Latte, filiera corta e reti di promozione del territorio fra le strade possibili
Dal primo incontro della Città metropolitana di Genova con produttori, associazioni di categoria, Comuni, Regione, sindacati Cgil, Cisl, Uil. “Disponibilità totale a lavorare con voi su questi temi” ha detto il sindaco Marco Doria.Tante voci e proposte nell’incontro di oggi promosso dalla Città metropolitana di Genova perché quello del latte locale “baluardo della genuinità” e del suo futuro è un tema davvero molto sentito e radicato sul territorio.Il sindaco metropolitano Marco Doria intervenuto insieme al consigliere delegato Enrico Pignone all’incontro con produttori, associazioni di categoria, Comuni, Regione, Camera di Commercio, sindacati Cgil, Cisl, Uil ha ribadito “la disponibilità totale a lavorare con voi sui temi del latte” che esprimono “un pezzo di economia molto radicata al proprio territorio e ne sono anche presidio e tutela”.Per Marco Doria “è giusto e opportuno che in Italia, in Liguria, a Genova ci siano spazi anche per i piccoli produttori, valorizzando l’importanza delle filiere corte, senza nascondersi però che proprio per questa importanza devono potersi sostenere, evitando il rischio di essere travolti e sappiamo che ci sono ampi margini di miglioramento.” Come riuscirci è il primo tema della riflessione aperta dalla Città metropolitana “in uno spirito non fine a se stesso ma nella convinzione che per costruire qualcosa di solido dovremo fare un lungo percorso insieme.”Per il sindaco Doria “all’interno di questo contesto ampio potrebbe anche valere la pena di verificare la disponibilità del gruppo Parmalat a ragionare su percorsi possibili, esplorando anche questa strada insieme ad altre, perché non dipendere da un unico soggetto rende più forti i nostri allevatori.” Il mondo del latte locale “è un presidio da tradurre anche in rapporti diversi fra produzione e consumo – ha detto Enrico Pignone - e con prodotti che possano veicolare il territorio, una volta stabilizzata la filiera, insieme a reti di soggetti, dalla promozione turistica all’agriturismo, correlati al territorio.” Riccardo Iaccone, dirigente dell’agricoltura della Regione Liguria trasmette l’invito dell’assessore Stefano Mai a “unificare gli sforzi, fare sintesi anche con il tavolo di lavoro regionale con produttori e caseifici per trovare soluzioni e valutare anche possibili alternative e strumenti di sostegno.” Giulio Malavolti della Cia considera “da restituire al mittente perché oggettivamente inaccettabile” la nuova apertura di Parmalat del gruppo Lactalis che a fine marzo aveva deciso di non utilizzare più il latte delle valli genovesi, ora ritirato, grazie a una soluzione temporanea sino al 30 settembre, dal Caseificio Pugliese in Piemonte. Quest’azienda paga il latte 30 centesimi al litro, più un premio qualità “mentre la proposta di Lactalis - dice Malavolti - è di 20 centesimi e va accantonata perché insostenibile per la produzione genovese che ha selezionato produttori di grande valore, spesso premiati a livello nazionale”. Filiera corta da valorizzare, con la regia delle istituzioni, puntando su prodotti di qualità come “il latte nobile – speiga Sala di Coldiretti – prodotto da mucche alimentate con il 70% di foraggio e il 30% di mangimi naturali e questo succede già nella maggior parte delle nostre stalle.” E fra le proposte per segnare con il latte anche valore e identità del territorio c’è la produzione del formaggio per la focaccia IGP di Recco (l’azienda che sta utilizzando il latte delle valli genovesi sarebbe disponibile anche per questa lavorazione) e quella che arriva dalla Valle Stura (“primo territorio nella Città metropolitana e secondo in Liguria per capi allevati, con 600 bovini nelle stalle di Rossiglione” ricorda il sindaco Katia Piccardo) di piccole reti locali di allevatori per produrre yogurt e formaggi.
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