parigi eterna, la leggenda scolpita da brassai
Parigi, una città e un luogo dell’anima, un’icona, un simbolo. L’immagine della Ville Lumiere è stata plasmata nell’immaginario collettivo, più di quella di altre capitali del mondo, dall’arte, dalla poesia, dal cinema, dalla letteratura, specialmente nel suo periodo d’oro, gli anni folli del Novecento tra le due guerre mondiali, quando fu il centro della cultura mondiale, ritrovo di artisti di ogni Paese, fucina di avanguardie e mito popolare. E’ questa Parigi, a metà fra realtà e sogno, fra quotidianità e leggenda, che ancor oggi noi pensiamo, e che soffriamo a vedere ferita e sfregiata dalla violenza e dall’odio degli attentati terroristici. Fra i mille artisti che l’hanno rappresentata, Brassai, fotografo e cineasta, è quello che più di altri ha saputo coglierne l’anima onirica e peccaminosa. La mostra fotografica in corso a Palazzo Ducale a Genova fino al 24 gennaio restituisce, in 250 splendide immagini, tutti i temi che, a partire dagli anni Trenta, affascinarono l’autore, nato in Transilvania nel 1899 e folgorato per sempre da Parigi durante un soggiorno di un anno all’età di 5 anni: la notte, con le sue ombre, strade solitarie e misteri, il circo e i luna park, con le cartomanti e i trapezisti, gli atelier di Picasso, i mauvaises garcons dei quartieri popolari, la perdizione dei postriboli e della boheme, lo scintillio della borghesia alle corse dei cavalli e alle cene chez Maxim, gli umili lavoratori del mercato di Les Halles, la Senna con le sue chiatte, i giardini, i parchi, i cani.
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