Massimo teglio, dagli idrovolanti alla clandestinità per salvare migliaia di ebrei dai nazifascisti (video di tabloid)
La figura e l’azione dell’aviatore ebraico genovese ricordate dalla nipote Letizia nel video di Tabloid dedicato alla Memoria, “primo strumento per mantenere ferma la verità dei fatti e fermare i veleni dell’antisemitismo e del razzismo” dice Marco Doria.L’aviatore che rifiutò di lasciare Genova dopo l’8 settembre 1943 per salvare dai carnefici nazisti migliaia e migliaia di ebrei: nascondendoli in case private, residenze religiose, aiutandoli a trovare riparo in Svizzera, fabbricando documenti falsi, anche se assolutamente veri per la carta e i timbri (che provenivano da uffici comunali per le carte d’identità e dalle parrocchie per i certificati di nascita) perché con Massimo Teglio, “primula rossa” degli ebrei perché lui stesso sfuggito più volte alla cattura, alla catena di solidarietà della Delasem, l’organizzazione di soccorso e assistenza ebraica, parteciparono, a rischio della vita, davvero in molti: dalla curia del cardinal Pietro Boetto con il suo segretario monsignor Francesco Repetto (riconosciuto per la sua opera “Giusto fra le Nazioni” dello Yad Vashem di Gerusalemme), a funzionari della Questura e della Prefettura, dai medici che aiutarono a nascondere perseguitati ebrei nei reparti ospedalieri di malattie infettive ai diplomatici che favorivano l’espatrio. Lo racconta, ricordando la figura e l’azione coraggiosa di suo zio Massimo per strappare più vittime possibile ai nazifascisti, Letizia Teglio nel video del programma Tabloid della Città metropolitana dedicato alla Memoria della Shoah. E contro i veleni dell’antisemitismo e del razzismo il primo strumento “è proprio la memoria che ci orienta anche nel presente, mantenendo ferma la verità dei fatti, contro o, riduzionismo e rappresentazione annacquata delle responsabilità” dice nel video il sindaco metropolitano Marco Doria.