7 milioni di danni sulle strade provinciali devastate dall'alluvione (Obbi)
L’alluvione del 9 e 10 ottobre, terrificante e drammatica per Genova, ha devastato e sommerso anche il territorio sotto la furia delle piene e la violenza dei nubifragi che hanno provocato un’infinità di frane molto gravi sulle strade provinciali e locali. La Provincia ha subito finora danni alla sua rete stradale per sette milioni di euro, un terzo dei quali assolutamente necessari solo per riaprire i tratti chiusi: e l’elenco purtroppo lungo comprende strade delle Valli Scrivia, Polcevera, Trebbia, Fontanabuona, Sturla e Aveto, dove la provinciale 586 è stata chiusa alla Squazza, fra Borzonasca e Rezzoaglio, perché l’alluvione ha aperto un profondo squarcio, lungo venti metri, nella carreggiata.
L’impressionante e furibonda piena dello Scrivia, che ha superato l’altezza dei ponti, ha colpito in modo pesantissimo la vallata. A Casella, dove c’è il campo base della Protezione Civile nazionale per l’emergenza alluvione, il torrente si è portato via anche un largo tratto della variante alla provinciale 226.
ROBERTO FRANZ Responsabile di zona viabilità provinciale
Tre anni fa l’alluvione del novembre 2011 aveva fatto crollare nello Scrivia un altro tratto della stessa strada, a Ponte di Savignone, ricostruito e riaperto in un mese e mezzo dalla Provincia. Ma il torrente è tornato a colpire, in modo durissimo, proprio lì, sotto la carreggiata.
ROBERTO FRANZ Responsabile di zona viabilità provinciale
Sulla provinciale 226 è stato chiuso cinque giorni, e poi riaperto il 15 ottobre, il tratto nel centro di Montoggio, per i drammatici problemi di questo Comune, colpito dalle frane e dalla violenza del torrente Carpi e simbolo di tutto il territorio martoriato dall’alluvione.
MAURO FANTONI Sindaco del Comune di Montoggio
Il torrente Carpi, letteralmente esploso, facendo saltare un pezzo di strada comunale, inondando la provinciale e il borgo e mettendo a rischio anche diverse abitazioni, ora scorre sotto una frana di pietre e rocce, enorme e impressionante come la morena di un ghiacciaio, dove la carcassa di un’auto e i panni stesi da una casa evacuata fanno capire, come il fango ovunque, le barriere di sabbia, negozi e locali sventrati, che cosa ha vissuto questo paese della Valle Scrivia. Che però, dagli abitanti ai volontari a tutte le istituzioni e organizzazioni presenti, continua a resistere.
MAURO FANTONI Sindaco del Comune di Montoggio
Proseguendo verso la Val Trebbia troviamo altre ferite dell’alluvione
GINO DELUCCHI Responsabile di zona viabilità provinciale
Anche i collegamenti di valico fra la Val Trebbia e la Fontanabuona sono stati colpiti duramente, con chiusure sulla provinciale di San Marco d’Urri e su quella di Neirone che vediamo in queste immagini.
GINO DELUCCHI Responsabile di zona viabilità provinciale
L’alluvione mette a rischio molti collegamenti con le piccole località dell’entroterra, che presidiano, sempre più a fatica, anche le zone montane più remote, cercando di mantenerle vive. Come nel caso di Rondanina, dove a Conio Avena sono stati spazzati via trenta metri di carreggiata della provinciale del Brugneto.
GINO DELUCCHI Responsabile di zona viabilità provinciale