A campo ligure oltre al filo d’argento si tesse quello dell’integrazione (video di tabloid)
Video racconto, dalla rete Sprar per la protezione dei rifugiati e richiedenti asilo con Agorà ai 24 giovani migranti gestiti dal Ceis, dell'alleanza fra Comune e privato sociale che apre le porte a molte attività volontarie a beneficio della comunità. Alle pendici del Castello Spinola hanno riaperto un tratto di sentiero franato con le alluvioni, risistemando il versante con piccoli terrazzamenti, costruiti in legno come la nuova passerella. Sempre nell'area del Castello di Campo Ligure hanno ripulito e tirato a lucido le aree verdi e per il paese curano la manutenzione dei giardini pubblici, del cimitero e intervengono a beneficio della comunità per risistemare dove è più necessario. A farlo sono, come racconta con immagini e interviste il programma Tabloid della Città metropolitana di Genova, 24 giovani migranti gestiti dal Centro di Solidarietà Ceis a Campo Ligure, in piena intesa con il Comune già molto attivo come tutta l'Unione Stura, Orba e Leira anche nella rete Sprar per la protezione dei rifugiati e richiedenti asilo con il consorzio Agorà che in tutta la vallata gestisce 36 persone, 11 delle quali a Campo, fra nuclei familiari e singoli, con inserimenti negli asili e nelle scuole per i bambini e progetti per l'occupazione degli adulti sul territorio. “Per noi sono una risorsa – dice il sindaco di Campo Ligure Andrea Pastorino – e ci aiutano, attraverso le attività volontarie, a svolgere compiti e interventi per il nostro borgo, uno dei più belli d'Italia, dove però al Comune dei sette operai che aveva, fra pensionamenti e blocchi delle assunzioni, ne sono rimasti solo tre”. I migranti “tutti iscritti al registro del volontariato di Campo - dice il vicesindaco Massimo Piana - sono sempre accompagnati dagli operai comunali e in molte attività collaborano con i quattro dipendenti Ilva in cassa integrazione impegnati nei lavori socialmente utili.” L'integrazione è un processo tutt'altro che lineare e con molti nodi, però con gli equilibri giusti, piccoli gruppi di persone per piccoli borghi, si può realizzare. “Sappiamo bene – dice il sindaco Pastorino – che il fenomeno è molto complesso in tutta Italia e anche qui qualche voce critica c'è, però nessuno è mai venuto da me in Comune a protestare e quando prima dell'inverno scorso abbiamo chiesto indumenti pesanti per questi giovani la comunità ha risposto immediatamente e siamo stati sommersi di vestiti.” Il coinvolgimento e l'inserimento passa anche dalla possibilità di comunicare per conoscersi. A partire dai corsi di italiano, con lezione nella biblioteca comunale per il gruppo Sprar gestito da Agorà e a Genova per i giovani gestiti dal Ceis. Fra una prova di lettura e l'altra con la sua insegnante in biblioteca Aram Salam Ahmad, del Kurdistan iracheno, dice sorridendo “l'italiano non è facile, ma lo è un po' di più con la maestra e tutti quelli che mi aiutano.” A Campo Ligure le persone della rete Sprar abitano in tre appartamenti. “E' un programma di secondo livello per accompagnare e consolidare l'inserimento – spiega Maura Ferrando di Agorà – qui l'esperienza è molto positiva e una coppia che ha appena trovato lavoro inizierà presto a inserirsi in modo autonomo sul territorio.” I ragazzi gestiti dal Ceis abitano in quattro appartamenti, tre di fronte al Comune e uno nel borgo. “Sono tutti molto giovani – dice Deborah Cervone del Ceis – e alla sera giocando a calcio con i coetanei campesi sperimentano anche nuovi scambi attraverso lo sport”. Arrivano da molti Paesi dell'Africa centrale e quando sorridono fanno dimenticare per un momento il loro drammatico vissuto di migranti, fra guerre, persecuzioni e disumane odissee.In sei per appartamento formano piccole comunità e “con le piccole somme che ricevono da noi – dice Deborah Cervone – fanno la spesa per mangiare insieme. Cucinano loro e se per ora il pesto è troppo strano, la pasta al pomodoro invece piace molto a tutti.”