Tratta: tante donne liberate dai racket con i progetti e i servizi per le vittime
Valentina Ghio, vicesindaco della Città metropolitana di Genova, fa il punto e lancia nuove proposte in occasione della Giornata europea contro la tratta e riduzione in schiavitù degli esseri umani.Sono migliaia le donne vittime di tratta contattate dalla rete di servizi e azioni in cui dal 2000 la Città metropolitana di Genova (allora Provincia) si è impegnata a stretto contatto con il Dipartimento per le Pari Opportunità, la Regione Liguria e il Comune di Genova. “Per molte centinaia di donne – dice Valentina Ghio, vice sindaco della Città metropolitana con delega alle pari opportunità - il difficile e rischioso percorso di liberazione ha avuto successo nei progetti della rete locale, cofinanziati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, per la protezione e l’inserimento sociale delle vittime. Fra loro alcune hanno recentemente ottenuto anche la protezione internazionale e lo status di rifugiate - normalmente riservato a persone in fuga da guerre o persecuzioni etniche, politiche, religiose – proprio perché riconosciute vittime di tratta e sfruttamento sessuale. Nel nostro Paese è un caso rarissimo, frutto anche di ottime sinergie fra istituzioni e dell’efficacia della rete per le vittime sul territorio metropolitano e ligure che ormai, però, deve operare con risorse troppo ridotte e rese incerte dalla logica dei progetti annuali”.Per questo Valentina Ghio, domani in piazza De Ferrari a Genova con l’onorevole Micaela Campana, del Comitato parlamentare di controllo e vigilanza in materia di immigrazione, le assessore Elena Fiorini ed Emanuela Fracassi e la consigliera Cristina Lodi del Comune di Genova nel flash mob organizzato alle 17 da Città metropolitana, Comune di Genova, Sunrise e associazioni nella Giornata europea contro la tratta ribadirà “l’assoluta esigenza di un Piano nazionale aggiornato che abbandoni l’orizzonte ristretto dei progetti annuali per avviare, invece, programmi a lungo termine per meglio affrontare fenomeni dalle dimensioni strutturali ormai radicate e con numeri impressionanti di vittime, almeno mezzo milione in Europa”. La Città metropolitana di Genova si fa inoltre promotrice insieme al Comune di Genova di un Protocollo di intesa fra istituzioni locali, governative e associazioni del terzo settore coinvolte nei progetti antitratta per agevolare le attività e valorizzare esperienze e buone pratiche avviate: fra queste il progetto ” per tutelare le vittime rese schiave per sfruttarle (sessualmente, nel lavoro o nell’accattonaggio) che la Città metropolitana svolge in partenariato con il Comune di Genova, le tre Province liguri e la Regione, affidandone la realizzazione ad alcune associazioni del terzo settore. Alle vittime offre ospitalità (in una struttura protetta e segreta), vitto e assistenza sanitaria nella prima di emergenza, sviluppando progetti individuali al termine dei quali ogni persona può scegliere se proseguire l’inserimento nei programmi di protezione ed inclusione sociale oppure un rimpatrio assistito. Nel progetto le persone partecipano a corsi di alfabetizzazione italiana, informatica di base, orientamento ai servizi sul territorio e al lavoro, gruppi di socializzazione e attività pratiche. Ognuna è seguita da un operatore che prepara anche la relazione per il rilascio del permesso di soggiorno per protezione sociale oppure, se ci sono le condizioni, per il riconoscimento dello status di rifugiato e della protezione internazionale.
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