Sestri ponente, nel rio molinassi le alluvioni si fermano così (video di tabloid)
Il Comune di Genova, utilizzando i Piani di bacino di Città metropolitana, è intervenuto nella parte a monte del bacino idrologico del torrente che nel 2010 straripò causando ingenti danni a valle. Guardando in una bella giornata di aprile il tipico paesaggio ligure della zona di Sant'Alberto, sulle alture di Sestri Ponente, piccola valletta verde circondata da creste a pochi chilometri dal mare, dove nasce il rio Molinassi, si fatica a immaginare che proprio questo luogo sia la fonte del disastro e della devastazione che vediamo in altre immagini di questo video, riprese il 4 ottobre 2010 a Sestri Ponente, nella zona di via Merano: qui, quel giorno, lo stesso rio Molinassi, brevissimo torrentello che scende dal Monte Contessa, portò devastazione e terrore straripando nel suo tratto terminale e inondando in particolare via Vado. Ma il nesso tra paesaggio agreste e furia dell'alluvione c'è: la scienza idrogeologica, infatti, sa ciò che sanno anche il senso comune e l’esperienza dei contadini di un tempo, ovvero che le alluvioni si scongiurano, se non del tutto almeno in gran parte, regimentando le acque nella parte alta dei torrenti, anche di quelli minuscoli secchi per gran parte dell’anno. Anche nel bacino del rio Molinassi, quindi, le opere realizzate dal Comune di Genova dopo il disastro del 2010 per evitare future alluvioni sono state fatte nella cosiddetta testata di bacino, ovvero nella parte iniziale, di montagna, del bacino idrologico, appunto nella zona del santuario di Sant’Alberto. Qui infatti, per la particolare natura friabile della roccia (cosiddetta serpentino-scistosa) esistono ben 7 frane, una in fila all’altra nell'arco di poche centinaia di metri, alcune piuttosto grosse, e siccome il materiale di frana è per sua natura molto instabile, quando cade una pioggia violenta viene trascinato a valle, provocando alluvioni. I lavori effettuati dal Comune hanno quindi avuto come finalità rimuovere il più possibile il materiale di frana, e dove non era possibile rimuoverlo, incanalare le acque piovane in modo che venissero a contatto il meno possibile con tale materiale, oppure che vi scorressero sopra in modo lento e non veloce. Sono costati in tutto 1 milione e 100.000 euro e sono stati eseguiti in circa un anno, a cavallo fra 2015 e 2016. Un aspetto importante degli interventi eseguiti è stato il riutilizzo del materiale franato, che ha evitato traffico inutile di mezzi pesanti e ridotto i costi di smaltimento in discarica. Questa filosofia di lavoro è stata adottata anche in altri lavori di questo tipo realizzati dal Comune in altre zone, ma con una pianificazione ampia, cosiddetta 'di bacino', ovvero utilizzando i piani di bacino della Città metropolitana di Genova, in un contesto di collaborazione fra enti.