Fabbriche a rischio incidente, al lavoro provincia e vigili del fuoco (Iplom)
Dal 1943 a Busalla è presente la Iplom, una raffineria che occupa una vasta porzione di territorio comunale a ridosso dell'abitato, lungo il fiume Scrivia. Lo stabilimento industriale sorge in una stretta valle del versante padano dell'Appennino ligure, ed è quindi compresso tra le colline e il torrente, con l'autostrada Milano-Genova che corre a pochi metri e le case a poche decine di metri, sull'altra sponda del fiume.
La fabbrica oggi assicura oltre 200 posti di lavoro, ma la sua convivenza col paese, nel corso di 70 anni, è sempre stata complessa: per loro natura, infatti, le raffinerie sono impianti industriali che hanno un forte impatto ambientale sul territorio, e inoltre, rispetto ad altri tipi di stabilimenti, hanno un rischio di incidente più elevato.
RICCARDO PARIGI
Relazioni Esterne Iplom
L'azienda, per ottemperare a stringenti direttive europee sulla riduzione del tasso di zolfo nei combustibili, ha recentemente realizzato il progetto Autoil 2, costruendo una parte di impianto completamente nuova che lavora ad alte temperature e pressioni. Aumentano i rischi di incidente? Sono state adottate misure di sicurezza adeguate?
FLAVIO CERRATO
Consulente Comune di Busalla per R.I.R.
RICCARDO PARIGI
Relazioni Esterne Iplom
Insomma, la Iplom è un tipico esempio di stabilimento industriale che ha un rapporto delicato con l'ambiente e il territorio circostanti. Ovviamente non è l'unico: in provincia di Genova gli impianti a rischio di incidente rilevante sono una dozzina: oltre alla Iplom ci sono la Superba e la Carmagnani di Multedo (depositi di prodotti chimici e petrolchimici), la Tecnomine (polveriera sulle alture di Sestri Ponente), un paio di depositi costieri di oli minerali nel porto di Genova, la Aesse di Carasco, che produce ossidi di zinco, e altri impianti a Cogoleto.
Il censimento lo ha fatto nel 2008 la Provincia di Genova, in un documento allegato al Ptcp, lo strumento di pianificazione urbanistica provinciale che dà indicazioni generali ai piani urbanistici dei comuni. Ma che cosa c'entra l'urbanistica con le aziende a rischio di incidente? C'entra, perché lo sviluppo urbanistico di un comune deve tenere conto della compatibilità fra gli stabilimenti a rischio presenti sul territorio e i cosiddetti 'edifici sensibili' come scuole, asili, ospedali o stazioni ferroviarie.
ROBERTO ALMAGIONI
Assessore Urbanistica Comune di Busalla
I comuni devono quindi mettere nero su bianco nei loro piani urbanistici la compatibilità dei loro edifici sensibili con gli impianti industriali a rischio: per esempio, se una scuola non è compatibile, potrà essere trasferita. Per definire questa compatibilità i comuni sono tenuti a predisporre un documento tecnico chiamato RIR (rischio di incidente rilevante). Il comune di Busalla, primo in provincia di Genova, sta redigendo il suo RIR, affidandosi alla consulenza di un professionista considerato molto autorevole, l'ingegnere chimico Flavio Cerrato.
Le aree in cui verificare la compatibilità degli 'edifici sensibili', definite 'aree di osservazione', sono ovviamente le zone abitate più vicine agli impianti a rischio, e sono state tracciate dalla Provincia nel suo documento del 2008 proprio per aiutare i Comuni nel loro lavoro.
La Provincia ha appena firmato insieme ai Vigili del Fuoco una convenzione per verificare insieme le aree di osservazione disegnate nel 2008. Infatti in questi 5 anni potrebbero esserci state delle novità, sia legislative, sia industriali.
ADRIANO GANGEMI
Provincia di Genova
La verifica, oltre che ad aggiornare i perimetri e le caratteristiche delle aree di osservazione, serve anche a fornire alla Prefettura, che sovraintende alla protezione civile, indicazioni utili ad aggiornare il piano di emergenza in caso di incidente che coinvolga aree esterne allo stabilimento.
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