Camogli, un mare d’acqua dolce
Camogli, sulla costa della Città metropolitana di Genova, è uno dei borghi marinari più belli e famosi del mondo, e deve la sua antica prosperità alle fortune dei commerci marittimi. La sua storia e la sua ricchezza, quindi, sono legate al mare. Tuttavia l'acqua indispensabile alla vita della cittadina non fu solo quella salata, ma anche quella dolce, di cui l'approvigionamento è sempre stata molto difficoltoso, dato che le fonti a cui la cittadina può attingere si trovano sul Monte di Portofino, scosceso e impervio. Fino all'ultimo decennio dell'Ottocento, quindi, i camoglini si accontentavano di piccole cisterne e fontane, poi fra il 1895 e il 1899 venne costruito l'Acquedotto delle Caselle, un'opera ingegneristica complessa e spettacolare che captando l'acqua a oltre 300 metri di quota sopra San Fruttuoso di Camogli la portava in città attraverso tubi di 20 cm di diametro che attraversavano pareti a strapiombo e gole grazie ad opere come gallerie e sifoni. L'acqua del Monte riforniva le abitazioni di Camogli e alimentava anche 14 fontane, alcune sopravvissute ancor oggi. Inoltre veniva imbottigliata, aromatizzata, da una piccola azienda nel centro del paese, che la rivendeva in bottiglie a sifone. L'Acquedotto delle Caselle non esiste più (se non per una piccola porzione che rifornisce il pittoresco borgo di San Fruttuoso di Camogli), ma è rimasto il suo tracciato che è stato trasformato in uno dei percorsi escursionistici più celebri della Città metropolitana, la 'via dei tubi'. La storia dell'acquedotto è stata raccontata da un appassionato di storia locale, Riccardo Buelli, in un volume frutto di 15 anni di ricerche d'archivio e di raccolta di testimonianze. Oggi a Camogli l’acqua pubblica non è certo più solo quella delle fontanelle, ma è soprattutto quella consumata in grande quantità dalla piscina comunale: e come tutti i comuni della Città metropolitana, anche Camogli avrà un sensibile risparmio nella bolletta dell’acqua pagata a Iren, grazie al provvedimento della stessa Città metropolitana di Genova che ha tagliato la tariffa dell’acqua ai comuni e alle piscine e altri impianti sportivi, riconoscendo così il valore sociale dello sport. Per questi utenti il costo a metro cubo dell’acqua scende da 2 euro e mezzo a poco più di un euro.
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