rondini non si contano. Ma torniamo sui prati con il presidente della Cooperativa degli allevatori della Valle Stura.