elena bono, poetessa tra vangelo e resistenza
Una grande scrittrice oggi sottovalutata, nonostante il suo romanzo d'esordio del '59, 'La morte di Adamo', fosse stato salutato dal grande critico letterario Emilio Cecchi come un capolavoro, una delle vette più alte del Novecento.
Elena Bono, scomparsa lo scorso febbraio a 92 anni, è stata ricordata in un convegno coorganizzato dalla Provincia di Genova: pur essendo nata in Lazio, infatti, visse quasi tutta la sua vita a Chiavari, e il legame col territorio è stato forte e reciproco, anche se la dimensione letteraria della Bono, poetessa e autrice di romanzi e opere teatrali, è internazionale.
ROBERTO TROVATO, DOCENTE STORIA TEATRO UNIVERSITA' GENOVA
La poesia della Bono reca le stimmate indelebili del genio dell'amato Leopardi, che la folgorò bambina a Recanati. Una poesia quindi colma di nostalgia dell'altrove, e proiettata verso l'assoluto, l'altro da sé, l'oltranza religiosa.
Nella poesia della Bono è forte l'ispirazione religiosa, non solo come trascendenza, ma anche come rigoroso impegno morale.
FRANCESCO DEL NICOLA, DOCENTE LETTERATURA UNIVERSITA' DI GENOVA
La Bono partecipò alla resistenza nella zona di Borzonasca, dove era sfollata, ed ebbe stretti contatti con Enrico Raimondo, che fu il primo presidente della Provincia di Genova dopo la Liberazione.
Il teatro della Bono mette in scena grandi personaggi della storia, come Federico II o Carlo V, sviscerandone i traumi emotivi e i conflitti interiori. Affascinante la struttura linguistica, un pastiche di dialetti e lingue, moderni e antichi, che sorprendentemente regge benissimo il palcoscenico.
'Le spade e le ferite', San Miniato 2000, con Massimo Foschi nei panni di Federico II
Il capolavoro della Bono è però unanimemente considerato 'La Morte di Adamo', il suo romanzo d'esordio del 1956.
ANDREA MONDA, STUDIOSO DI ELENA BONO
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