arte e aviazione, quando l'italia guardava il mondo dall'alto
Impavidi aviatori, rombanti bimotori, epiche imprese. Nei due decenni fra la Prima e la Seconda guerra mondiale l'epica futurista della macchina e della modernità, simboleggiate dall'aeroplano, segnò in modo forte la cultura artistica italiana.
La filosofia e l'estetica futuriste, infatti, erano molto coerenti con il programma politico del regime fascista, tutto proteso nello sforzo di modernizzare l'industria e l'economia del Paese, e di rappresentare in modo enfatico questa potenza non sempre e non del tutto reale.
Il mito dell'aviazione aveva avuto un celebre precursore durante la Grande Guerra: Gabriele D'Annunzio, che con il volo su Vienna dell'agosto del '18, a bordo di un biplano SVA, fissò il modello dell'ardito volante.
MATTEO FOCHESSATI, WOLFSONIANA
E' proprio il Vate a introdurre la mostra che la Wolfsoniana dedica all'arte e all'aviazione in Italia fra le due guerre, allestita presso il museo di Genova Nervi fino al 2 giugno.
Dagli anni '20, su impulso del regime, la produzione aeronautica italiana si sviluppa fortemente, al punto che viene anche istituita un'aviazione civile.
MATTEO FOCHESSATI, WOLFSONIANA
Ma tra i velivoli utilizzati dall'aviazione italiana ve ne erano anche di fabbricazione straniera.
MATTEO FOCHESSATI, WOLFSONIANA
A costruire il mito dell'aviazione contribuirono alcune grandi imprese aeronautiche, come la trasvolata della Cordigliera delle Ande, compiuta da Antonio Locatelli nel '19, o la trasvolata atlantica, effettuata da Francesco De Pinedo nel '27 su un velivolo chiamato Santa Maria come la caravella di Colombo.
Personaggio simbolo del mito aviatorio fra le due guerre fu tuttavia Italo Balbo, ministro dell'aviazione fra il '29 e il '33. Epiche e celebrate enfaticamente dalla propaganda del regime furono in particolare due sue imprese, la trasvolata del Sud America nel '31, con arrivo a Rio de Janeiro, e la cosiddetta 'Crociera del decennale', che nel '33 raggiunse Chicago e New York con una squadriglia di idrovolanti.
MATTEO FOCHESSATI, WOLFSONIANA
Balbo assurse a una tale fama nazionale e internazionale da fare ombra al Duce, e divenuto troppo ingombrante per il regime, venne rimosso dal ministero dell'aviazione e mandato a fare il governatore della Libia.
Il tempio laico dell'aviazione, voluto da Balbo, fu l'edificio del ministero, costruito nel '29, dove oltre alla qualità architettonica resta la qualità artistica dei dipinti murali che celebrano le due trasvolate di Balbo.
Proprio queste due imprese svolsero un ruolo fondamentale per trasmettere a livello internazionale l'immagine dell'Italia come un Paese tecnologicamente avanzato.
E'interessante comparare il manifesto celebrativo della trasvolata del '31, che ha un impianto di documentazione storica, quasi turistica, con il manifesto di Luigi Martinati per la Crociera del '33, che mescola le due anime del fascismo, il futurismo e Roma imperiale.
MATTEO FOCHESSATI, WOLFSONIANA
La Crociera Atlantica del '33 fu celebrata anche da una serie di gadget commemorativi, come oggetti decorativi per la casa, spartiti musicali e persino un gioco dell'oca.
Le imprese aeronautiche italiane rinsaldarono in particolare il rapporto con gli Stati Uniti.
MATTEO FOCHESSATI, WOLFSONIANA
L'aereo e l'aviazione entrano trionfalmente nell'arte italiana nel '29, quando il fondatore del futurismo Marinetti firma il manifesto dell'aeropittura.
MATTEO FOCHESSATI, WOLFSONIANA
L'aeropoetica futurista trova applicazione anche nell'architettura, come in questo progetto di aeroporto sulle rive del Tevere firmato da Virgilio Marchi nel '29.