Scrivia, la nuova briglia e' quasi pronta
Per frenare e controllare la forza, che può essere terribile, dell'acqua serve tutta la saldezza della roccia. Come questi giganti di pietra, cuore e corazza della nuova briglia fluviale sullo Scrivia. Il cantiere è a monte di Savignone, dove la drammatica alluvione del 4-5 novembre 2011 scatenò anche una furibonda piena del torrente che insieme a trentacinque metri di carreggiata della provinciale di vallata, già riaperta un mese dopo, demolì in gran parte la vecchia briglia del 1880. Ora la Provincia, con un finanziamento di 510.000 euro, sta ricostruendo questa opera idraulica. E' fondamentale, spiegano i tecnici, per ripristinare l'ambiente fluviale e perché la demolizione della vecchia briglia ha provocato per chilometri un drastico abbassamento dell'alveo, con rischi di problemi molto seri per la viabilità di un tratto con diversi ponti e per i sottoservizi, come il collettore fognario di vallata che segue lo Scrivia sino al depuratore di Ronco. Il cantiere, aperto il 25 giugno scorso, ha già realizzato due terzi dell'opera: la briglia ricostruita sarà lunga 45 metri da sponda a sponda, alta sul letto del torrente 6,30 metri agli estremi e più bassa di due al centro, per consentire un miglior deflusso delle piene, come prescritto dal piano di bacino.
FRANCESCO CARLEO, Direttore dei lavori, Provincia di Genova
Prima di realizzare queste scogliere a piano inclinato, con strati di massi inglobati nel calcestruzzo, la struttura è stata rafforzata a valle con pali in ferro ancorati al fondo del torrente e una cartella di cemento armato. E poi sempre a valle, al piede della briglia, l'opera continua con dieci metri di platea: per realizzarla una fondazione di rocce, poi conglobate con calcestruzzo. Nel letto del torrente bisogna per forza procedere a tappe, deviando progressivamente l'acqua dalla zona dove si sta lavorando, fino a completare la ricostruzione della briglia.
FRANCESCO CARLEO, Direttore dei lavori, Provincia di Genova
Per sollevare, spostare nel greto e poi inserire questi massi giganteschi nelle scogliere servono mezzi speciali. Il rombo degli escavatori della ditta Elis, che con quella dei fratelli Valloggia gestisce l'appalto della Provincia, dice già molto della potenza di macchine che consumano 16 litri di gasolio l'ora e hanno serbatoi da più di 300 litri.
ELIS CAPPELLI, Titolare Elis srl
Condurre nei fiumi e nei torrenti questi mezzi, capaci quasi di tutto, sollevando macigni pesantissimi, richiede tanta esperienza e professionalità. Per affrontare nel modo giusto anche le situazioni più difficili.
ELIS CAPPELLI, Titolare Elis srl
E lavorare bene, come è avvenuto sinora, significa anche poter ridurre i tempi previsti e anticiparne la conclusione.
FRANCESCO CARLEO, Direttore dei lavori, Provincia di Genova
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