Acqua, città metropolitana riduce la bolletta agli impianti sportivi
Lo sport ha valore sociale: tagliato a 16 centesimi per metro cubo il costo dell'acqua consumata da piscine e altri impianti sportivi pubblici o di interesse pubblico. Il provvedimento, elaborato insieme ai comuni e ad Iren, ha ricevuto l'ok da conferenza dei sindaci e consiglio metropolitano. Città metropolitana, partendo dal principio che lo sport ha una funzione sociale, ha ridotto la bolletta dell'acqua pagata dai Comuni o dai gestori di impianti sportivi pubblici o di interesse pubblico del territorio metropolitano, fra cui principalmente le piscine: l'intervento è stato fatto abbassando a soli 16 centesimi al metro cubo la componente 'acquedotto' della tariffa dell'acqua pagata dai Comuni o gestori di impianti sportivi a Iren, gestore del servizio idrico integrato. Per questo tipo di utenze, quindi, si dimezza da circa 2 euro e poco più di 1 euro al metro cubo la tariffa complessiva dell'acqua, che comprende altre due componenti rimaste agli stessi valori delle utenze comuni (quella per il servizio fognatura e quella per il servizio di depurazione). Lo sconto, che ha decorrenza retroattiva dall'1 gennaio 2016 ed è valido fino a un consumo massimo di 500.000 metri cubi d'acqua all'anno per tutto il territorio metropolitano, consente ai Comuni notevoli risparmi, poiché si applica a piscine e ad altri impianti sportivi che hanno un grosso consumo d'acqua.Il provvedimento, arrivato dopo una lunga fase di confronto con i Comuni e Iren, è stato emanato oggi dall'ente di area vasta con una delibera del consiglio metropolitano, preventivamente approvata dalla conferenza dei sindaci (con voto contrario solo di 6 comuni: Rossiglione, Masone, Mele, Propata, Gorreto e Davagna).Fino ad oggi le tipologie di immobili pubblici che beneficiavano di questa tariffa (fino a un volume massimo di acqua consumata di 3,5 milioni di metri cubi, comprensivi dei 500.000 euro per gli impianti sportivi) erano: sedi dei Comuni, uffici comunali e magazzini comunali, sede della Città Metropolitana di Genova e dei relativi uffici distaccati, scuole dell’infanzia, primarie e secondarie, biblioteche, musei, parchi, giardini, cimiteri, servizi igienici pubblici (come docce su spiagge libere) e fontane pubbliche.