Province, no della consulta ai tagli, ma il Governo vuole abolirle
Gestiscono 134.000 chilometri di strade in tutta Italia, 5.000 sedi di scuole superiori con 2,5 milioni di studenti, 550 centri per l'impiego e funzioni chiave per l'ambiente, la difesa del suolo, i trasporti locali, la pianificazione del territorio e non solo. Però sulle Province, solo l'1,3 della spesa pubblica totale, la volontà del governo Letta è nettissima: cancellarle dalla Costituzione, nonostante la Consulta abbia appena rigettato i decreti del governo Monti che imponevano elezioni indirette e dimezzavano il numero di questi enti. Per capirne di più abbiamo rivolto le nostre domande al commissario e al direttore generale della Provincia di Genova
PIERO FOSSATI
Commissario straordinario della Provincia di Genova
E il quadro istituzionale è finora molto confuso e incerto.
PIERO ARALDO
Direttore generale e segretario generale Provincia di Genova
Oltre al disegno di legge costituzionale del Governo serve anche una legge ordinaria per riavviare nel concreto l'istituzione delle Città Metropolitane e ripartire funzioni, servizi e personale delle Province che il premier Letta si è impegnato a salvaguardare. Quale dovrebbe essere la strada?
PIERO ARALDO
Direttore generale e segretario generale Provincia di Genova
Tutto questo, però probabilmente non accadrà, chiosa il direttore generale, e si aprirà una difficile fase di redistribuzione di compiti, servizi e funzioni. Uno scenario che allontana anche quella Città Metropolitana pronta al via con le norme Monti.
PIERO ARALDO
Direttore generale e segretario generale Provincia di Genova
Intanto le Province hanno avuto negli ultimi anni più di 2 miliardi di tagli e dimezzato gli investimenti sul territorio. Per la Provincia di Genova i tagli e i loro effetti, dice Piero Fossati, sono stati devastanti.
PIERO FOSSATI
Commissario straordinario della Provincia di Genova