Newco atp-amt, ok dal consiglio metropolitano, con 4 voti contrari dall’area pd
All'ultima seduta della consiliatura, nonostante il fair play del brindisi di commiato, finisce il clima costituente che ha caratterizzato l'assemblea per 3 anni: dall'area Pd no alla scelta di Bucci di affidare senza gara il servizio di trasporto pubblico locale. Il brindisi di commiato fra i consiglieri metropolitani che per 3 anni, dal 17 ottobre 2014, hanno condiviso con spirito costituente i banchi della sala del consiglio, in palazzo Doria Spinola, non è bastato ad evitare proprio all'ultima seduta una forte contrapposizione politica, con qualche accento polemico, sul tema Atp: quattro consiglieri Pd o di area Pd, infatti, hanno votato no alla delibera di indirizzo, voluta e presentata direttamente dal sindaco metropolitano Marco Bucci, che avvia il processo di affidamento in house (ovvero senza gara) del servizio di trasporto pubblico locale. Si tratta di Cristina Lodi, Nino Oliveri, Arnaldo Buscaglia e Maria Grazia Grondona, che fanno parte insieme a consiglieri di diversa estrazione politica nel gruppo 'Costituente per la Città metropolitana' (13 membri su 18 consiglieri totali). E' quindi ufficialmente finita la fase costituente del nuovo ente di area vasta, ed emergono differenze politiche che presumibilmente permarranno nel nuovo consiglio che uscirà dalle elezioni di domenica 8 ottobre, alle quali si sono presentate 4 liste di chiara connotazione politica. La delibera, approvata con 10 voti favorevoli, 2 astenuti e appunto 4 contrari, prevede di affidare il servizio di trasporto pubblico metropolitano a un unico gestore secondo il modello di in house providing: questo significa che Città metropolitana potrà affidare il servizio di trasporto pubblico senza fare una gara europea, direttamente a una società controllata. Questa società non potrà essere l'attuale Atp Spa, che sempre nella seduta di ieri è stata dismessa in ottemperanza ai decreti Madia sulle partecipate (non ha dipendenti), e sarà quindi una newco che risulterà dalla fusione di Atp Spa ed Amt. Proprio il merger tra queste due società è la forma attraverso cui Città metropolitana adempie all'obbligo di legge di liberarsi della sua partecipata priva di dipendenti. Le ragioni di questa scelta, definita dalla delibera "la modalità più confacente al soddisfacimento del pubblico interesse", sono individuate dalla stessa delibera nella “conformazione del territorio metropolitano, in particolare dell’entroterra”, e nella “difficile contendibilità sul mercato” del servizio, nonché nella volontà di garantire che “l’integrazione tra gli attuali bacini urbano ed extraurbano avvenga sotto il controllo e la regia di soggetti interamente pubblici al fine di tutelare il valore investito dagli enti nelle società operanti, la loro continuità aziendale, il livello occupazionale e la definizione di più alti standard prestazionali per l’utenza, in virtù delle possibili sinergie ed economie su scala industriale". A suscitare dibattito in consiglio sono stati diversi temi legati a questa operazione societaria, sollevati dai consiglieri Lodi e Oliveri, e anche, senza però arrivare a un voto contrario, dal consigliere Enrico Pignone. A tutte le obiezioni, i dubbi e le critiche il sindaco Bucci ha replicato. Ecco gli aspetti contestati e le risposte del sindaco metropolitano. La capitalizzazione. Lodi ha chiesto dove verranno trovate le risorse finanziarie per ricapitalizzare la newco. Bucci ha risposto che per fare questa operazione societaria non è necessario ricapitalizzare, anche se è opportuno farlo. La permanenza di un socio privato in Atp Esercizio. Il problema è stato sollevato sempre da Cristina Lodi. Bucci ha replicato che l'operazione di fusione viene fatta su Atp Spa, non sulla sua controllata Atp Esercizio, che può continuare ad avere un socio privato, con il quale si può poi eventualmente valutare una sua uscita o diluizione del capitale. Gli investimenti. Problema sollevato da tutti i consiglieri intervenuti. Secondo il sindaco metropolitano si possono investire nella newco risorse limitate, per esempio prendendo bus in leasing anziché acquistandoli. L'impossibilità di avere, senza fare una gara, una visione delle opportunità di mercato, problema sollevato da Pignone. Bucci ha detto che non serve fare una gara per conoscere i benchmark di mercato e quindi le best practice aziendali. La discussione più vivace (fra il sindaco e il consigliere Oliveri) è stata però sul rischio di perdere il 15% del finanziamento pubblico al trasporto pubblico locale in caso si scelga la via dell'in house providing anziché la gara e non si faccia l'affidamento entro il 30 settembre. Questo traguardo, messo in dubbio da consigliere, è stato invece considerato possibile dal sindaco, che ha ribadito come la scelta dell'affidamento diretto sia quella che tutela maggiormente gli interessi dell'utenza e quelli dei lavoratori, rispetto a una gara che invece metterebbe il servizio pubblico in mano a un'azienda privata che potrebbe facilmente tagliare corse e personale per rendere il business profittevole. "Se non riusciremo a fare l'affidamento diretto - ha comunque rassicurato Bucci - nulla vieta di percorrere la via della gara, senza alcuna penalizzazione finanziaria. A quel punto saremo ben vigili, ovviamente non come banditori della gara ma come azionisti della newco, a fare un'offerta il più possibile competitiva".