Piano metropolitano dei rifiuti, il consiglio approva la revisione per la vas
Recependo le osservazioni emerse nella fase preliminare (scoping) per la valutazione ambientale strategica, che dopo la delibera consiliare proseguirà con la consultazione pubblica. Nel piano anche tutti gli atti e i progetti approvati per la nuova discarica di Scarpino 3.Tutti gli atti e i progetti approvati per la nuova discarica di Scarpino 3 e per la gestione del percolato della vecchia discarica sullo stesso monte, come gestire i rifiuti fino all'adeguamento degli impianti anche con un modello di calcolo elaborato dal polo universitario savonese dell'Ateneo di Genova, l'affidamento dei servizi nel periodo transitorio sino al 2020, le stime sulle quantità di rifiuti urbani residui e sulla frazione organica della raccolta differenziata e i relativi impianti. Sono nel piano metropolitano dei rifiuti, di cui il Consiglio metropolitano di Genova, presieduto dal sindaco Marco Doria, ha approvato la revisione, su proposta del consigliere delegato Enrico Pignone, recependo le osservazioni regionali ricevute dal piano nella fase preliminare (scoping) di valutazione ambientale strategica. La delibera consiliare è necessaria per proseguire, con la nuova fase di consultazione pubblica, la VAS per cui la Città metropolitana ha elaborato anche il rapporto ambientale con sintesi del piano.Rispetto alle modalità di gestione del rifiuto prima dell'adeguamento degli impianti la Città metropolitana utilizzerà anche un modello di calcolo, elaborato dal centro servizi per il Polo universitario di Savona dell'Ateneo genovese che lo sta perfezionando. Secondo i primi dati del modello che analizza tutte le variabili del sistema dei conferimenti per trovare soluzioni ottimali sarebbe possibile smaltire circa il 75% del rifiuto all'interno della Liguria, un valore che se fosse confermato segnerebbe la fine dell'attuale emergenza.Per l’affidamento dei servizi nel periodo transitorio le linee guida della Città Metropolitana sono state integrate tenendo conto degli schemi di capitolato predisposti dalla Regione e le stime dei fabbisogni di trattamento sono state riviste e risultano coerenti con quelle del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti.Per il piano metropolitano è strategico superare la frammentazione delle gestioni esistenti attraverso i Bacini di affidamento, 8 nel periodo transitorio. L’affidamento del servizio di raccolta e trasporto riguarderà, in linea di principio, ogni bacino nel suo complesso, con la duplice possibilità contrattuale dell’accordo quadro o del contratto unico sottoscritto dal Comune capofila. Concluso il periodo transitorio si procederà ad affidare unitariamente la gestione dei rifiuti nell’area omogenea come prevede l'art. 202 del decreto legislativo 152/2006, salvaguardando fino alla scadenza le gestioni esistenti e legittimamente consolidate dalle norme nazionali e comunitarie in materia.Il piano prevede inoltre l’adozione, come modello di riferimento, di sistemi di raccolta porta a porta, declinati e adattati ai diversi contesti del territorio per raggiungere l'obiettivo del 65% di raccolta differenziata.Gli impianti sono stati definiti tenendo conto delle indicazioni del Piano regionale di gestione dei rifiuti che stima un fabbisogno di trattamento e smaltimento al 2020 per i rifiuti indifferenziati residui (RUR) di 151.000 tonnellate annue e per la frazione organica biodegradabile da raccolta differenziata di 89.100 tonnellate annue nel territorio metropolitano. Per i rifiuti indifferenziati residui finora c'è solo l’impianto del Consorzio Intercomunale di Rio Marsiglia che autorizzato a trattare 20.000 tonnellate annue di RUR soddisfa però una minima parte delle esigenze. Per le restanti 131.000 tonnellate sarà perciò realizzato un nuovo impianto unico, in grado di trattarne fino a 151.000 in caso di criticità di Rio Marsiglia.Per questo nuovo impianto di trattamento e separazione (a Scarpino) sono stati analizzati due scenari diversi: il primo spinge al massimo il recupero di materia e il secondo prevede, oltre al trattamento meccanico biologico (TMB), anche la produzione di CSS (combustibile solido secondario). La seconda ipotesi è stata introdotta in seguito alle osservazioni della Regione Liguria secondo cui la selezione spinta, se non integrata direttamente nelle filiere del riciclo, non darebbe certezze sull'utilizzo del materiale in uscita, con il rischio di doverlo poi destinare alla discarica. Secondo l'ipotesi regionale, da verificare, il TMB con produzione anche di CSS potrebbe raddoppiare la vita della discarica. La Città metropolitana, anche sulla base delle indicazioni della conferenza dei servizi, ha chiesto una revisione del progetto preliminare per l'impianto TMB, affinché prevedesse anche la produzione di CSS. Sullo studio di fattibilità gli enti competenti il 12 aprile scorso hanno espresso un assenso preliminare in conferenza dei servizi.La frazione organica della raccolta differenziata (89.100 tonnellate annue stimate) verrà gestita con nuovi impianti, a integrazione di Rio Marsiglia. In particolare un impianto anaerobico di valorizzazione dell’organico almeno da 70.000 tonnellate annue per Genova e i Comuni limitrofi, di un impianto da 16.000 tonnellate annue per i Comuni del Tigullio e Golfo Paradiso e impianti di compostaggio di prossimità per i comuni dell’entroterra con bassa produzione di rifiuti. Per l’impianto da 70.000 tonnellate il Comune di Genova ha confermato l’impegno a realizzarlo con la sua società di scopo AMIU s.p.a. e deve essere definita l'area. Per gli altri l’impianti ci sono ipotesi di localizzazione validate dai tecnici, che saranno ulteriormente approfondite per verificare le reali esigenze residue del sistema dopo la realizzazione dei primi impianti.Per lo smaltimento finale dei rifiuti urbani è previsto l’utilizzo delle discariche di Rio Marsiglia e Monte Scarpino. Per Rio Marsiglia, in funzione con l'autorizzazione integrata ambientale del 18/1/2010, due anni fa sono stati autorizzati l'ampliamento (fino a 300.000 metri cubi) e la realizzazione dell’impianto di trattamento rifiuti connesso alla discarica. Il 17 febbraio scorso, inoltre, è stato ampliato il numero di Comuni autorizzati a conferire.Per Scarpino è in corso il procedimento per rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale (per una volumetria aggiuntiva di 1.319.000 metri cubi). Sono stati già approvati i progetti definitivi per gli interventi di chiusura delle discariche Scarpino 1 e 2 e per le opere di regimazione delle acque ed è stato dato l’assenso a tutte le opere di chiusura definitiva delle parti di discarica (Scarpino 1 e 2) che non saranno più utilizzate. E’ stata inoltre autorizzata per la parte ancora utilizzabile di Scarpino 2 una copertura compatibile con il fondo della nuova discarica Scarpino 3 per il cui invaso il 2 marzo scorso è stata completata l’approvazione delle opere necessarie.E’ inoltre in corso di rilascio il provvedimento sulla gestione del percolato della discarica che garantirà il rigoroso rispetto dei limiti stabiliti dal decreto legislativo 152/2006 attraverso apparecchiature a osmosi inversa.