Dalle borse lavoro una luce oltre la siepe del disagio (video di tabloid)
Le storie di Alessio e di Rachel nelle immagini e nelle interviste del programma della Città metropolitana di Genova che dedica un ampio servizio alle borse lavoro, strumenti fondamentali e insostituibili per l’inclusione di persone fragili.Percorsi dell’inclusione nel lavoro e nelle relazioni con gli altri che aiutano a ritrovare se stessi anche nella cornice rinascimentale dei musei civici di Strada Nuova. Come quelli di Alessio che a Palazzo Bianco racconta la magnifica mostra sino al 5 giugno, sugli anni della maturità artistica di Alessandro Magnasco, precursore di Turner e degli impressionisti per intensità pittorica e contrasti di luce. “Una mostra assolutamente da non perdere” raccomanda Alessio che scrive e pubblica anche libri per bambini e si occupa dell’accoglienza a Palazzo Bianco e in altri musei civici, come quello di storia naturale Doria, con una borsa lavoro.Uno strumento che può generare assunzioni, come racconta Rachel, laureata in lingue e ora all’accoglienza dell’Acquario di Genova. “Sono la prima interfaccia per i visitatori, dalle informazioni alle audioguide a molto altro – dice sorridendo – e in questo lavoro non ci si sente mai soli, perché i visitatori sono davvero tanti, anche 8.000 in giorni come Pasqua o il Primo Maggio”.Alessio e Rachel, inseriti nei servizi gestiti dalla Cooperativa Solidarietà e Lavoro, sono persone splendide, ma anche fragili e lo strumento delle borse lavoro aiuta loro e ogni anno trecento persone nel disagio mentale a costruirsi un futuro, una luce oltre la siepe. Con il sostegno della Città metropolitana, proseguendo un percorso aperto nel 2000 dall’allora Provincia, che le finanzia attraverso specifiche convenzioni con le Asl 3 e 4 e l’UCIL (l’ufficio per l’inclusione lavorativa) del Comune di Genova.Lo raccontano anche le immagini e le interviste del programma Tabloid della Città metropolitana di Genova, dando voce ai protagonisti di una rete che sostiene la fragilità inserendo e facendo sentire ogni persona davvero parte degli altri e con gli altri, nel lavoro e nelle relazioni, rispettandone l’individualità e le esigenze.Prima della crisi economica e del mercato del lavoro le borse generavano 60 assunzioni all’anno, ora sono 30 in aziende private, enti pubblici, cooperative e mondo delle associazioni, ma “il risultato resta comunque molto importante e positivo” dice Lidia Prato dell’ufficio inclusione lavorativa della Città metropolitana.Le borse lavoro per persone con disagio mentale o intellettivo avevano però rischiato di interrompersi a fine febbraio per mancanza di risorse. La Città metropolitana per erogarle, infatti, utilizza il Fondo Disabili regionale alimentato dai contributi delle aziende nel collocamento mirato delle persone disabili che però negli ultimi anni si è sempre più ridotto per la crisi che ha ristretto il numero delle aziende vincolate ai versamenti e sospeso gli obblighi di un numero sempre maggiore di imprese.La Città metropolitana ha allora chiesto e poi ottenuto dalla Regione di poter utilizzare i risparmi su altri fondi regionali già a bilancio per continuare a finanziarle e questi strumenti davvero fondamentali per l’inclusione di tante persone.