S.Andrea di Borzone, tesoro millenario e unico fra meraviglie e misteri
Le sue origini risalgono, forse, già all'ottavo secolo e sul complesso abbaziale di Sant'Andrea a Borzone ci sono poi documenti ufficiali del primo 1100. Di sicuro questo tesoro artistico e architettonico nel territorio di Borzonasca, con tanti interrogativi ancora aperti sui tempi e le modalità della sua edificazione è assolutamente unico: lo dicono bellezza, originalità e meraviglia dell'impianto dove la pietra si unisce al mattone.
Padre ATTILIO FABRIS, monaco diocesano
Prima sede di una comunità monastica colombiniana quando dipendeva dall'abbazia di San Colombano a Bobbio oppure da quella di San Pietro in Ciel d'Oro a Pavia, Borzone accolse poi monaci benedettini dalla fine del XII secolo.
Padre ATTILIO FABRIS, monaco diocesano
Ed ecco la facciata e i fianchi della chiesa di Sant'Andrea, nell'armonia davvero unica della pietra e del mattone, ritmata da un doppio ordine di arcatelle cieche.
Padre ATTILIO FABRIS, monaco diocesano
Pietra e mattone scandiscono allo stesso modo i paramenti murari esterni ed interni dell'abbazia.
Padre ATTILIO FABRIS, monaco diocesano
Il complesso millenario è custodito da un cipresso monumentale che esisteva già all'epoca dei monaci benedettini perché risale a 600 anni fa. Lasciata la sua ombra entriamo a scoprire anche l'interno della chiesa.
Padre ATTILIO FABRIS, monaco diocesano