Ex Stoppani, viaggio tra interventi, fantasmi (e residui) del cromo
Ciò che resta del cromo, l'elemento base dei molti prodotti chimici dell'ex Stoppani che per un secolo ha avvelenato le falde e il suolo sino al mare nella valle del Lerone tra Cogoleto e Arenzano. Dal 2003 lo stabilimento è stato chiuso definitivamente e con molta fatica e altrettante difficoltà, legate anche ai nodi del fallimento e della proprietà delle aree, sono poi iniziati smantellamento e decontaminazione, affidate, proprio perché il sito è stato riconosciuto come un'emergenza nazionale, a una specifica struttura commissariale governativa con fondi pubblici. Il nostro viaggio ci porta dentro l'ex stabilimento, per fare il punto su quanto è stato già fatto e quanto resta da fare per risanare le aree. Le prime tappe sono state la bonifica completa dall'amianto, poi la demolizione di tutte le strutture della parte sud, iniziata con il secolare forno a piatto e proseguita poi con i primi abbattimenti verso nord: quelli degli impianti di acidificazione e produzione di acido cromico e salcromo. Risanati i litorali, eliminando tutti i cosiddetti crostoni di cromo sui due lati della foce del Lerone, è stato realizzato anche un nuovo impianto per la depurazione continua delle falde d'acqua. E dall'autunno scorso è partita la messa in sicurezza idrogeologica della discarica del Molinetto. Dopo le indagini in parete dei rocciatori, gli interventi sono iniziati facendo trasportare tutti i materiali sui ripidi versanti da un elicottero, per rimuovere massi e rocce pericolanti, sistemare nuove reti di protezione e rafforzare quelle esistenti.
CECILIA BRESCIANINI
Vice Commissario straordinario per l'emergenza ex Stoppani
Un'ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, annunciata e attesa a breve, dovrebbe trasferire dal Ministero dell'Ambiente e dalla Regione alla struttura commissariale nuovi fondi, stimati fra i 4 e i 5 milioni, per proseguire gli interventi al Molinetto.
CECILIA BRESCIANINI
Vice Commissario straordinario per l'emergenza ex Stoppani
E nelle previsioni le stesse risorse dovrebbero bastare anche per un nuovo smantellamento nell'ex fabbrica: quello, urgente, del magazzino prodotti, una delle strutture più degradate e a rischio perché il cromo continua a corroderlo e a infiltrare le pareti.
CECILIA BRESCIANINI
Vice Commissario straordinario per l'emergenza ex Stoppani
Al momento della chiusura l'ex Stoppani aveva ancora circa 140 dipendenti, ma tra gli anni 70 e 80 tra lavoratori diretti e ditte esterne erano più di 400. In quegli anni funzionavano a pieno regime nello stabilimento tutti i forni per il cromo.
CECILIA BRESCIANINI
Vice Commissario straordinario per l'emergenza ex Stoppani
Guardiamoli da vicino questi giganteschi fantasmi del cromo e dell'archeologia industriale che presto - si spera - spariranno in nuove demolizioni e risanamenti. A guidarci nel cuore dei vecchi forni, che fondevano 12 tonnellate di miscela al cromo ogni ora a 1050 gradi, bruciando tonnellate di olio combustibile, è Oliviero Tersitti, alle spalle 26 di lavoro alla Stoppani prima di entrare nella struttura commissariale .
OLIVIERO TERSITTI
Ex assistente alla produzione della Stoppani