Accoglienza ai migranti, il prefetto incontra i sindaci in conferenza metropolitana
“Pianificare nella condivisione i percorsi possibili che amplino l’accoglienza diffusa sul territorio per ulteriori flussi” ha detto il prefetto Fiamma Spena. Esperienze positive di integrazione da molti sindaci, ma da altri anche preoccupazioni.Sono 3.673 le persone richiedenti asilo accolte in Liguria, la metà (1.857) nei Comuni della Città metropolitana di Genova, 1600 dei quali nel capoluogo. Ulteriori flussi ci saranno, lo fanno prevedere anche “la stagione favorevole, la situazione di criticità internazionale e la mancanza di linee precise dell’Unione Europea” ragiona il prefetto Fiamma Spena che oggi ha incontrato i sindaci del territorio riuniti per la Conferenza metropolitana a Palazzo Doria Spinola “per dialogare, condividere e raccogliere le vostre proposte.” La situazione deve essere gestita“senza creare criticità e ragionando, sempre confrontandosi senza imposizioni ai sindaci e con il minimo impatto possibile sulle popolazioni, sui percorsi per ampliare le possibilità di accoglienza diffusa.” L’impatto finora “è stato contenuto – ha detto il prefetto di Genova – senza situazioni e ripercussioni gravi e quando c’è stata qualche protesta abbiamo sempre cercato il confronto, fondamentale.” Per il vicesindaco metropolitano Valentina Ghio “l’accoglienza dei migranti nel territorio della Città metropolitana, d’intesa con la Prefettura, è un tema centrale per le politiche d’integrazione. Le esperienze positive di accoglienza gestite direttamente o indirettamente dai sindaci del territorio ci dicono che specialmente numeri piccoli danno utilità sociale e crescita della convivenza civile, nella consapevolezza che sono corrette e ragionevoli anche le preoccupazioni per casi diversi, come a Borzonasca, dove i numeri sono troppo grandi per quella realtà territoriale o in altre situazioni.” Valentina Ghio ha parlato anche del Comune di Sestri Levante, di cui è sindaco “dove 10 migranti con il lavoro volontario affiancano le squadre di operai comunali dando vita a esperienze di integrazione molto buone.” Katia Piccardo, sindaco di Rossiglione e dell’Unione delle Valli Stura, Orba e Leira ha raccontato “un’esperienza di accoglienza integrata con 36 persone, fra nuclei familiari e giovani adulti maschi, nei progetti SPRAR fra Masone, Campo Ligure, Rossiglione e Tiglieto che ha superato ogni diffidenza nella popolazione e non ha avuto alcuna ricaduta negativa. Alcuni migranti sono ben inseriti nel volontariato locale, anche nel comitato locale della Croce Rossa.” Il sindaco di Campo Ligure Andrea Pastorino, con 32 persone accolte complessivamente (11 con il progetto Sprar e 21 con il Ceis) condivide e aggiunge “da noi sono tutti iscritti all’albo del volontariato del Comune, li abbiamo coinvolti e inseriti e stanno facendo davvero molto per la nostra comunità: il lavoro volontario con cui hanno risistemato il parco del Castello ci ha fatto risparmiare 25.000 euro ed è venuto magnificamente.” Paolo Pezzana, sindaco di Sori, parte dall’integrazione delle lingue per far crescere la convivenza: “tutta Sori reciterà insieme pubblicamente le Città Invisibili di Calvino, da Fedora letta da me in genovese sino a Iros, letta in swahili da Vittoria, una ragazza inserita anche nel nostro teatro di comunità. Nell’accoglienza non c’è nulla che deve spaventare e può dare risorse incredibili per fertilizzare ulteriormente i nostri territori, le nostre comunità.” Non tutte le esperienze sono uguali dice Sandro Garibaldi, vice sindaco di Chiavari “qualche volta possono essere un boomerang se non c’è l’integrazione con la popolazione e allora tutto il discorso decade. Ed è difficile trasmettere determinati valori ai cittadini quando in altri Paesi si stanno costruendo muri. Senza politiche unitarie dell’Europa i piccoli Comuni hanno grossissime difficoltà.” Davagna “ospita profughi – dice il sindaco Romildo Malatesta - in un edificio all’inizio del nostro Comune senza altre case vicine che in parte era già alloggio e in parte è stato trasformato in abitazioni dal precedente uso commerciale. Non c’è alcun problema, direi che la popolazione li vive con tolleranza.” Davagna che “non può dar loro occupazione perché non ne ha la possibilità sul suo territorio” ha incontrato il presidente del Ceis, Enrico Costa, per cercare di inserire i migranti “in piccole cooperative della filiera del bosco, una filiera che però interessa tutti, compresi i giovani locali.” L’assessore alle politiche sociali del Comune di Genova Emanuela Fracassi ha parlato del “lavoro quotidiano con la Prefettura e la commissione migranti di Anci per la maggior integrazione possibile con la popolazione. I numeri nel Comune di Genova sono importanti e la gran parte dell’accoglienza dei richiedenti asilo si realizza in appartamenti, senza alcuna frizione, mentre la situazione è più complessa nelle strutture di convivenza più grandi. E’ evidente che più riusciamo a diffondere la capacità di accoglienza sul territorio di famiglie e gruppi di ragazzi più si facilitano i contatti e la convivenza con la società.” Il Comune di Genova coordina il lavoro volontario di 200 migranti nei giardini, parchi, sulle spiagge “con esperienze molto positive”. Una cooperativa ha dato vita sempre a Genova “a un orto sociale – dice Fracassi - dove ragazzi migranti e ragazzi disabili sono impegnati fianco a fianco ed esperienze analoghe potrebbero svilupparsi anche nell’entroterra.” Il prefetto Spena ha ringraziato i sindaci “per la loro attenzione e i molti stimoli. Sull’accoglienza numeri piccoli possono creare integrazione e sostegno alla convivenza civile.” La prefettura “è sempre pronta a discutere con i sindaci che svolgono un ruolo primario per il territorio e le sue porte sono costantemente aperte per eventuali problemi, esigenze e per fornire il supporto necessario.” Oggi la Prefettura ha fatto un nuovo bando di gara per individuare ulteriori posti per i richiedenti asilo “e anche la Curia partecipa – ha detto il prefetto di Genova – per accogliere 120 persone nelle parrocchie.”