La storia risuona tra le campane nell'antica fonderia diventa museo
Sono uno dei simboli più profondi della vita e dello spirito dell'uomo: le campane che con i loro rintocchi scandiscono le liturgie religiose cristiane e le ore e nei secoli hanno avvertito di ogni evento o pericolo le comunità, ora hanno il loro museo ad Avegno, nell'ex fonderia storica Picasso che per oltre quattrocento anni ha tramandato l'arte dei tesori di bronzo. L'ex fonderia, ristrutturata con fondi regionali e affidata dalla famiglia alla gestione del Comune, raccoglie la storia viva di queste straordinarie creazioni, tra campane secolari -- come quella della Pieve di Montarsolo, nel piacentino di Ottone, fusa dai Picasso nel 1837 -- fasi di lavorazione, materiali e strumenti che insieme al bronzo fondevano saperi. Perché una campana nasce dalla cura, dall'esperienza, dalla passione. E per farsi bronzo parte dalla terra: su un cono di mattoni, il maschio, si modella una campana di terra e canapa, detta matta o falsa.
GIAN PIETRO PICASSO
Famiglia della storica fonderia
Quando lo strato più esterno del modello è asciutto si sfila la campana falsa e il vuoto rimasto tra lo strato interno, l'anima, e quello esterno, la camicia, è pronto per ricevere il bronzo della campana definitiva.
GIAN PIETRO PICASSO
Famiglia della storica fonderia
Gian Pietro Picasso ha fuso qui l'ultima campana nel 2004. Poi dice, a malincuore abbiamo dovuto chiudere.
GIAN PIETRO PICASSO
Famiglia della storica fonderia
Ora però con il museo delle campane si completa il sogno della "valle del tempo".
GIUSEPPE TASSI
Sindaco del Comune di Avegno
L'apertura del museo - nei primi tempi sarà visitabile al sabato, poi più giorni alla settimana con l'inserimento nella rete museale regionale - vuole rilanciare, dice il sindaco Tassi, anche arte e saperi delle campane che presto saluteranno il museo con un concerto.
GIUSEPPE TASSI
Sindaco del Comune di Avegno