Shoah, il lungo viaggio della memoria (2)
Se si potesse catalogare l'orrore quale sarebbe la cosa peggiore degli stermini nazisti? Le camere a gas e il fumo dei forni crematori? le deportazioni di uomini, donne, vecchi e bambini? Le sevizie, la fame, il terrore senza fine, le malattie, la fatica, il dolore? Lo sfruttamento sino alla morte delle persone ridotte in schiavitù? I numeri delle vittime? 6.000.000 di ebrei uccisi nell'abisso della Shoah, 5.000.000 di oppositori i, partigiani, prigionieri di guerra, nomadi, testimoni di Geova, omosessuali, disabili, mendicanti?
Parte da qui questo servizio dedicato alla memoria che per arrivare dall'abisso del male al presente e al futuro deve restare viva e collettiva. Concreta e senza retorica. Capace, ha detto l'oratore ufficiale del Giorno della Memoria a Genova, di riconoscere i veleni di quel passato che circolano ancora.
BENEDETTO CARUCCI VITERBI
Direttore Scuole Secondarie Ebraiche di Roma
A Palazzo Ducale a commemorare l'apertura dei cancelli di Auschwitz del 27 gennaio 1945, c'erano le istituzioni, la Comunità Ebraica, l'Aned e le scuole.
La memoria si alimenta ogni giorno ha detto Piero Fossati, con gesti e azioni concrete. E le parole di Primo Levi 'Un uomo è un uomo' ci ricordano che dobbiamo combattere ogni violenza contro qualsiasi essere umano.
PIERO FOSSATI, Commissario straordinario della Provincia di Genova
L'impegno più forte e difficile è trasmettere la memoria ai giovani. Come Davide Coraci, studente diventato uno dei nuovi eredi dell'Aned, l'associazion ex deportati.
DAVIDE CORACI, Erede dell'Aned
Dunque la memoria può arrivare al futuro. Ma ritorniamo al passato con il viaggio più lungo della Shoah, la deportazione degli ebrei italiani di Rodi ad Auschwitz, per mare fino al Pireo, catturando nella spietata contabilità nazista della morte anche l'unico abitante ebreo di Leros, poi un campo di prigionia greco e infine il terribile viaggio nei carri merci verso il lager , dove arrivarono il 16 agosto 1944. Lo racconta, con tocco e testimoni straordinari, "Il viaggio più lungo" film sceneggiato da Marcello Pezzetti e Liliana Picciotto e diretto da Ruggero Gabbai.
RUGGERO GABBAI, regista del film "Il viaggio più lungo"
Gli ebrei di Rodi erano cittadini italiani dal 1912 con l'inizio del periodo coloniale, ma nel 1938 il fascismo li umiliò e discriminò con le leggi razziali. E dopo l'8 settembre 1943 furono tenuti all'oscuro del dramma che stava per colpirli. Solo una quarantina di loro, cittadini turchi, si salvò per l'intervento del loro console. Per altri 1.800 ebrei, invece, nell'estate 1944 ci fu la deportazione e dai lager tornarono solo in 181.
Per il film proiettato alla Sivori a cura di Provincia, Circolo Primo Levi, Circuito Cinema Genova e Centro Carignano sono ritornati sull'isola tre sopravvissuti all'inferno nazista: Sami Modiano, Alberto Israel e Stella Levi: ragazzi quando la comunità ebraica, a Rodi da quasi cinque secoli, dopo la cacciata dalla Spagna dei Sefarditi, fu di colpo annientata dai nazisti. E ripercorrere la vita di quell'antica comunità unita, pacifica e aperta ha riportato alle sue radici anche il regista.
RUGGERO GABBAI, regista del film "Il viaggio più lungo"
Stella Levi fu liberata a Dachau, Albertico Israel a Ebensee e il 27 gennaio 1945 i cancelli di Auschwitz si aprirono anche per Samuel "Sami" Modiano.
E ciò che accadde all'arrivo nel lager dice che forse la cosa peggiore negli orrori della Shoah furono le famiglie smembrate, i figli strappati dalle braccia.
STELLA LEVI, deportata matricola A-24410,
SAMUEL "SAMI" MODIANO, deportato matricola B-7456
ALBERTO "ALBERTICO" ISRAEL deportato matricola B-7394
Ma dai semi della memoria può nascere speranza?
ALBERTO "ALBERTICO" ISRAEL
RUGGERO GABBAI, regista del film "Il viaggio più lungo"
Per questo vi mostriamo anche le immagini severe e raggelanti da Auschwitz, della mostra "Il treno della memoria" scattate da fotografi dell'associazione 36^ Fotogramma in viaggio con gli studenti. Fino al 1^ febbraio a cura dal Centro Culturale Primo Levi e del Goethe-Institut Genua.
PIERO DELLO STROLOGO, presidente Centro culturale Primo Levi