Digitale terrestre, la provincia vuol vederci chiaro
Sono passati quattro mesi in Liguria dello switch off, il passaggio dalla tecnologia di trasmissione televisiva analogica a quella digitale, e in provincia di Genova è andato quasi tutto bene. Quasi, perché restano ancora alcune zone, per la verità piuttosto limitate, dove i televisori non ricevono alcuni pacchetti di canali, in certi casi Rai, in altri Mediaset, in altri ancora di tv locali.
Per capire l'origine dei problemi e provvedere alla loro soluzione, il consiglio provinciale di Genova ha convocato una seduta della prima commissione affari generali, durante la quale sono stati ascoltati i rappresentanti di Ray Way, la società della Rai che si occupa di ripetitori, Aeranti-Corallo, associazione di piccoli editori televisivi, e Associazione ligure degli antennisti
MARIO MAGGI, PRESIDENTE PRIMA COMMISSIONE CONSILIARE PROVINCIA DI GENOVA
STEFANO FERRETTI, CONSIGLIERE IDV PROVINCIA DI GENOVA
Dalle audizioni sono emersi due tipi di problemi: per quel che riguarda le zone montuose, ad esempio l'alta val Trebbia, le tv locali spesso non installano nuovi ripetitori perché il ritorno economico di un investimento così oneroso è quasi inesistente, visto lo scarsissimo appeal pubblicitario di alcuni territori.
Per quel che riguarda invece la città di Genova e le zone costiere, sono tutte ottimamente coperte dai ripetitori, sia delle tv nazionali che di quelle locali. Se il segnale non arriva, allora, è perché è troppo forte e va adeguatamente 'smorzato' regolando i sistemi di ricezione: decoder o antenna.
ELENA PORTA, AERANTI CORALLO
NICOLA CRASTA, ASSOCIAZIONE LIGURE ANTENNISTI
Intervistati
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