Vigili del fuoco: in un volume memorie e interventi del 36^ corpo a genova nella seconda guerra mondiale
La monografia di Massimo Stucchi e Mario Delucchi, dirigenti dei Vigili del Fuoco, sarà presentata in Provincia giovedì 3 luglio alle 17.30 alla presenza del commissario Piero Fossati e del direttore generale dei Vigili del Fuoco in Liguria Renato Riggio. Genova, 1 - Testimoniano la fatica, l'impegno, i sacrifici, la passione e la dedizione dei Vigili del Fuoco di Genova al loro lavoro, durissimo ma sempre pieno di umanità nell'alleviare le sofferenze della popolazione, durante gli anni drammatici e devastanti della seconda Guerra Mondiale. Sono le pagine della monografia istituzionale "Memorie del 36^ Corpo dei Vigili del Fuoco a Genova" curata da Massimo Stucchi e Mario Delucchi, entrambi dirigenti dei Vigili del Fuoco, con il coordinamento del direttore generale del Corpo in Liguria, Renato Riggio che sarà presentata giovedì 3 luglio in Provincia alle 17.30 (salone del Consiglio a Palazzo Doria Spinola, largo Eros Lanfranco 1). Interverranno con gli autori il commissario della Provincia Piero Fossati, il direttore generale dei Vigili del Fuoco in Liguria Renato Riggio, lo storico e docente dell'Università Giovanni Battista Varnier e il presidente dell'associazione A Compagna Franco Bampi. "La Provincia ha collaborato con grande piacere - dice Piero Fossati (che in gioventù ha vissuto "anni indimenticabili" nei Vigili del Fuoco e nel loro gruppo sportivo) - alla pubblicazione di quest'opera che ricostruisce anche con l'ampia documentazione fotografica messa a disposizione del Dipartimento dei Vigili del Fuoco e dalla Direzione regionale la quotidiana fatica e l'impegno degli uomini del 36^, le loro straordinarie capacità e la sorprendente inventiva nel far fronte alle situazioni più difficili negli anni sanguinosi e drammatici della Seconda Guerra Mondiale." Nel quinquennio 1940-45 a Genova, bersagliata da innumerevoli bombardamenti aerei e navali perchè centro strategico industriale e portuale, i Vigili del Fuoco svolsero un lavoro pericoloso e massacrante salvando vite e recuperando feriti e salme dalle macerie, spegnendo tutte le fiamme scatenate dalle bombe incendiarie, mettendo in sicurezza le zone dei palazzi e delle strutture crollate e svolgendo altri infiniti compiti. Dopo oltre un secolo di organizzazioni civiche i Vigili del Fuoco erano diventati Corpo Nazionale con un regio decreto del 1939, l'anno prima dell'entrata in guerra italiana. A Genova già tra l'11 e il 12 giugno 1940 piovvero cinque tonnellate di devastanti bombe inglesi e il 14 le incursioni aeronavali colpirono Voltri e Sestri Ponente. I Vigili del Fuoco iniziarono subito la loro opera per salvare, ricostruire, riaprire collegamenti, evitare altri pericoli. Poi arrivarono, terribili, i bombardamenti dal mare dell'Operazione Grog, il 9 febbraio 1941 su case, cantieri navali, industrie, persino sulla cattedrale di San Lorenzo (dove fortunatamente il proiettile 381 da cannone cadde inesploso) e nel corso della guerra i Vigili del Fuoco per far fronte a tutti gli interventi dovettero richiamare anche i pensionati e arruolare volontari e civili, rispolverando anche mezzi trainati dagli animali perchè il carburante scarseggiava e vecchie pompe a vapore che funzionavano con i combustibili solidi, come legna e carbone. Non cessavano i bombardamenti, drammatici anche nell'autunno 1942 che continuarono per tutto il conflitto, sino ai primi mesi del 1945, ma il Corpo dei Vigili del Fuoco (che restò indiviso a svolgere i propri compiti anche dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 quando una cupa linea di sangue, piombo e ferocia divise l'Italia) continuò sempre a salvare vite. Come accadde, per esempio, alla Maddalena il 29 ottobre 1943 quando un violento bombardamento distrusse un palazzo all'angolo con vico della Rosa danneggiando gravemente quello vicino. I pompieri intervennero liberando subito tre uomini e due donne e poi dopo molte ore di scavi estrassero vive dalle macerie altre otto persone, alcune ferite gravemente e curate sul posto. Ma i Vigili del Fuoco erano stati capaci di diventare persino fabbricanti di mattoni per costruire e rafforzare le loro gallerie-rifugio. Un loro gruppo, distaccato alla fornace di Sale Langhe nella Val Bormida cuneense ne fornì ben 300.000 per i rifugi antiaerei genovesi del Corpo che doveva preservare squadre sempre attive e pronte a intervenire dopo ogni allarme. La presentazione del libro in Provincia sarà accompagnata da una mostra iconografica sul 36^ Corpo dei Vigili del Fuoco.
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