Verità e giustizia per le stragi mafiose, salvatore borsellino: “dai giovani la mia forza e speranza” (video di tabloid)
Il fondatore del movimento “Agende Rosse” fratello del magistrato Paolo Borsellino, vittima come Giovanni Falcone delle terribili stragi mafiose del 1992, ha incontrato con il sindaco Marco Doria e i rappresentanti delle istituzioni gli studenti al teatro della Corte e in quello di Ronco. In lotta sino all'ultimo contro la mafia, uniti nell'impegno di magistrati dagli stessi sogni, desideri, speranze e alla fine dalla stessa morte di servitori dello Stato caduti, a distanza di soli cinquantasette giorni, nelle terribili stragi mafiose di Capaci e via D'Amelio, il 23 maggio e il 19 luglio 1992. Il ricordo e l'esempio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sostengono la battaglia per la legalità e la verità e giustizia per le vittime di Salvatore Borsellino, fratello di Paolo e fondatore del movimento “Agende Rosse”, come quella che negli ultimi mesi il magistrato portava sempre con sé, scomparsa misteriosamente con le sue note riservate in via D'Amelio.A condividere con Salvatore Borsellino l'etica civile della legalità al Teatro della Corte il 28 ottobre scorso sono arrivati mille studenti delle superiori con il sindaco metropolitano e di Genova Marco Doria, il procuratore generale Valeria Fazio, il capo di gabinetto della Prefettura Montella, il capo della squadra mobile Gargano e il maggiore Rustico dei Carabinieri per l'incontro organizzato dalla sezione genovese del movimento “Agende Rosse” e patrocinato da Città metropolitana e Comune di Genova con la partecipazione della Comunità Ebraica. Dopo la strage di via D'Amelio per molti anni Salvatore Borsellino aveva chiuso nel silenzio lo strazio, il dolore, la rabbia. Sono stati gli incontri e gli stimoli dei giovani a restituirgli voce e speranza. “i giovani erano la speranza di mio fratello Paolo – racconta - come scrisse anche nella sua ultima lettera del 19 luglio, il giorno in cui fu ucciso. Mi ci è voluto tempo per capire e da allora incontro quasi esclusivamente i giovani perché sono diventati anche la mia speranza. Da loro vengo a prendere insieme speranza e forza per continuare la mia lotta per la verità e la giustizia, una lotta purtroppo senza fine che continuerò sino all'ultimo giorno della mia vita, facendo di tutto perché i giovano continuino questa lotta per la verità, la giustizia e per quel fresco profumo di libertà di cui parlava Paolo e in nome del quale è morto per il nostro Stato.”E nell'impegno contro la mafia e per la legalità "la condivisione dei giovani - ha detto Marco Doria - è fondamentale. risultati più importanti nella lotta alla pervasività criminale delle mafie sono stati raggiunti quando l’azione della giustizia e delle forze dell’ordine è stata accompagnata da grandi mobilitazioni popolari, dove spesso i giovani sono stati protagonisti. Per contrastare la criminalità organizzata abbiamo l’esempio dei tanti che vengono definiti servitori delle istituzioni, una parola con un valore profondissimo per Falcone e Borsellino, qualcosa di nobile e importante perché siamo noi le istituzioni e dobbiamo essere consapevoli di quanto sia importante per contrastare la criminalità organizzata avere istituzioni che funzionano, con un impegno a 360 gradi per la legalità. La magistratura e le forze dell’ordine hanno un compito fondamentale, ma lo abbiamo anche tutti noi cittadini, attraverso il rispetto delle regole".E l'11 novembre scorso Salvatore Borsellino ha portato il suo messaggio anche a centinaia di studenti del Primo Levi e di altre scuole, con la consigliera metropolitana Laura Repetto, i rappresentanti delle istituzioni e gli amministratori della vallata, nel teatro di Ronco Scrivia.
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