La resistenza del partigiano Gianni
La storia? Va studiata a fondo, per capire davvero tutto ciò che è stato e costruire le proprie idee e speranze sul futuro evitando errori e orrori del passato. E le pagine della Resistenza contro il nazifascismo, scritte e raccolte in moltissime opere, le possiamo anche conoscere direttamente da chi ha l'ha vissute, quando ragazzo giovanissimo, divenne partigiano. Come Giovanni Ponta, entrato nella Resistenza a Genova a 17 anni.
GIOVANNI PONTA
Partigiano "Gianni" -- vice presidente ANPI Provinciale di Genova
I Gap e le Sap, gruppi e squadre di azione patriottica, agivano in città e nelle fabbriche contro i nazifascisti. Il partigiano "Gianni", partecipò a molte delle azioni guidate da Buranello e Fillak, entrambi poi martiri della Resistenza.
GIOVANNI PONTA
Partigiano "Gianni" -- vice presidente ANPI Provinciale di Genova
Da via Madre di Dio alla macchia, per continuare la lotta in montagna. Così, nel gennaio 1944, sotto la neve, iniziò il cammino di Ponta verso i valichi e i boschi dell'Appennino. Con Walter Fillak e pochi altri, salendo da Voltri e scontrandosi subito con tedeschi e repubblichini che assalirono la cascina dove si erano rifugiati.
GIOVANNI PONTA
Partigiano "Gianni" -- vice presidente ANPI Provinciale di Genova
Salvatisi da quello scontro restarono in montagna, e il partigiano "Gianni" fu tra i primi a far parte della III Brigata della Liguria alle Capanne di Marcarolo.
GIOVANNI PONTA
Partigiano "Gianni" -- vice presidente ANPI Provinciale di Genova
Il bando Graziani che obbligava all'arruolamento nelle forze repubblichine e puniva con la morte chi non obbediva, spinse molti altri giovani antifascisti in montagna. La Brigata Liguria da un centinaio di partigiani crebbe così sino a più di ottocento, in dieci distaccamenti. Nella tenaglia del pesantissimo rastrellamento nazifascista delle truppe di Engel, concluso da un terribile eccidio alla Benedicta di 147 partigiani il 7 aprile 1944 c'era anche il gruppo di Ponta che copriva, per ordine del comando, la retroguardia per permettere al suo distaccamento di sganciarsi dal nemico.
GIOVANNI PONTA
Partigiano "Gianni" -- vice presidente ANPI Provinciale di Genova
E poi finalmente venne un altro aprile: quello del 1945, con la resa alle 19.30 del 25 aprile del generale Meinhold, comandante delle truppe tedesche firmata a Villa Migone al presidente del CLN Remo Scappini.
GIOVANNI PONTA
Partigiano "Gianni" -- vice presidente ANPI Provinciale di Genova
Le brigate di montagna erano scese in città per aiutare Gap e Sap nell'insurrezione finale che il 25 aprile liberò Genova e il suo territorio. E in questa foto, a scortare i prigionieri tedeschi, c'era anche Giovanni Ponta.
GIOVANNI PONTA
Partigiano "Gianni" -- vice presidente ANPI Provinciale di Genova
Il partigiano Gianni continua la sua azione nell'Anpi, di cui è vicepresidente provinciale e l'associazione che tramanda e attualizza valori e memoria della Resistenza oggi ha molti iscritti anche fra i giovani.
MASSIMO BISCA
Presidente ANPI Provinciale di Genova
Intervistati
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