Città metropolitana, possibile supporto esterno per la nuova mission di atene
Lo prevede la delibera discussa e votata dal Consiglio metropolitano e presentata dal sindaco Marco Doria per riconfigurare il ruolo e le professionalità della parte di società che resterà a servizio dell’ente.L’obiettivo è riuscire, ha detto Marco Doria, a far “cambiare pelle, natura e oggetto” ad Atene, società per l’innovazione tecnologica e formativa “per ripensare nel modo più adeguato e oculato il suo ruolo e a come utilizzare in prospettiva le professionalità dei suoi lavoratori”. Per l’attuale società in house della Città metropolitana di Genova è stata infatti prevista e concordata la cessione del ramo d’azienda informatico, con 9 persone, alla Regione nel quadro delle competenze che ha riassunto sulla formazione, mentre un’altra parte della società, con 11 dipendenti andrà ridisegnata e articolata sulle funzioni fondamentali della Città metropolitana. In tempi rapidi anche perché questi lavoratori “hanno copertura economica sino a giugno prossimo” sulle rendicontazioni formative. Riprogettare struttura, mission e professionalità attuali di Atene è molto complesso e delicato, anche alla luce della recentissima riforma Madia sulle società partecipate e il mix delle competenze necessarie, tecnico-giuridico-societarie e di ingegneria organizzativa molto specialistiche, potrebbe richiedere un supporto professionale esterno alla Città metropolitana. Prevede questa possibilità (sino a un tetto massimo di 20.000 euro) la delibera presentata dal sindaco Doria e votata dal Consiglio metropolitano dopo un lungo dibattito nel quale sono intervenuti Gianni Vassallo, Laura Repetto, Gian Luca Buccilli, Adolfo Olcese, Gian Piero Pastorino e Cristina Lodi.Gianni Vassallo ha detto “La partita di Atene è stata seguita bene dalla Città metropolitana a livello politico e amministrativo, malgrado l’impostazione scellerata e predatoria della Regione che si è presa competenze ma non professionalità. Condivido l’impostazione del sindaco: o si stabilisce che l’oggetto societario non è più compatibile con le nostre finalità o si individuano nuove finalità utili per l’ente. Provo però dispiacere leggendo che per far questo sia necessaria una consulenza esterna perché ho sempre pensato che la Città metropolitana abbia professionalità elevate e superiori ad altri enti. E se il compito è al di là dell’ordinaria amministrazione diventa argomento specifico per i premi di produzione dei dirigenti.” Dopo la “sorpresa” manifestata da Laura Repetto il consigliere delegato al personale Buccilli ha detto “apprezzo il riconoscimento di Vassallo alla bontà del lavoro della struttura metropolitana che ha dimostrato qualità professionale e dedizione alla causa in una fase estremamente complessa e delicata. Finora abbiamo fatto tutto da soli, ma questa operazione richiede una particolare tipicità che oggi non è propria di un ente locale. Potremo avere questo tipo di professionalità nello strutturarci in futuro? E’ una sfida su cui misurarsi.” A Pastorino che ha chiesto “di coinvolgere le professionalità della Regione e dei suoi pluripremiati dirigenti prima di ragionare di un incarico esterno” il consigliere delegato Olcese ha risposto con “la dignità di discutere e decidere sulla questione all’interno del nostro ente”. Olcese ha detto “in linea generale spesso le consulenze sono motivo di giusto biasimo, ma in questo caso poiché si tratta di una complessa riconfigurazione di una parte di Atene in una nuova entità a servizio della Città metropolitana, in tempi brevi e tenendo conto della nuova riforma Madia, il supporto esterno non è uno strumento che possiamo precluderci a priori.” Nella replica il sindaco Doria ha detto “sulle consulenze c’è tanto giusto biasimo, ma altrettanta demagogia perché anche aziende private di grandi dimensioni, complessità e articolazione per gestire specifiche partite spesso si avvalgono di competenze esterne” e ribadito “creiamo le condizioni per poter procedere, ma senza finora spendere un solo euro. Prima di adottare qualsiasi atto che comporti una possibile spesa darò piena e tempestiva informazione al Consiglio”, come aveva chiesto anche Cristina Lodi sottolineando “l’esigenza importante di un monitoraggio sotto l’aspetto politico”. La delibera è stata approvata a larga maggioranza, con il voto contrario di Stefano Anzalone e le astensioni di Gianni Vassallo e Roberto Levaggi.