Santuario dei cetacei: ora ci sono tutti i 16 comuni costieri della Città Metropolitana di Genova
Oggi all’Acquario di Genova i sindaci di 10 comuni genovesi hanno firmato la Carta di Partenariato Pelagos, aggiungendosi agli altri 6 che avevano già aderito: sosterranno attivamente le misure di protezione dei mammiferi marini nell’area del Santuario, che si estende per 87.500 km2 nel Tirreno settentrionale. Dopo l’adesione nei mesi scorsi dei 6 comuni di Bogliasco, Chiavari, Camogli, Portofino, Rapallo e Santa Margherita Ligure, questa mattina anche i sindaci degli altri 10 comuni costieri della Città metropolitana di Genova (Genova, Arenzano, Cogoleto, Lavagna, Moneglia, Pieve Ligure, Recco, Sestri Levante, Sori e Zoagli) hanno firmato, con una cerimonia svoltasi nell’Auditorium dell’Acquario di Genova alla presenza del Sindaco metropolitano di Genova Marco Doria, l’adesione alla Carta di Partenariato ‘Pelagos’ fra Italia, Francia e Principato di Monaco, che impegna le amministrazioni comunali a garantire nella loro area di competenza le particolari misure di protezione dei mammiferi marini (cetacei, balene, delfini) previste dalla Carta per il cosiddetto 'Santuario dei mammiferi marini', area di 87.500 chilometri quadrati del Tirreno settentrionale fra Costa Azzurra, Liguria, Toscana, Corsica e Sardegna. Con l’ingreso dei 10 comuni celebrato oggi, aderiscono alla Carta tutti i 16 comuni costieri della Città metropolitana di Genova, da Cogoleto a Moneglia passando per il capoluogo. Alla cerimonia della firma hanno partecipato anche altri 6 comuni costieri liguri e toscani che hanno deciso di aderire alla Carta, Albenga e Varazze (Sv), Ameglia e Riomaggiore (Sp), Vecchiano (Pi) e Capalbio (Gr): anche a loro, come ai 10 comuni neo-entrati della Città metropolitana di Genova, è stata consegnata da Aurelio Caligiore, comandante del Reparto ambientale delle Capitanerie di Porto, in rappresentanza del Ministero dell’Ambiente, la bandiera del Santuario Pelagos, simbolo dell’impegno preso con la firma della Carta. Inoltre hanno assistito alla cerimonia i rappresentati di alcuni comuni costieri liguri e toscani, fra cui Chiavari e Capraia, che hanno aderito alla Carta in passato.La giornata è stata aperta dalla relazione di Claudia Gili che, quale direttore scientifico e dei servizi veterinari di Costa Edutainment, ha sottolineato l’impegno dell’Acquario di Genova e della Fondazione Acquario di Genova nella tutela di questi animali in ambiente naturale. A seguire l’intervento di Stefano Lenzi, responsabile dell'ufficio relazioni istituzionali del Wwf, il quale ha ricordato come per il rilancio del Santuario Pelagos sia indispensabile una governance estesa, che coinvolga in primis i Comuni e le Aree marine protette, e di un nuovo piano di gestione con obiettivi operativi stringenti per un’efficace conservazione dei cetacei (portando l’area del Mediterraneo sotto tutela al 7% (rispetto all’attuale 3%). “Esprimo soddisfazione per l’adesione di tutti i comuni costieri della Città metropolitana al Santuario e agli impegni previsti dalla Carta - ha dichiarato il sindaco metropolitano Marco Doria -. La scelta compiuta da tutte le Amministrazioni comunali del nostro litorale dimostra una sensibilità ambientale che dovrà ora tradursi in adeguati comportamenti, per contribuire, pur nei limiti delle competenze locali, alla salvaguardia di un patrimonio naturale che rappresenta motivo di qualità dei nostri territori e del Mediterraneo intero. L’accordo lega l’Italia alla Francia e al Principato di Monaco ponendo in evidenza l’unità indissolubile del nostro mare. Il Santuario, oltrepassando i confini degli Stati, assume un valore che a mio avviso è emblematico anche per altri aspetti della vita sociale, economica e politica dell’Europa Siamo impegnati a promuovere iniziative di informazione e di formazione sul Santuario Pelagos e a divulgarne la conoscenza nel mondo. La protezione della natura e la valorizzazione delle sue bellezze, quando è sorretta da un’autentica sensibilità ambientale, non sono in contraddizione”. Che cos’è il ‘Santuario Pelagos’? Il Santuario Pelagos è stato istituito per proteggere i mammiferi marini dalle minacce generate dalle attività umane. Non si tratta di vietare le attività umane, quanto di renderle compatibili con la presenza di specie importanti. Il Santuario nasce dall'accordo tra tre Paesi: Francia, Italia e Principato di Monaco. Ciascun paese opera in funzione dei propri mezzi, mentre il Segretariato Permanente con sede a Monaco, coordina l'insieme delle azioni. Il Santuario definisce uno spazio di tutela marittima che travalica i territori nazionali (12 miglia dalla costa). Comprende quindi territori d'alto mare, la cui regolamentazione è notoriamente blanda e definita dalla convenzione di Montego Bay del 1982. Però una ‘Zona di Protezione Ecologica’ è stata istituita in Italia e la Francia ha istituito una ‘Zona Economica Esclusiva’ che si estende oltre la fascia delle 12 miglia e prevede sanzioni per le navi – anche straniere – colpevoli di atti di inquinamento deliberato. Il Santuario Pelagos è un'Area Specialmente Protetta d'Importanza Mediterranea (ASPIM). Le ASPIM costituiscono il nucleo di una rete che si prefigge l'efficace conservazione del patrimonio mediterraneo. Per realizzare questo obiettivo, le parti svilupperanno una cooperazione multilaterale nel campo della conservazione e della gestione degli ambienti naturali, in particolare attraverso la creazione di ASPIM transfrontaliere. I siti che possono essere inseriti nell'elenco delle ASPIM soddisfano i requisiti di: investire ai fini della conservazione degli elementi costitutivi della diversità biologica nel Mediterraneo; contenere ecosistemi specifici della regione mediterranea o habitat di specie protette; presentare un interesse particolare sul piano scientifico, estetico, culturale o educativo. I 21 paesi del bacino mediterraneo firmatari della Convenzione di Barcellona, tra cui l’Italia, s'impegnano a rispettare le azioni di protezione e di gestione realizzate nelle ASPIM. Il Santuario dei Pelagos è iscritto dal novembre 2002 nell'elenco delle ASPIM, nel quadro della Convenzione di Barcellona e fa parte quindi di una rete che opera per l'efficace conservazione del patrimonio del Mediterraneo. La Carta di Partenariato – che cos’è, contesto e obiettivo Nel 2007 in occasione della riunione del gruppo di lavoro sensibilizzazione della Parte Francese del Santuario Pelagos si è confermata la necessità di coinvolgere maggiormente gli enti e i portatori d'interesse locali sui principi promossi da Pelagos. La stessa richiesta è stata formulata direttamente, nel 2008, da vari Comuni costieri, che desideravano diventare partner del Santuario Pelagos. Da questi incontri è nata l'idea di istituire una Carta di Partenariato con i Comuni costieri del Santuario, adottata durante la 4a Conferenza delle Parti dell'Accordo. Gli obiettivi di questa Carta sono:• cercare l'adesione di tutti i Comuni costieri del Santuario;• rendere più tangibile il Santuario agli occhi del pubblico;• creare nuove dinamiche di progettazione e di partenariato con riguardo ai mammiferi marini;• coinvolgere a fondo i partner territoriali per promuovere le idee del Santuario e per realizzare azioni concrete a favore dei mammiferi marini;• promuovere il Santuario come vero e proprio motore di sviluppo e di animazione per i comuni;• coinvolgere i Comuni nella missione d'informazione e di sensibilizzazione del Santuario. Tutti i comuni costieri il cui territorio è ubicato nel Santuario Pelagos possono aderire alla Carta. La firma della Carta di Partenariato avviene in seguito a una delibera comunale da parte del comune competente il cui territorio è situato nelle acque marittime del Santuario Pelagos. Ai comuni che sottoscrivono la Carta è consentito esporre la bandiera del Santuario in qualsiasi punto del territorio comunale.