ex stoppani, proseguono demolizioni e commissariamento
La nuova fase di demolizioni, decontaminazioni e messa in sicurezza iniziata dallo scorso autunno sta davvero cambiando aspetto all’area dell’ex Stoppani, un’emergenza nazionale per il gravissimo inquinamento del cromo lavorato per un secolo, fino al 2003, dalla fabbrica della Val Lerone. Dopo il vecchio magazzino prodotti, dove il cromo affiorava ancora a vista dai muri, sono state abbattute molte altre strutture dell’ex fabbrica, giganteschi fantasmi di un’archeologia industriale ancora molto minacciosa.
CECILIA BRESCIANINI, Vice Commissario sito d’interesse nazionale ex Stoppani
Tutto il ferro delle demolizioni viene trattato e decontaminato dal cromo esavalente con soluzioni di acido solforico e bisolfito nelle due vasche di cemento armato realizzate a questo scopo, con sistemi di captazione dei vapori e abbattimento delle emissioni. Stoccato, sarà poi destinato alla vendita, gestita dalla curatela fallimentare dell’ex fabbrica. Ma anche nella nuova serie di interventi per la messa in sicurezza, affidati dalla struttura commissariale all’impresa specializzata Riccoboni, l’ex Stoppani continua purtroppo a riservare brutte sorprese.
CECILIA BRESCIANINI Vice Commissario sito d’interesse nazionale ex Stoppani
Un nodo, cruciale, da sciogliere era anche quello della continuità di gestione per la messa in sicurezza di questa emergenza nazionale. Dall’entrata in vigore della legge 100, a fine 2011, infatti, la struttura commissariale è stata prorogata di volta in volta solo per un anno. Nel 2015 il provvedimento è entrato in vigore a febbraio, mese in cui per l’ex Stoppani è stata pronunciata anche una sentenza dal valore storico, soprattutto per i principi giuridici che sanciscono e quantificano lo scempio provocato all’ambiente dai veleni della fabbrica.
CECILIA BRESCIANINI Vice Commissario sito d’interesse nazionale ex Stoppani