Dati online e Dati aperti
Le pubbliche amministrazioni possono pubblicare online i dati in vari formati.
Fare open data significa pubblicare i dati in formato aperto, assicurandosi quindi che questi dati abbiano una struttura ben precisa che permetta l’interpretazione e la comprensione anche tramite applicazioni informatiche.
Un dato è aperto se è accessibile da tutti ed online e disponibile gratis. Un dato per essere aperto deve
- Essere indicizzato dai motori di ricerca
- Essere leggibile da una applicazione informatica (essere machine-readable)
- Essere rilasciato da una licenza di tipo aperto
- Non essere vincolato alla privacy
Serve un modo per dare un significato ai dati cosicché le macchine (le applicazioni ed i programmi) non debbano provare ad indovinare, ma riescano a comprendere le informazioni pubblicate e quindi le possano interpretare e riusare. Il modo giusto per aprire i dati è quello di organizzarli in formati corretti.
Per distinguere i diversi formati utilizzabili nella codifica dei set dati, è stato proposto da Tim Berners Lee un modello che li classifica in base alle loro caratteristiche ed alla loro struttura su una scala di valori (o stelle) da 1 a 5.
- livello base costituito da file non strutturati (PDF scannerizzati)
- dati strutturati ma codificati con un formato proprietario (file word excel)
- dati strutturati e codificati in un formato non proprietario (file csv, xml)
- dati strutturati e codificati in un formato non proprietario e sono dotati di un URI (file xml con schema)
- Linked Open Data (rdf/rdfa)
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