Montebruno ritrova i suoi tesori restaurati (video di tabloid)
Il chiostro, la sala capitolare e la cappella dell’antico complesso agostiniano, collegato al borgo millenario dallo storico ponte dei Doria, nelle immagini del programma della Città metropolitana di Genova.Un abitato con radici millenarie e un antico complesso religioso che da più di cinque secoli ne accompagna storia, vita e devozione sulle due sponde del Trebbia. A Montebruno li unisce il monumentale ponte eretto dai Doria, signori del borgo dal 1547 al XVIII secolo e percorrendolo si arriva al santuario, al convento agostiniano e al suo chiostro, da poco magnificamente restaurato, come racconta con immagini e interviste il programma Tabloid della Città metropolitana di Genova.“Questo complesso – dice il sindaco Mirko Bardini – è davvero il centro, il fulcro fondamentale per la nostra comunità ed è una grande gioia vedere la rinascita del suo chiostro e degli affreschi delle sale che vi si affacciano, simbolo della comune volontà di valorizzare l’intera Montebruno con tutti i suoi tesori.I restauri sono stati finanziati con 600.000 euro di fondi Par-Fas dalla Regione con un cofinanziamento di altri 150.000 euro complessivi da Comune, parrocchia e, per la spalla del ponte, anche dall’ex Provincia ora Città metropolitana e sono stati realizzati in tre fasi. Prima l’architettura del chiostro, poi la sala capitolare e la cappella – refettorio degli Agostiniani e infine l’eliminazione delle barriere architettoniche per raggiungere il santuario.A presentare il cuore dei restauri dell’antico chiostro, parte fondamentale del complesso eretto nel 1486 è don Pietro Cazzullo, parroco di Montebruno e di altri undici borghi della Val Trebbia.“I restauri hanno riaperto gli spazi originari fra i pilastri del chiostro, che erano stati chiusi, lasciando solo piccole finestrelle, nel ‘700 e restituito tutta la luminosità con grandi vetrate al deambulatorio.” Don Pietro è molto orgoglioso della sala capitolare dove sono riemersi tutti gli affreschi del 1616 che negli anni ’70, per adattare lo spazio storico a cinema, erano stati addirittura ricoperti di calce. L’altra sala delle meraviglie aperta sul chiostro è quella dell’antico refettorio agostiniano, dove uno di fronte all’altro i dipinti di Sant’Agostino e di una magnifica Ultima Cena di Cristo si guardano.Annesso al convento c’è il santuario di Nostra Signora di Montebruno, dedicato alla Vergine che la tradizione racconta apparve nel 1476 a un pastorello muto che da allora ritrovò miracolosamente la voce. La chiesa eretta dieci anni dopo, con arcate ogivali che ne testimoniano l’origine tardo quattrocentesca e molti rimaneggiamenti barocchi, è uno scrigno di arte preziosa, dalle azulee spagnole della fine del ‘400 ai confessionali del XVI e XVII secolo e ci sono opere capaci di stupire come la statua originaria della Madonna sull’altare maggiore, per secoli mostrata solo nelle feste religiose o alle più autorevoli personalità e protetta per tutto il resto del tempo da una grande lastra di rame dipinta e scorrevole.Della passione di don Pietro per la vita, la storia e le tradizioni della Val è testimone anche il museo contadino forse più bello di tutta la Liguria, dove il parroco conserva, per tutti, la memoria di mestieri, attrezzi straordinari, veri cicli di vita.
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