La Provincia di Genova dopo la questione della mancata annessione dei comuni del territorio Gaviese e Novese, era però destinata a subire ancora numerosi smembramenti e variazioni dei suoi confini prima di arrivare a presentare la dimensione attuale.
Verso i primi anni dei novecento si andava facendo sempre più viva la convinzione che lo sviluppo della città di La Spezia e del suo circondario era giunto ad una fase tale, sia dal punto di vista demografico che commerciale ed economico in genere, da rendere inevitabile (e peraltro anche auspicabile) la costituzione di una nuova Provincia orientale, che affiancasse quella di Genova nei compito di gestione di quei territori.
Si riunì così nei 1913 un congresso regionale per esaminare l'opportunità della creazione dei nuovo ente e tracciare, successivamente, le linee generali che avrebbero dovuto informarlo, cercando soprattutto di conciliare, per quanto possibile, gli interessi contrastanti fra le varie Province confinanti. Logicamente, infatti, la notizia non mancò di suscitare l'immediata reazione delle popolazioni interessate, che non vedevano di buon grado il loro allontanamento da Genova, alla quale si sentivano intimamente legate da affinità etnica, sociale ed economica.
Più che ragioni di carattere affettivo, presenti senz'altro nell'animo di quei liguri ma non così determinanti da influenzare la loro netta presa di posizione, sono infatti proprio quelle di carattere commerciale e finanziario che spinsero gli abitanti dei piccoli centri marinari della costa e dei paesi agricoli dell'entroterra ad avversare questo cambiamento di amministrazione.
"I nostri abbronzati contadini spediscono a Genova ortaggi e agrumi, meritato compenso alle loro fatiche diuturne, ai loro onesti sudori; i pescatori, ansiosi e vigilanti nelle notti insonni sulle acque dell'azzurrissimo Tirreno, spediscono a Genova il frutto dei loro lavoro trepidante e incerto; i piroscafi che vengono pazientemente costruiti nelle ansimanti officine della Società Esercizio Bacini ricevono il sapiente avorio dei nostri artigiani anneriti dal fumo... da tutto questo complesso di ragioni appare evidente il doversi appagare il legittimo desiderio di tutta la popolazione sestrese di rimanere alle dipendenze amministrative della Provincia di Genova."
Da queste poche righe (che si leggono in una pubblicazione datata marzo 1923 del Comune di Sestri Levante) appare fin troppo evidente l'ansia che le impronta: Sestri e tutti i paesi della zona scarsamente serviti dalle vie di comunicazione, se non da quelle che li collegano a Genova - verso la quale erano indirizzati anche tutti i loro commerci - vedevano prospettarsi all'orizzonte un futuro ben buio, pensando che, dovendo dipendere dal nuovo capoluogo sia finanziariamente (maggiori tributi), sia commercialmente (come sbocco dei traffici), questo passaggio non sarebbe stato altro che una condanna ad un maggiore stato di sottosviluppo e di emarginazione.
Nonostante le aspre polemiche e le ripetute istanze dei Comuni coinvolti, fu costituita con R.D. 2.9.1923 la Provincia di La Spezia che venne a comprendere 30 Comuni dei Circondano omonimo e dell'ex Mandamento di Chiavari, con una popolazione di 208.353 abitanti e una superficie di 894 Kmq.
In seguito, con R.D. 2.1.1927 (coi quale si provvedeva ai rimaneggiamento generale delle Circoscrizioni provinciali e alla creazione di 19 nuove Province) la Provincia di Genova dava vita, con l'intero territorio dei suo lato ovest, alla Provincia di Savona, che staccò da Genova tutti gli 87 Comuni dei due Circondari di Savona e di Albenga, con una popolazione di 208.115 abitanti e una superficie di 1589 Kmq.
In tal modo, alla Provincia di Genova rimase il territorio intermedio tra queste due nuove Province, venendo a comprendere il bacino dell'ex Circondano di Chiavari e di Genova.
Antecedentemente a questa data che, salvo ancora piccole modifiche successive, fissò i limiti della circoscrizione amministrativa attuale, va ricordato che con R.D. 8.7.1923 si era avuta l'annessione dei Comuni di Fascia, Gorreto, Rondanina, Fontanigorda e Rovegno (già facenti parte della Provincia di Pavia) alla Provincia di Genova; con R.D. 21.10.1923 si ebbe l'unificazione del Comune di Sestri Ponente con quello di San Giovanni Battista e infine, con R. D. 15.11.1925 si staccò il Comune di Capraia che passò a Livorno.
A seguito dell'attuazione di tutti questi provvedimenti, la Provincia di Genova che, nel 1922 contava una popolazione di 1.173.654 abitanti, dislocati in 199 Comuni e una superficie di 4270,97 Kmq., si trovò ad essere ridotta territorialmente e demograficamente ad una superficie di 1787 Kmq. con una popolazione di 762.323 abitanti, residente in 85 Comuni.
Tale numero di Comuni si ridusse ulteriormente a seguito di provvedimenti di riunificazione di Comuni contermini: esempio l'unificazione dei due Comuni di Bogliasco e Pieve Ligure nell'unico di Bogliasco (successivamente di nuovo smembrato), avvenuta nel 1928; dei due Comuni di Sori e Canepa nell'unico di Sori e all'assorbimento infine da parte del Comune di Genova dei 19 piccoli Comuni ad esso confinanti.
il numero dei Comuni della Provincia di Genova risulta a quest'epoca di 64.
Nel territorio contermine alla Provincia di Savona, vi è ancora da ricordare un'ultima variazione dei confini, dovuta all'annessione alla Provincia genovese del Comune di Cogoleto e di quelli di Tiglieto e di Urbe.
Questo provvedimento è datato 1923 e trova, specie per quanto concerne Cogoleto, ragioni prettamente di carattere amministrativo, che la giustificano.
il Comune di Cogoleto, situato territorialmente ad ugual distanza dai capoluoghi delle due Province, apparteneva allora alla Provincia di Savona.
Nel 1901 la sua popolazione ammontava a soli 3136 abitanti, ma in seguito alla costruzione del grande manicomio da parte della Provincia di Genova, si andò pressoché raddoppiando, tanto che nei 1921 vi risultava una presenza di 5482 abitanti.
Poiché quell'istituto psichiatrico era allora strettamente connesso con quello di Genova-Quarto, con il quale formava un unico ospedale, con unica gerarchia e unico ruolo dei personale, ben si comprende la necessità di annettere il Comune di Cogoleto entro la circoscrizione amministrativa di Genova.
Si giunse a questa determinazione anche per assicurare quella vigilanza sanitaria e amministrativa, obbligatoria ai sensi della legislazione allora vigente, con la legge 5.3.1932 (la stessa con cui vennero annessi anche i Comuni di Tiglieto e Urbe).
1938: La Provincia di Genova si estende perciò a questa data su 1.812,52 Kmq. con una popolazione totale di 821.274 abitanti, delimitandosi a ovest con Cogoleto e a est (e quest'ultima definizione dei confini risale ai 1938) coi comune di Moneglia.
(*) L'articolo è tratto dalla pubblicazione edita dalla Provincia di Genova nel luglio 1980 - a cura di M.Bottaro (coordinamento), P.Cavanna e P.Loss (grafica), M.Boccaccio, B.Cervetto, M.Fantoni, G.Isola, R.Olivieri e con la collaborazione di M.Maura e L.Pisseri.