Prevenzione alluvioni, in comune e città metropolitana di genova i maggiori investimenti in europa
Il sindaco Marco Doria e il coordinatore dell’Unità di missione Italia Sicura Erasmo D’Angelis hanno fatto il quadro delle opere avviate e in partenza nel 2015 per ridurre e prevenire i rischi idrogeologici.
E’ una “priorità del Paese, del Governo e delle città, come Genova – dice Marco Doria – agire in molto coordinato e su obiettivi comuni contro i rischi idrogeologici e il dissesto”. Il sindaco di Genova e della Città metropolitana, nel fare il quadro delle opere avviate e in partenza nel 2015 per la prevenzione e la difesa del territorio con Erasmo D’Angelis, coordinatore dell’Unità di missione Italia Sicura, e gli assessori Crivello e Porcile dice “questo è il tempo dei fatti, delle opere che sono partite, come lo scolmatore del Fereggiano, affluente del Bisagno e simbolo della tragedia del 2011, dove il Comune dopo un significativo iter progettuale e la gara ha affidato i lavori a una ditta di riconosciuta competenza che lo completerà in circa tre anni. E come il secondo lotto del rifacimento della copertura del Bisagno, mentre l’ultimo lotto andrà in gara entro luglio con l’avvio dei lavori entro fine anno.”
Oltre a queste opere “un contributo assolutamente significativo per la sicurezza di tutto il bacino” si sta lavorando per far partire anche tutto lo scolmatore del Bisagno “con cui si potrà ragionevolmente pensare di aver messo in sicurezza il bacino del torrente”, ma anche opere per lo Sturla, il Chiaravagna, il Fegino e nel territorio metropolitano lo scolmatore dei rii San Siro e Magistrato a Santa Margherita, opere per la sistemazione e la difesa idraulica dei torrenti San Francesco a Rapallo e Rupinaro a Chiavari e del rio Rezzo a Lavagna. “E’ un’inversione di rotta politico-culturale – dice Doria – che ribalta radicalmente l’approccio che ha dominato per decenni e che non considerava certo la sicurezza una priorità”.
Per la sicurezza del Bisagno e dei suoi affluenti e di numerosi altri torrenti e rivi, genovesi e del territorio metropolitano ci sono 419 milioni, 379 dei quali finanziati dallo Stato e gli altri da fondi a disposizione del Comune di Genova e queste somme fanno del capoluogo ligure e del suo arco m etropolitano “la città europea – ha detto Erasmo D’Angelis – con i maggiori investimenti in Europa contro il rischio idrogeologico”. L’impegno “molto serio e oneroso” rientra nel piano nazionale per la sicurezza delle 14 città metropolitane con un fondo di 1,2 miliardi nel 2015.“Genova fa la parte del leone – ha detto D’Angelis – perché abbiamo le progettazioni pronte, due opere partono oggi e altre tredici entro l’anno e il destino di Genova è la prevenzione delle alluvioni con quelle che sono le vere opere pubbliche di cui l’Italia ha bisogno per difendersi e tutelarsi.”
I cantieri saranno “trasparenti e accessibili, quindi controllabili anche dai cittadini” e le norme della nuova sburocratizzazione garantiranno che i cantieri dopo l’aggiudicazione dei lavori andranno avanti sino alla fine senza il rischio di essere bloccati dai ricorsi.”Le opere antialluvione per la loro complessità non si fanno in un giorno, ma i tempi saranno i più ridotti possibile “anche con intese sindacali per due o tre turni giornalieri di lavoro.” Tre anni di lavoro per lo scolmatore del Fereggiano, chiusura a maggio 2017 del secondo lotto della copertura del Bisagno, tre anni per realizzare il lotto definitivo previsto per fine 2018 (e i due cantieri potranno coesistere, come quelli per lo scolmatore del Fereggiano e del Bisagno. Quest’ultimo, completati gli aggiornamenti progettuali andrà in gara tra fine anno e inizio 2016.
“La fine dell’opera più grande è prevista per novembre 2021 – dice D’Angelis – ma ci impegneremo per riuscire a ridurre i tempi, anche con le intese sulle turnazioni, sino a un terzo.”Nel frattempo “va riaffermata e consolidata – dice Marco Doria - la cultura della prevenzione in questa città e in questo territorio così complesso e fragile.” E durante la costruzione della nuove opere sarà anche sperimentato un progetto pilota di difesa idraulica, con arginature mobili e altri dispositivi “che altre città in Europa utilizzano da anni - dice D'Angelis - e che dobbiamo abituarci a utilizzare anche noi”