Cinghiali e caprioli. i cacciatori bloccati dai ricorsi
La stagione della caccia ai cinghiali sta per terminare, chiuderà il 31 gennaio, ma in provincia di Genova non sarà raggiunto il contingente di capi abbattibili fissato dalla Provincia a inizio stagione, ovvero 11.000, di cui 5.700 nel cosiddetto ambito di caccia del Ponente e 5.300 in quello del Levante: nel primo si supereranno di poco i 4.000 capi, nel secondo invece si dovrebbe arrivare a 4.500, per un totale di meno di 10.000 capi.
Uno dei motivi per cui il contingente non è stato raggiunto è che è stato volutamente fissato molto in alto, ben 2.000 capi in più rispetto ai 9.000 del 2012, proprio per evitare che potesse essere raggiunto troppo presto, come era accaduto l'anno scorso. La volontà della Provincia infatti è quella di contrastare quanto più possibile la proliferazione dei grossi ungulati, un fenomeno dalle conseguenze nefaste sulle coltivazioni, che i cinghiali affamati devastano senza tregua.
ADRIANO ZANNI
Presidente ATC 1
Ma il mancato raggiungimento del contingente ha anche un altro motivo: i numerosi ricorsi al Tar delle associazioni animaliste contro norme e regolamenti emanati da Provincia e Regione, che hanno come effetto immediato la sospensione dell'attività venatoria, in attesa della sentenza.
Uno degli ultimi ricorsi vinti dagli animalisti, prima al Tar e poi al Consiglio di Stato, è stato quello contro il permesso di cacciare anche in caso di neve, che la Provincia concede ogni anno ai cacciatori in deroga alla legge nazionale sulla caccia del '92. A partire dalle nevicate dei primi di gennaio, quindi, in provincia di Genova le doppiette non sparano più, specialmente quelle delle 45 squadre di caccia dell'ambito di Ponente, dove il manto bianco tarda a scomparire.
Altro ricorso che ha bloccato i cacciatori con una sospensione dell'attività venatoria è quello contro la caccia selettiva alle femmine e ai piccoli di capriolo, che doveva scattare il primo gennaio per durare fino al 15 marzo. Il decreto provinciale che autorizzava queste battute, in deroga ai periodi di legge, è stato contestato dagli animalisti per vari motivi, e bocciato dal Tar il 23 gennaio.
Quella fra cacciatori e animalisti è una vera e propria guerra, anche se, da parte dei primi, c'è la rivendicazione di agire nell'ambito delle regole.
ADRIANO ZANNI
Presidente ATC 1