Emergenza greggio, la situazione dalle verifiche della città metropolitana
Molto avanzate le operazioni negli alvei dei torrenti Polcevera, Fegino e Pianego per rimuovere entro oggi il 90% del prodotto libero dice il sindaco Marco Doria. Grave il problema della sacca di petrolio sul versante del Pianego, nell’area sotto sequestro.“Le operazioni procedono e i tecnici della Città metropolitana che le seguono di ora in ora riferiscono che sono molto avanzate ed efficaci.” Il sindaco metropolitano e di Genova Marco Doria fa il punto sull’emergenza greggio dalle verifiche della Città metropolitana, l’ente incaricato dal tavolo tecnico coordinato dalla Prefettura di supervisionare gli interventi e le operazioni a terra che vengono realizzati da Belfor per conto di Iplom, mentre la regia degli interventi a mare, svolti da Castalia sempre per Iplom, è affidata alla Capitaneria di Porto.Nel letto del Polcevera, nel Fegino e del Pianego sono 29 gli autospurghi in azione e altri 20 sono pronti a intervenire in caso di ulteriori necessità, con due escavatori a risucchio nell’alveo del Fegino e uno più piccolo, adatto alle ridotte dimensioni del rivo, nel Pianego. Lungo i torrenti sono state stese grandi briglie sifonate che separano l’olio dall’acqua: cinque nel Polcevera e una nel Fegino, mentre altre più piccole sono nel Pianego. “I nostri tecnici – dice Marco Doria - ritengono che l’obiettivo di eliminare entro oggi almeno il 90% del prodotto libero abilito dal tavolo tecnico coordinato dalla Prefettura con enti, istituzioni e aziende sull’emergenza del greggio sversato a causa della rottura dell’ oleodotto Iplom sia certamente conseguibile per i ritmi e l’efficacia delle azioni in corso.” Nel Polcevera la situazione “è migliorata considerevolmente” e sul Fegino sono state eliminate tutte le pozze di greggio. Ora si dovrà scavare il sedimento dell’alveo per la profondità necessaria a bonificarlo completamente.Sullo stesso torrente anche la porzione rivestita parzialmente da una platea in cemento armato è stata ripulita “e ciò permetterà anche di far ripartire i lavori del Comune di Genova per la messa in sicurezza idrogeologica del corso d’acqua”.Il nodo che preoccupa ancora molto i tecnici è invece quello del greggio accumulato in una sacca, formata proprio dalla rottura dell’oleodotto, sul ripido versante del Pianego. Sono diversi metri cubi, da 10 a 20, e se la sacca dovesse collassare, trascinerebbe il greggio nel piccolo affluente del Fegino. Questo petrolio “non arriverebbe al mare per le protezioni installate – dice il sindaco Doria- però si riverserebbe nuovamente nei torrenti.” Anche il sindaco ha segnalato al prefetto il problema, molto serio anche perché la sacca è nell’area posta sotto sequestro dalla magistratura, dove quindi finora non è possibile intervenire. E’ stato però avviato il confronto fra i periti incaricati dall’autorità giudiziaria e quelli di Arpal per valutare la possibilità del dissequestro di questa porzione nel corso dei prossimi giorni per poterla mettere in sicurezza.
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