Test di carico per le fondazioni della variante a Manesseno
Dovranno sostenere un grande ponte d'acciaio. Per questo le fondazioni per i piloni del nuovo ponte della variante di Manesseno sono state sottoposte a complesse e rigorose prove di carico. Le abbiamo seguite e proviamo a raccontarne i dettagli con gli esperti del Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica e Ambientale dell'Università di Genova e del responsabile dei collaudi dell'opera.
CESARE GEMME
Ingegnere collaudatore
Il test misura le risposte di un palo metallico, inserito nel fondo dell'alveo, alle sollecitazioni progressive di un potente martinetto idraulico, sino a oltrepassare il carico previsto per la fondazione del pilone. Il martinetto esercita la forza su una putrella di ferro e la reazione di contrasto lo fa premere sul palo.
Un telaio di legno, fissato con quattro grossi blocchi di cemento, è la struttura d'appoggio dei sofisticati sensori, cilindri metallici che captano tutti i dati delle prove, misurando pressione e spostamento. La domanda essenziale in questi test, spiegano i tecnici, è quanto vale lo spostamento del palo in funzione di un valore noto di carico? La risposta è affidata a un sistema digitalizzato in cui i sensori, o meglio trasduttori, convertono la forza del martinetto e le risposte del palo in segnali elettrici, registrati su file con la massima precisione.
GIANCARLO CASSINI
DICCA Università di Genova
Un sensore, di pressione, misura la forza e dodici lo spostamento, ossia di quanto si abbassa il palo rispetto alla forza esercitata.
GIUSEPPE RIOTTO
DICCA Università di Genova
Le prove di carico sono una tappa fondamentale per i lavori della variante alla provinciale 2. Un'opera da 3 milioni di euro, cofinanziata da Regione e Provincia, che completerà con il nuovo ponte e un tratto di collegamento la strada realizzata sulla sponda sinistra del Sardorella e libererà l'abitato di Manesseno da tre quarti del traffico.
STEFANO BELFIORE
Progettista -- direttore dei lavori Provincia di Genova