Città metropolitana: il consiglio approva le linee guida per la pianificazione del territorio “porta dell’europa”
Dieci idee strategiche nel piano dove “la sicurezza territoriale e la prevenzione del dissesto idrogeologico sono la precondizione di ogni scelta”. L’area metropolitana di Genova come “porta dell’Europa” dove il ruolo della Città metropolitana si rafforza in rete con le altre Città metropolitane italiane ed europee, aprendo sinergie sugli obiettivi della strategia Europa 2020 (per uno sviluppo sostenibile, intelligente e solidale) con azioni di concertazione nella pianificazione metropolitana genovese anche con quella portuale e delle reti infrastrutturali d’interesse metropolitano.E’ questa la prima delle dieci idee guida approvate dal Consiglio metropolitano di Genova, che intende lanciare il nuovo piano territoriale generale promuovendo la partecipazione del territorio e organizzerà - entro la prima metà di giugno - nelle aree del Genovesato, del Tigullio e delle vallate interne incontri, coordinati dal consigliere delegato Roberto Levaggi con i tecnici della direzione pianificazione generale dell’ente che ne hanno curato la stesura. Il nuovo piano metropolitano punta a un territorio “unitario e condiviso” dove la sicurezza e la prevenzione del dissesto idrogeologico “sono la precondizione per le scelte” e svilupperà per questo intese sulle strategie comuni con le autorità di bacino.Il piano generale si integrerà con la pianificazione di bacino attraverso l’individuazione di indirizzi specifici alla pianificazione urbanistica per la messa in sicurezza del territorio, di azioni di contrasto degli effetti negativi legati alle modifiche del clima, mettendo in relazione gli aspetti idrogeologici con quelli più specificamente ambientali e naturalistici e promuovendo la partecipazione del territorio sul tema della sicurezza e della prevenzione dei rischi idrogeologici.“La pianificazione della Città metropolitana – dice il sindaco Marco Doria – nascerà da un impegno condiviso e partecipato di tutti i Comuni del territorio, dando impulso in una forte collaborazione al senso di appartenenza collettivo all’ambito metropolitano per un nuovo e più evoluto assetto territoriale, fondato sulla valorizzazione e la tutela del territorio e il suo sviluppo economico e sociale sostenibile.”Per lo sviluppo sostenibile il piano punta a incentivare la competitività, rafforzando l’innovazione nei sistemi produttivi (come le attività ad alto contenuto tecnologico, di ricerca e sviluppo), la diffusione delle energie rinnovabili, l’accentramento e la qualificazione dei servizi per le imprese, reti e partnership pubblico-private, attività economiche a contenuto sociale, forme di co-working.Il disegno per la proposta di piano si articola in specifici ambiti (Riviera a ponente, Stura, Area centrale genovese, Scrivia, Trebbia,Paradiso, Riviera del Tigullio, Fontanabuona, Aveto-Graveglia-Sturla, già individuati dal progetto di revisione del piano territoriale di coordinamento provinciale “PTCp 2020” orientato alla pianificazione metropolitana) per meglio esprimere la rappresentatività e la concertazione dei Comuni nella propria pianificazione urbanistica, stabilisce i criteri per organizzare e gestire nelle zone omogenee (introdotte dalla legge 56/2014) funzioni e attività di area vasta, dalla pianificazione territoriale coordinata di livello comunale, al supporto alla creazione di servizi telematici per migliorare la funzionalità degli enti locali, sportelli per le imprese, servizi per lo sviluppo socio-economico degli ambiti territoriali, cooperazione con unioni e associazioni dei Comuni in materia di paesaggio, sportelli unici per l’edilizia.Sono priorità del piano, che definisce il suolo “risorsa preziosa e irriproducibile da valorizzare e tramandare” anche i sistemi strategici (corridoio appenninico centrale, sistema policentrico del Polcevera, sistema produttivo orientale, balconi costieri sistemi rurali dell’Appennino) per valorizzare risorse ambientali ed economiche strategiche, conservare valori fisici e culturali, superare criticità e compromissioni nell’uso e organizzazione del territorio, rafforzare l’efficienza delle reti infrastrutturali (fisiche e virtuali) “determinanti per lo sviluppo economico, le relazioni e la coesione sociale del territorio metropolitano”, e fra queste la rete ecologica metropolitana, le reti dei servizi pubblici, dei beni culturali, storici, paesaggistici e ambientali “fondamento per migliorare la qualità della vita e l’attrattività del territorio metropolitano”. Per Roberto Levaggi "un avvio molto importante del percorso per la pianificazione metropolitana".
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