Rilancio dell’entroterra, ora ci pensa lo stato (videoservizio di tabloid)
Un progetto del governo punta a rilanciare l'economia delle aree appenniniche spopolate: per quella genovese (16 comuni) in palio 7 milioni di euro Paesi spopolati da 50 anni di abbandono, l’economia rurale ormai quasi scomparsa, e nessun tipo di economia sostitutiva, se non un turismo dai numeri piccolissimi: è questa la drammatica situazione della ‘aree interne’ italiane, ovvero le aree appenniniche, che in Liguria più che in altre regioni costituiscono gran parte del territorio. L’abbandono, oltre a cancellare qualsiasi forma di economia, ha anche gravi conseguenze sull’equilibrio idrogeologico: la mancata cura del territorio infatti moltiplica le conseguenze nefaste dei fenomeni naturali come le alluvioni o gli incendi.
Per cercare di invertire la rotta e salvare dal disastro totale questi territori, dando loro una speranza di sviluppo e rendendoli anche più sicuri dal punto di vista idrogeologico, è partito un anno fa un progetto del Ministero dell’economia, che si chiama proprio ‘Aree interne’, e che è stato promosso dall’ex ministro della coesione territoriale Fabrizio Barca, che ancora oggi lo segue attraverso il dipartimento coesione territoriale del governo. Fra le 20 aree interne individuate in Italia, una è interamente compresa nei confini della Città metropolitana di Genova, che come è noto di metropoli ha solo il nome, perché è costituita in larga maggioranza da territori montuosi e appunto molto spopolati. L’area interna genovese comprende 16 comuni, e potrà beneficiare, se riuscirà a presentare un progetto valido, di un finanziamento dello Stato e dell’Unione europea di complessivi 7 milioni di euro. Come requisito per partecipare al bando di finanziamento, occorre proporre soluzioni che dotino l’area di tre tipi di servizi tipicamente carenti nella aree interne: scuola, trasporti, sanità. Dopo mesi di lavoro, questa settimana a Fontanigorda si è fatto il punto: i rappresentanti del territorio, sindaci, operatori economici, associazioni, supportati dai funzionari della Regione Liguria e della Città metropolitana di Genova, hanno presentato la bozza del loro progetto ai rappresentanti del ministero guidati da Barca.