Frana delle Ferriere, colpa della falda
Frana delle Ferriere, all'estremità occidentale dalla strada provinciale 225 della Val Fontanabuona, a poche centinaia di metri dallo sbocco in vallata del tunnel Bargagli-Ferriere, recentemente intitolato a Paolo Emilio Taviani: 60 metri di strada -- per fortuna solo una parte della carreggiata -- smottata a valle all'alba del 27 dicembre, in seguito all'intensa e prolungata pioggia caduta nei giorni di Natale e Santo Stefano.
Fortunatamente, nessun danno a persone o cose, ma ora bisogna porre un rimedio definitivo alle cause che hanno provocato la frana. E sono cause note da oltre 40 anni alla Provincia di Genova, che ha ereditato la strada dall'Anas. Era infatti il 1971 quando lo Stato costruì il traforo, allora autostradale, lungo 2 chilometri e chiamato T3 per distinguerlo dal T1 (Monte Bianco) e dal T2 (Gran San Bernardo).
I materiali di scavo della galleria, per lo più ardesia, abbondante nella Val Fontanabuona, furono accumulati in una piccola conca poche centinaia di metri a valle dello sbocco del tunnel, e su questo riempimento si appoggiò la sede stradale.
PIERO FOSSATI, COMMISSARIO STRAORDINARIO PROVINCIA DI GENOVA
Ecco, la frana è proprio lì. Quella piccola conca, infatti, è zeppa di acqua, che erode da sotto la massa di materiali di riporto su cui poggia la carreggiata. Non a caso la parte di strada crollata era già transennata da tempo.
STEFANO BELFIORE, UFFICIO PROGETTI SERVIZIO VIABILITA' PROVINCIA DI GENOVA
E a poco è servito il pozzo profondo 20 metri costruito dalla Provincia nel 2010 per captare tutta l'acqua della conca: le piogge del 25 e 26 dicembre hanno portato più acqua di quanta ne potesse contenere. E anche i canali di drenaggio posti sotto la sede stradale sono stati spazzati via dalla frana.
ROBERTO FRANZ, RESP. ZONA 'CENTRO', SERVIZIO VIABILITA' PROVINCIA DI GENOVA
Ora il traffico scorre grazie a un senso unico alternato, ma bisogna riparare il danno al più presto.
PIERO FOSSATI, COMMISSARIO STRAORDINARIO PROVINCIA DI GENOVA
La soluzione ottimale, che risolverebbe il modo radicale il problema, sarebbe creare una sorta di ponte, ovvero una soletta lunga 60 metri che non poggi più sulla massa di detriti, ma sulla solida roccia posta ai due estremi della conca. Per ora, però, questa è solo un'ipotesi di lavoro.
Per lasciare spazio al cantiere di lavoro, potrebbe porsi la necessità di allargare l'attuale sede stradale verso monte, con una mini-variante che passi proprio sopra la copertura del pozzo. L'ipotesi è allo studio.
L'investimento per l'intervento non è ancora quantificabile, ma, vista l'attuale povertà del bilancio della Provincia, sarà la Regione a farsi carico delle risorse finanziarie.
RAFFAELLA PAITA, ASS. REGIONALE INFRASTRUTTURE
La frana delle Ferriere, al confine fra i comuni di Bargagli e Lumarzo, sta tenendo la Val Fontanabuona col fiato sospeso: infatti, se la frana dovesse proseguire e la strada essere chiusa del tutto, la valle resterebbe quasi completamente isolata, visto che alla sua estremità opposta la provinciale 225 è interrotta dal 22 ottobre a causa del crollo del ponte di Carasco.
GUIDO GUELFO, SINDACO DI LUMARZO
In caso di chiusura totale alle Ferriere, l'unica alternativa sarebbe la provinciale n. 77 di Boasi, che poi era il vecchio tracciato della 225 prima dell'apertura del tunnel delle Ferriere. Una strada ampia, ma molto più lunga dell'attuale.