Verrine a teatro con il D'Oria, Cicerone specchio della moderna legalità
In tutta la Sicilia dopo il governo di Verre “non vi era – scrive Cicerone nelle orazioni per il processo contro il potente e corrotto propretore dell'isola – nessun vaso d'argento, di Corinto o di Delo, nessuna pietra preziosa o perla, nessun oggetto d'oro o d'avorio, nessuna statua di bronzo, di marmo o d'avorio...nessun quadro e nessun arazzo che il nostro imputato non abbia ricercato con cura, esaminato con attenzione e non abbia poi sottratto nel caso fosse di suo gradimento.”
Cicerone scrisse le Verrine nel 70 a.C. Sette orazioni, ma solo le prime due furono pronunciate, la prima per smascherare i tentativi della difesa di far sostenere l'accusa a Quinto Cecilio Nigro, legatissimo a Verre di cui era stato questore anziché allo stesso Cicerone e la seconda per illustrare tutti i capi d'accusa contro l'imputato. Le cinque successive che esaminano il comportamento disonesto di Verre come pretore di Roma e in Sicilia, nella riscossione delle decime, nell'appropriazione di opere d'arte e nell'infliggere condanne a schiavi fuggiti, banditi, pirati e cittadini romani non furono mai pronunciate perché Verre scelse l'esilio volontario a Marsiglia prima della conclusione del processo vinto da Cicerone che con le Verrine si proiettò al centro della scena forense e politica romana a soli 36 anni.
Sventare gli intrighi e le ruberie di Verre come specchio della moderna coscienza e cultura della legalità è il messaggio del liceo classico D'Oria che ha messo in scena le orazioni ciceroniane al Duse del Teatro Stabile di Genova.
MARINA TERRANA, docente liceo D'Oria, coordinatrice progetto d'istituto
Portare sul palco le Verrine per ragazze e ragazzi del D'Oria è stata una sfida bella e impegnativa, scandita dalla regia coinvolgente e appassionata di Enrico Campanati.
ENRICO CAMPANATI, regista
Per rappresentare le orazioni di Cicerone, tradotte da Maria Teresa Soave, docente di latino e greco al D'Oria, è stata fondamentale anche la scelta dei costumi e del loro metaforico e dinamico animare ogni fase del processo.
PAOLA MARIA DI STEFANO, docente liceo D'Oria resp. costumi e scenografie
Gli studenti del D'Oria oltre che attori per la legalità sono stati anche animatori del crowdfunding per portare il loro spettacolo al Festival Internazionale di Teatro classico giovani nel magico scenario teatrale greco di Palazzolo Acreide.
MARTA BOTTARO, studentessa IV B liceo D'Oria
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino hanno condiviso lo stesso impegno di magistrati in lotta contro la mafia, affratellati da sogni, desideri, speranze e poi dalla stessa morte nelle terribili stragi mafiose di Capaci e via D'Amelio, il 23 maggio e il 19 luglio 1992. Il loro ricordo ed esempio sostengono la battaglia di legalità, verità e giustizia per le vittime di Salvatore Borsellino, fratello di Paolo e fondatore del movimento Agende Rosse, che nei mesi scorsi l'ha condivisa con ragazzi e ragazze delle superiori al Teatro della Corte e a Ronco Scrivia nel percorso sulla legalità patrocinato dalla Città metropolitana e concluso dallo spettacolo del D'Oria.
CAROLINA GIANI, studentessa IV B liceo D'Oria