Vittime e carnefici, l'atlante online delle stragi nazifasciste
Parla alla coscienza e alla ragione per trasmettere memoria condivisa di tutte le 23.371 vittime di oltre 5.400 episodi di sangue. E' l' Atlante delle stragi naziste e fasciste in Italia fra il 1943 e il 1945 La banca dati digitale, frutto del lavoro congiunto di studiosi tedeschi e italiani nell'accordo fra l'Italia e la Germania che l'ha finanziato, è stata promossa dall'Istituto per la storia del movimento di Liberazione e dall'Anpi, coinvolgendo la rete degli Istituti storici della Resistenza. Quello ligure, l'Ilsrec, ha presentato l'atlante, con il presidente Ronzitti, studiosi e rappresentanti delle istituzioni e soggetti partecipanti nel salone della Città metropolitana di Genova dove la consigliera Laura Repetto ha sottolineato il valore, la duttilità e l'assoluta novità in Europa di quest'opera fondamentale per trasmettere la memoria a ragazzi e ragazze delle scuole.
Ma qual è stata la genesi del progetto?
CHIARA DOGLIOTTI, Università di Pisa, coordinatrice ricerche per la Liguria
Nelle indagini sono stati coinvolti 115 ricercatori degli Istituti storici della Resistenza.
CHIARA DOGLIOTTI, Università di Pisa, coordinatrice ricerche per la Liguria
Per dare omogeneità alle ricerche sono stati messi a disposizione degli studiosi anche i materiali del famigerato “armadio della vergogna” che era stato sepolto in uno scantinato con 695 fascicoli di eccidi e massacri nazifascisti.
CHIARA DOGLIOTTI, Università di Pisa, coordinatrice ricerche per la Liguria
Le violenze contro gli inermi mettono in luce differenze fra le diverse parti della Penisola e anche l'accanimento della Repubblica di Salò contro partigiani e civili nel tentativo fallito di riconquistare l'Italia al fascismo.
CHIARA DOGLIOTTI, Università di Pisa, coordinatrice ricerche per la Liguria
Nella VI zona partigiana l'Atlante ha censito 26 eccidi e singole uccisioni, con 217 vittime.
ALESSIO PARISI, ricercatore ILSREC
Le ricerche hanno anche accertato definitivamente che all'Olivetta tra i prigionieri di Marassi portati a Portofino per essere fucilati e gettati in mare ci fu una ventiduesima vittima, Luigi Costa, colpevole di avere un fratello partigiano.
ALESSIO PARISI, ricercatore ILSREC
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