Rilancio dell'entroterra, ora ci pensa lo stato
Paesi spopolati da 50 anni di abbandono, l’economia rurale ormai quasi scomparsa, e nessun tipo di economia sostitutiva, se non un turismo dai numeri piccolissimi: è questa la drammatica situazione della ‘aree interne’ italiane, ovvero le aree appenniniche, che in Liguria più che in altre regioni costituiscono gran parte del territorio.
L’abbandono, oltre a cancellare qualsiasi forma di economia, ha anche gravi conseguenze sull’equilibrio idrogeologico: la mancata cura del territorio infatti moltiplica le conseguenze nefaste dei fenomeni naturali come le alluvioni o gli incendi.
Per cercare di invertire la rotta e salvare dal disastro totale questi territori, dando loro una speranza di sviluppo e rendendoli anche più sicuri dal punto di vista idrogeologico, è partito un anno fa un progetto del Ministero dell’economia, che si chiama proprio ‘Aree interne’, e che è stato promosso dall’ex ministro della coesione territoriale Fabrizio Barca, che ancora oggi lo segue attraverso il dipartimento coesione territoriale del governo.
Fra le 20 aree interne individuate in Italia, una è interamente compresa nei confini della Città metropolitana di Genova, che come è noto di metropoli ha solo il nome, perché è costituita in larga maggioranza da territori montuosi e appunto molto spopolati.
L’area interna genovese comprende 16 comuni, e potrà beneficiare, se riuscirà a presentare un progetto valido, di un finanziamento dello Stato e dell’Unione europea di complessivi 7 milioni di euro.
Come requisito per partecipare al bando di finanziamento, occorre proporre soluzioni che dotino l’area di tre tipi di servizi tipicamente carenti nella aree interne: scuola, trasporti, sanità.
Dopo mesi di lavoro, questa settimana a Fontanigorda si è fatto il punto: i rappresentanti del territorio, sindaci, operatori economici, associazioni, supportati dai funzionari della Regione e della Città metropolitana, hanno presentato la bozza del loro progetto ai rappresentanti del ministero guidati da Barca.
FABRIZIO BARCA, DIPARTIMENTO COESIONE TERRITORIALE
I paesaggi colturali e il patrimonio rurale tipici di questa zona sono stati ricostruiti da numerosi studi condotti dalle università di Genova, di Pollenzo e del Piemonte Orientale: si è così scoperto che in queste zone dell’entroterra genovese si è passati nel corso dei secoli dal castagneto alle abetaie, dalle praterie alla brughiera. Per che cosa può essere resa utile, oggi, questa mole di dati e di studi?
ROBERTA CEVASCO, UNIVERSITA’ DI POLLENZO
La Città metropolitana supporta il progetto ‘Aree interne’ in vario modo. Per prima cosa ha creato il portale ‘Fuorigenova’
ARIANNA GARBARINO, UFF. PIANIFICAZ. GENERALE CITTA’ METROPOLITANA GENOVA
MARCO DORIA, SINDACO METROPOLITANO GENOVA
Un ruolo centrale per ‘Aree interne’ è svolto in particolare da Anci.
PIERLUIGI VINAI, ANCI LIGURIA
Un punto centrale del progetto è l’istruzione: rafforzare quella primaria e quella professionale per formare e fare aprire al mondo le nuove generazioni che opereranno sul territorio.
Per quel che riguarda la scuola, il grande problema sono i trasporti: non essendoci nell’area scuole superiori, gli studenti devono alzarsi prima dell’alba per raggiungere Genova o il Tigullio con viaggi di ore. Il servizio di traporto pubblico va quindi migliorato.
ROBERTO ROLANDELLI, ATP
GLAUCO BERRETTONI, PRESIDE IST. COMPR. VALLI E CARASCO
Ma su quali asset può puntare il rilancio economico di quest’area?
MARGHERITA ASCQUASCIATI, SINDACO DI FONTANIGORDA
CARLO CARENINI, PRES. COMITATO SPORT VALTREBBIA