Settembrin, la variante salpa sui nuovi ponti
Una storia di uomini e gru, di problemi molto complessi e di soluzioni altrettanto impegnative e faticose per liberare un'intera vallata, la Val Graveglia, dalle strettoie che ne ostacolano e rendono pericoloso l'imbocco, perché il primo chilometro della strada attuale è una serie di curve tortuose e anguste tra il torrente, le case e il monte dove si incrociano con molti disagi camion, auto e bus. Una situazione difficile per abitanti, frequentatori e aziende, come le cave, del territorio che sta trovando finalmente soluzione. Quella della variante di Settembrin. I primi progetti risalgono, in verità a più di trent'anni fa, ma idee diverse fra gli enti e finanziamenti probabili che non diventavano mai certi, hanno fatto emergere e sommerso diverse volte quest'opera. Però poi la svolta vera è arrivata: dalla prima metà degli anni 2000.
PIETRO BELLINA
Direttore Lavori Pubblici e Viabilità Provincia di Genova
La variante è così arrivata al progetto esecutivo e all'apertura dei cantieri cofinanziata dalla Regione con 6 milioni di euro, 1,8 milioni dalla Provincia che ne cura anche progetti, appalti e direzione lavori, 1,050 dal Ministero dell'Economia e 200.000 euro dagli enti locali della vallata. A fine lavori scorrerà sulla sponda sinistra del Graveglia, sopraelevata di tre metri e mezzo rispetto alla zona d'argine per garantire anche il flusso delle piene poi attraverserà il torrente, percorrerà per un tratto la sponda destra e ritornerà su quella sinistra fino a ricollegarsi al tracciato attuale all'altezza del nuovo ponte di Santa Lucia, costruito proprio nelle opere della variante. Ma per fare tutto questo c'era bisogno di altri due ponti gemelli, entrambi in acciaio. Il perché di questa scelta lo spiega il progettista e direttore dei lavori, insieme alle caratteristiche del tracciato.
STEFANO BELFIORE
Progettista e Direttore dei lavori Provincia di Genova
E qui torniamo alla storia di uomini e di gru, perché i nuovi ponti -- assemblati sul posto -- sono due colossi che pesano insieme quasi 450 tonnellate. Per sollevarli, spostarli e ancorarli sulle loro spalle in cemento armato sugli argini del Graveglia c'era bisogno di mezzi molto speciali: tre gigantesche autogru, due a nove assi e una a otto e di tanto impegno e professionalità.
ALESSANDRO CALABRESE
Ditta Calabrese Autogru
Non è stato semplice far arrivare sul cantiere le autogru, né lo è stato montarle e stabilizzarle, perché anche i grossi autosnodati che portavano i blocchi di ghisa per zavorrarle, 160 tonnellate per ogni gru, hanno avuto bisogno di molto aiuto per uscire dal fangoso greto del torrente, le cui piene tra autunno e inverno avevano demolito per ben tre volte i guadi del cantiere. Alla fine, cavo per cavo, gancio per gancio e bullone per bullone, uomini e mezzi sono arrivati al traguardo. Tutto pronto per il varo dei ponti. Un'operazione complessa, lunga e delicatissima, realizzata in sei mosse per ogni ponte.
CLAUDIO XOMPERO
Brixia Cantieri coordinatore del varo
E poi la posa è riuscita. Prima una, poi l'altra, smontando e rimontando le autogru per portarle vicino al secondo ponte.
Ora che entrambi sono montati, possono salpare i lavori per completare il tracciato della variante. Molto attesa e che finalmente si sta realizzando.
PIERO FOSSATI
Commissario straordinario della Provincia di Genova
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