al di qua del mare, reportage sui migranti, accoglienza e frontiere
Una terra di confine, esplorata sino in fondo all’anima anche dal lyrisme aride di Francesco Biamonti, e poi quel lembo dell’estremo ponente ligure sei mesi fa è diventato anche paradigma di una frontiera invalicabile per tanti migranti. A Ventimiglia il primo gruppo si era fermato sui Balzi Rossi l'11 giugno e gli ultimi hanno resistito su quella scogliera sino ai primi di ottobre, senza aver mai potuto attraversare la barriera che li ha respinti. Al di qua del confine, in Liguria, però più di 1200 migranti dall’Africa e dall’Asia, da guerre e carestie, ma anche semplicemente alla ricerca di un futuro vero, in sei mesi hanno trovato prima accoglienza, aiuto, ospitalità. Un’operazione difficile, molto difficile e senza buonismi retorici, ma che ha comunque presentato immagine e sostanza di un tessuto sociale che nel suo complesso sa rispondere in modo ben diverso e lontano da insofferenze e intolleranze, senza declinare solo in emergenze il mondo che cambia sotto i nostri occhi. Lo racconta, per confrontarsi, produrre testimonianze e memoria e interrogarci tutti, alla prova dei fatti, sulle ragioni e le risposte che la nostra umanità è capace di dare, il libro-reportage di Donatella Alfonso e di altre tre giornaliste, Giulia Destefanis, Valentina Evelli, Erica Manna che collaborano con lei a Repubblica e hanno seguito giorno per giorno le vicende dei migranti in Liguria nei mesi scorsi. Il volume, edito da De Ferrari, è stato presentato nel salone consiliare della Città metropolitana di Genova con la partecipazione del sindaco Marco Doria e del presidente della Fondazione Palazzo Ducale Luca Borzani, insieme alle autrici, soggetti dell’accoglienza, istituzioni, gruppi solidali, cittadini stranieri e genovesi. Possiamo e dobbiamo aiutare le persone che arrivano a costruirsi una prospettiva – ha detto Marco Doria – ragionando sul tipo di società che vogliamo costruire e di come ci muoviamo e ci confrontiamo con i processi delle migrazioni e dell’accoglienza.
MARCO DORIA, sindaco di Genova e della Città metropolitana
Dal Parco dell’Acquasola ad altri spazi pubblici, comprese le biblioteche molti giovani migranti sono stati inseriti in attività volontarie di pubblica utilità dal Comune di Genova, ma anche da altri enti locali e a Manarola tre giovani lavorano nelle aziende agricole e altri svolgono tirocini nel progetto per il recupero dei muretti a secco delle Cinque Terre che unisce comunità e istituzioni locali con ragazzi italiani e migranti.
MARCO DORIA, sindaco di Genova e della Città metropolitana
Però in Europa sono sorti nuovi muri, materiali, come al confine ungherese o a quello sloveno, ma anche legali e burocratici, eretti sulla paura e l’indifferenza per le sorti di chi affronta l’esodo perché la sua vita è drammaticamente più difficile e martoriata delle nostre. L’Italia non ha costruito improbabili muri, il nostro Paese ha scelto l’accoglienza – ha detto Marco Doria - però anche qui c’è chi i muri li vuole alzare, anche mentali.
MARCO DORIA, sindaco di Genova e della Città metropolitana
Donatella Alfonso, Valentina Evelli, Giulia Destefanis ed Erica Manna hanno raccontato, praticamente in presa diretta, esperienze e conflitti portati dall’arrivo dei profughi in Liguria. Un tema centrale e urgente per il mondo che muta e dall’Europa – dicono - non servono muri, ma impegni e programmazione per il futuro delle persone che migrano.
DONATELLA ALFONSO, giornalista e coautrice Al di qua del Mare
Ma che cosa serve per costruire i percorsi necessari per l’accoglienza e la dignità delle persone?
LUCA BORZANI, presidente Fondazione Palazzo Ducale
DONATELLA ALFONSO, giornalista e coautrice Al di qua del Mare
Intervistati
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