Viaggio nell'Orto Botanico dalle felci tropicali al Gingko Biloba
Il suo primo nucleo risale al 1803: 2.000 metri quadrati acquisiti dall'antica tenuta del Collegio di San Gerolamo in Balbi che sino alla fine del '700 apparteneva ai Gesuiti. Poi all'Orto Botanico dell'Università di Genova si aggiunsero altri 4000 metri quadrati nel 1835, dalla tenuta di Pietraminuta, sempre dei Gesuiti, dietro via Balbi e infine nel 1865 l'assetto fu completato, con l'acquisto della parte rimanente della stessa tenuta. La superficie arrivò a 10.000 metri quadrati, su ampi terrazzi alle spalle di via Balbi verso corso Dogali. La stessa estensione che ancora oggi ha questo tesoro didattico, scientifico e divulgativo della biodiversità, con specie vegetali da tutto il mondo.
ELENA MORA, curatrice Orto Botanico dell'Università di Genova
Strada facendo non possiamo però non fermarci ad ammirare due grandi alberi davvero sorprendenti.
ELENA MORA, curatrice Orto Botanico dell'Università di Genova
Eccoci alle grandi serre. Ad accoglierci in quella tropicale è una lussureggiante pianta del Madagascar, la Ravenala detta anche albero dei viaggiatori che potevano dissetarsi con l'acqua piovana raccolta dalle grandi foglie.
Ma ora proseguiamo.
ELENA MORA, curatrice Orto Botanico dell'Università di Genova
Se l'Orto Botanico dell'Università di Genova è il regno della biodiversità, la stanza del trono è quella delle grandi felci arboree che apparvero sulla Terra 300 milioni di anni fa. L'Orto Botanico dell'ateneo genovese nel 1852 aveva ben 250 specie di felci, la seconda collezione più grande al mondo dopo quella dei Few Gardens londinesi. Purtroppo poi i bombardamenti della seconda guerra mondiale hanno colpito anche questo patrimonio, che resta però il cuore più prezioso dell'Orto Botanico.
ELENA MORA, curatrice Orto Botanico dell'Università di Genova
L'Orto Botanico dell'Università di Genova è visitabile tutte le mattine dei giorni feriali e il martedì e giovedì anche al pomeriggio.