L’incarico, ovviamente a titolo...
Il territorio metropolitano
Il territorio metropolitano genovese è inserito in un’area geografica morfologicamente complessa e difficile rispetto alle aree limitrofe, quali il sud della Francia, l’area padana e quella toscana. Tale complessità ha determinato, storicamente, una condizione di evidente svantaggio per l’organizzazione del sistema insediativo e per lo sviluppo delle attività economiche.
I limitati ambiti pianeggianti posti sulla costa e nelle valli, attraversati da corsi d’acqua a carattere torrentizio e soggetti ai fenomeni di esondazione, sono stati occupati dagli insediamenti urbani e dal sistema delle infrastrutture di comunicazione, mentre larga parte dei versanti costieri e delle valli interne, sono stati oggetto dell’opera di antropizzazione che ne ha strutturato la conformazione nei tipici “terrazzamenti”, determinando una condizione di equilibrio idrogeologico altamente fragile.
Allo stesso tempo il sistema portuale di Genova, per potersi sviluppare in assenza di idonei spazi naturali, ha dato origine ad un processo di artificializzazione della costa, avvenuto a partire dall’inizio del ‘900, che ha comportato il consumo di rilevanti risorse ambientali e paesaggistiche e la modificazione del preesistente.
Il territorio metropolitano è connotato da caratteristiche geografiche peculiari:
- è elevata la profondità dei fondali marini (200 mt a 2Km dalla costa e max pari 2.400 mt )
- è elevata la quota e la pendenza dei versanti montani che delimitano l’ambito costiero (quota media dei rilievi costieri oltre 600 mt s.l.m. e pendenza media del versante costiero 25%);
- è ridotta la distanza trasversale dello spartiacque appenninico, che separa il bacino padano, dalla linea di costa (valutabile mediamente in circa 7 km);
- è elevata l’ampiezza trasversale del sistema appenninico che separa la costa dalla pianura padana (valutabile mediamente in circa 50 km), ove il più breve ed agevole corridoio di collegamento con tale aree geografica, si colloca in corrispondenza delle valli Polcevera e Scrivia, con uno sviluppo lineare di circa 40 km;
- la prevalenza del territorio ha caratteri montani (Kmq 1.275,77 pari al 69,5% sulla superficie territoriale dell’intera provincia, pari a 1835,91 Kmq);
- sono assenti terrazzi di transizione tra la costa ed i versanti montani del sistema appenninico;
- dei 21 bacini che sboccano direttamente nel Mar Ligure e coprono il 54,4 % della superficie territoriale provinciale, soltanto 5 (Polcevera, Bisagno, Entella, Gromolo - Petronio) si presentano con una conformazione relativamente ampia, caratterizzata da una piana alluvionale, peraltro occupata da aree urbane ad elevata intensità insediativa, che rappresentano complessivamente soltanto il 2,7% dell’intero sviluppo costiero provinciale (circa 160 Km);
- dei 4 bacini idrografici che appartengono al bacino idrografico del Po (Stura, Scrivia, Trebbia, Aveto), soltanto quello dello Scrivia presenta, nella parte centrale ligure (tra Ronco Scrivia e Montoggio) aree pianeggianti di fondovalle, anch’esse interessate da un considerevole sistema insediativo (superficie urbanizzata pari a circa Kmq 4,41).
La dicotomia costa – entroterra che è stata una costante nella rappresentazione sintetica del territorio, come difficoltà storica nelle relazioni, fortemente condizionate dalla morfologia e dalle capacità di superarne i principali ostacoli fisici, e nelle conseguenti dinamiche evolutive e potenzialità di sviluppo, risulta negli ultimi decenni, almeno in parte, ridotta.
Ciò è dovuto alle modifiche avvenute nella società che riguardano l’aumentata sensibilità ambientale, le nuove forme di turismo e di impiego del tempo libero, lo sviluppo tecnologico specie per quanto attiene alle infrastrutture virtuali, il costo della vita, il desiderio di sicurezza.
La strada verso una maggiore integrazione è tuttavia ancora molto lunga e richiede interventi strutturali e risorse, soprattutto economiche, a supporto dei territori più deboli, ma anche una maggiore equità in termini di condivisione ed utilizzo delle risorse stesse.
Nel territorio della Città metropolitana di Genova, pari a kmq 1.833,79, risiedono 854.099 abitanti (01/01/2016), con una densità abitativa pari a 465,76 abitanti per kmq.
Il suolo “consumato” per insediamenti e infrastrutture è pari al 6,3 % del totale (fonte: elaborazione Intesa Sanpaolo su dati Istat, 2015 – STARTCity, Libro bianco sulle Città metropolitane).
Le principali trasformazioni del territorio alla scala metropolitana sono avvenute per soddisfare le esigenze abitative sia di edilizia primaria (edilizia sociale nel capoluogo) sia secondaria (turistica nelle aree costiere), nonché allo sviluppo di attività produttive industriali – artigianali e commerciali nel capoluogo e nei centri maggiori costieri e di vallata. Più recentemente le trasformazioni urbane sono avvenute su aree già urbanizzate, con minore consumo di suolo, attraverso operazioni di riqualificazione o riuso di aree dismesse.
Il sistema ambientale è costituito da un mosaico di elementi naturali ed antropizzati, che nella loro diversità e molteplicità contribuiscono a realizzare un sistema di valori ecologici, paesaggistici, ambientali, culturali rispetto ai quali individuare azioni di tutela, incremento, valorizzazione, al fine di conservare, condividere e tramandare alle generazioni successive. Il sistema si compone di:
- territorio naturale boscato: interessa il 54% del territorio
- spazi aperti: diffusi nelle aree montane e particolarmente caratterizzanti le valli Stura e Aveto
- territorio costiero (scogliere, spiagge, lungomare, ..)
- parchi naturali: nella CM le aree protette dei parchi naturali regionali coprono il 7% del territorio e sono distribuite nell’area centrale (Antola), a ponente (Beigua) e a levante (Portofino, Aveto)
- parchi territoriali a corona del capoluogo (forti genovesi)
- ville, parchi e giardini pubblici e privati
- aree agrarie
- terrazzamenti
- corsi d’acqua e laghi
- ambiti fluviali, aree golenali, terrazzi fluviali
- spazi urbani (piazze, viali, …)
Il sistema della mobilità si basa su una rete infrastrutturale che si sviluppa linearmente lungo l’asse costiero e lungo le principali vallate perpendicolari alla costa (autostrade, ferrovia, strade di collegamento). Le criticità del sistema derivano dalla disparità di condizioni per le diverse aree territoriali, con alcune concentrazioni e conseguente congestione del sistema che produce effetti negativi sulla mobilità e sull’ambiente. La mobilità pubblica presenta particolari criticità per quanto attiene alle aree vallive e montane, specie per i territori interni del Tigullio (Valli Fontanabuona, Aveto, Graveglia e Sturla) che non sono serviti dalla ferrovia.
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