Valbisagno, storia di ponti, di piene e di paura
Quanto è lunga in Valbisagno la storia delle comunicazioni e la storia della paura! La lunga valle alle spalle di Genova, da sempre urbanizzata con numerosi centri abitati, è stata infatti attraversata fin da tempi remoti da numerose mulattiere che collegavano i monti al fondovalle, fino alla costruzione a metà Ottocento della strada in sponda destra. Per collegare le due sponde del torrente furono costruiti diversi ponti e innumerevoli passerelle. Ma innumerevoli sono state anche le piene del torrente che fin dall’antichità hanno travolto ponti, passerelle, case, campi e, da quando esiste, la strada di sponda destra. La storia dei ponti è quindi la storia della lotta contro la forza dirompente della Natura. Qual è il ponte più interessante? Lo chiediamo a una ricercatrice storica locale, che da 20 anni scava negli archivi alla ricerca di notizie.
Il ponte Carrega, che resse a una piena molto violenta, quella del 1788, fu costruito con un sistema di finanziamento molto curioso.
Durante la sua lunga storia, il ponte Carrega fu accorciato due volte, prima con un taglio in sponda destra, e più tardi con un taglio in sponda sinistra.
Con l’aumento del passaggio di carri, per garantire l’incolumità dei pedoni, nel 1907 il ponte venne allargato.
Un altro ponte storico del Bisagno, qualche chilometro più a monte, è quello della Rosata, che venne costruito nel 1861, anno dell’Unità d’Italia, dieci anni dopo il completamento della strada di sponda destra, realizzata a metà Ottocento. A chiedere il ponte furono gli abitanti di Bavari, località in sponda sinistra, proprio per collegarsi alla nuova strada.
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