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Acqua, più controlli sugli interventi dice la Città metropolitana
Approvata dal Consiglio e dalla Conferenza dei sindaci la riprogrammazione degli interventi per il 2017-2019.
Mantiene le priorità sulla realizzazione dei nuovi depuratori e le esigenze fondamentali dei comuni dell’entroterra la riprogrammazione degli interventi 2017-19 per il servizio idrico integrato proposta dal consigliere delegato Enrico Pignone e approvata dal Consiglio metropolitano presieduto dal sindaco Marco Doria, con il parere favorevole della Conferenza dei sindaci. Il provvedimento si è reso necessario perché dal consuntivo 2016 sono emersi ritardi nella progettazione e realizzazione delle opere previste.
Marco Doria, rispondendo anche alle sollecitazioni dei sindaci del territorio, ha detto che “per il 2017-19 saranno adottate dalla Città metropolitana procedure di controllo più stringenti sul gestore per le progettazioni e l’esecuzione di tutti i lavori inseriti nel piano, affinché non ci siano rischi di ulteriori ritardi.” L’Ato acqua di cui l’ente ha la regia sul territorio metropolitano implementerà i software del proprio sito con i dati e le fasi realizzative delle opere previste dal piano d’intervento e le strutture dei Comuni potranno interagirvi per confermare gli stati d’avanzamento dichiarati dal gestore.Fra le priorità del piano, su proposta di Valentina Ghio, anche gli eventuali interventi necessari per adeguare alcune parti della rete dell’acqua potabile al nuovo limite del cromo introdotto dal decreto del Ministero della Salute, di concerto con l’Ambiente, pubblicato il 16 gennaio sulla Gazzetta Ufficiale.
Il provvedimento, hanno spiegato i tecnici metropolitani, è stato emanato sulla base del principio precauzionale e allinea l’Italia al valore di riferimento per il cromo esavalente finora assunto in Europa solo dal Regno Unito.
Nel nostro Paese il valore massimo per il cromo totale nell’acqua potabile è di 50 microgrammi per litro, al quale si aggiunge la nuova soglia di 10 microgrammi per litro per il solo cromo esavalente che potrebbe toccare anche alcuni punti del territorio metropolitano. “Non ci sono motivi di preoccupazione perché si tratta di un valore estremamente basso – spiegano i tecnici – e la causa secondo i primi esami è dovuta alla conformazione idrogeologica e alla presenza di fondi minerali naturali, non ad attività umane”. Serviranno comunque interventi, dall’eliminazione di qualche sorgente nella captazione ad alcuni impianti di potabilizzazione che il piano degli interventi 2017-19 ha inserito fra le priorità. Per realizzarli, e il tema riguarda tutta l’Italia le Regioni chiederanno domani al Ministero di prorogare l’entrata in vigore della nuova norma per il periodo necessario agli adeguamenti della rete.
Sempre sul servizio idrico integrato la Città metropolitana ha approvato in Consiglio, con il parere favorevole della Conferenza dei sindaci (tranne quello contrario di Cogorno, Gorreto, Masone, Mele, Propata e Rossiglione e le astensioni di Davagna e San Colombano Certenoli) il protocollo d’intesa sulle “partite pregresse” da conguagliare al gestore per il periodo 2010-11 e la quantificazione di altre poste fra il 2009 e il 2014. La precedente normativa (decreto ministeriale del 1^ agosto 1996) stabiliva infatti con il meccanismo di calcolo della tariffa anche l’obbligo, alla fine di ogni triennio, della revisione della tariffa, prevedendo un sistema di conguaglio a credito o a debito del gestore. “Dopo una negoziazione lunga e complessa – ha detto Marco Doria – chiudiamo una partita che secondo le normative dell’authority avrebbe dovuto essere conclusa nel 2014.” Dopo una trattativa proseguita per oltre tre anni la Città metropolitana, anche con la consulenza di Anea e la consultazione del Comitato Acqua, ha raggiunto una mediazione con il gestore concretizzata nello schema-tipo di protocollo d’intesa approvato oggi.
“Per tutte le vecchie partite – ha detto Enrico Pignone – siamo riusciti a ridurre da 65 milioni a 43 le richieste del gestore e a limitare al massimo l’impatto sulle tariffe, circa 20 euro l’anno a famiglia, rateizzandolo in quattro anni”. Astenuto in Consiglio su questa pratica Nino Oliveri: “apprezzo – ha detto – il lungo e faticoso lavoro di Enrico Pignone e degli uffici, ma ritengo che su alcuni punti sarebbero stati necessari ulteriori approfondimenti.”
Visione e interventi, il primo Piano strategico della nuova Città metropolitana (video di Tabloid)
Approvato dalla Conferenza dei sindaci e dal Consiglio metropolitano il documento, costruito sulla partecipazione degli enti e delle comunità locali, sulle linee concrete per lo sviluppo, l’integrazione e la coesione dell’area metropolitana di Genova, articolata in nove zone omogenee.
Uno strumento fondamentale per gli obiettivi di sviluppo, integrazione e coesione dell’area metropolitana di Genova, con la partecipazione dei Comuni, dei cittadini e dei territori. E’ il primo piano strategico della Città metropolitana, presentato dal sindaco Marco Doria e dalla vice sindaca Valentina Ghio, delegata alla sua elaborazione e approvato il 21 aprile dalla Conferenza e dal Consiglio dell’ente. Genova è stata fra le prime Città metropolitane a varare il piano strategico, preceduta solo da Milano e Firenze e per costruirlo ha coinvolto attivamente Comuni, enti, mondo del lavoro, della ricerca, della cultura, del sociale e della scuola, attraverso gli spazi web del portale dedicato e sette incontri sul territorio per 27 focus group che hanno raccolto progetti e idee.
Nel nuovo video del programma Tabloid la vice sindaca Valentina Ghio, delegata al piano strategico, fa il punto sugli elementi fondanti del documento che prevede anche, come concordato con enti e comunità locali, l’articolazione del territorio, prevista dalla legge Del Rio e dallo statuto, in nove zone omogenee alle quali la Città metropolitana affiderà ruoli di rappresentanza locale e di proposta. Le zone omogenee inserite nel piano potranno essere approvate definitivamente dopo la stipula di un’intesa con la Regione.
Il piano strategico si articola in cinque strategie (coordinare il cambiamento, sviluppare Genova metropoli, ottimizzare i servizi, adattamento ai cambiamenti climatici e costruzione del senso di appartenenza alla Città Metropolitana) declinate in 26 progetti, individuando le risorse necessarie (metropolitane, regionali, nazionali, europee, private) per renderli concretamente attuabili.
Trasversali a tutto il documento sono legalità e trasparenza, con la proposta di un tavolo permanente di lavoro e confronto fra i responsabili anticorruzione della Città metropolitana, dei Comuni e di tutti gli altri soggetti coinvolti e trasparenza e rispetto delle regole sono anche la base per rafforzare la Stazione unica appaltante metropolitana che permetterà economie di gestione, riduzione del contenzioso e maggiore efficacia amministrativa anche a servizio dei Comuni.
Il core business del piano sono i grandi servizi a rete, dal ciclo integrato dell’acqua – quindi anche il sistema di depurazione – al trasporto pubblico locale al ciclo dei rifiuti e le altre nuove competenze affidate alla Città metropolitana dalla legge Del Rio.
Tutti i sindaci presenti alla Conferenza metropolitana hanno dato parere favorevole al piano. Negli interventi hanno molti apprezzamenti per le linee e l’impostazione del documento, ma per alcuni sindaci, come Sergio Aveto di Bargagli, c’è molta distanza fra la visione di prospettiva del piano e le difficoltà quotidiane sul territorio, come la gestione delle strade provinciali.
Città metropolitana, approvato il primo Piano Strategico
Con il parere della Conferenza dei sindaci e il voto definitivo del Consiglio metropolitano. Genova è fra le prime Città metropolitane in Italia ad avere approvato il piano strategico che prevede anche l’articolazione del territorio in nove zone omogenee.
Punta su strategie innovative per lo sviluppo economico anche in chiave blue&green, a partire dall’innovazione tecnologica dei grandi poli dell’IIT e del Parco Scientifico tecnologico di Erzelli – Great Campus a Genova, dei nuovi poli di Chiavari (Wylab) e Sestri Levante (Ex convento dell’Annunziata e palazzo Cambiaso), dall’efficienza energetica e dallo sviluppo delle fonti rinnovabili per la tutela del clima e dell’ambiente con il Patto dei Sindaci e il progetto E.L.E.N.A.(European Local Energy Assistance), valorizza le eccellenze del territorio metropolitano anche con azioni mirate per promuoverne le produzioni tipiche (come quelle dei progetti “Il Mortaio” e il “Parco del Basilico” con l’alberghiero Bergese e il Cif), il marketing territoriale (con il Portale FuoriGenova), e la rivitalizzazione economica e sociale dell’entroterra (nel progetto nazionale Aree interne).
E’ il primo piano strategico della Città metropolitana di Genova per definire gli obiettivi di sviluppo, integrazione e coesione di tutta l’area metropolitana con la partecipazione attiva dei Comuni, dei cittadini e dei territori. Presentato dal sindaco Marco Doria e dalla vicesindaco Valentina Ghio, delegata al piano (“un lavoro non calato dall’alto, ma nato dalla condivisione e con il ‘core business’ nei grandi servizi a rete, dal ciclo dell’acqua ai rifiuti al trasporto pubblico locale”) è stato approvato con il parere favorevole della Conferenza dei sindaci e il voto definitivo del Consiglio metropolitano. Genova è fra le prime Città metropolitane ad approvare il piano strategico (finora l’avevano fatto solo Milano e Firenze) e l’ente nel costruirlo ha coinvolto attivamente Comuni, enti, mondo del lavoro, della ricerca, della cultura, del sociale e della scuola attraverso gli spazi web del portale istituzionale sul piano strategico con form e questionari online per cittadini, studenti e stakeholders e sette incontri sul territorio per 27 focus group che hanno raccolto progetti e idee dai rappresentanti dei Comuni, istituzioni, associazioni, professionisti ed esperti.Con enti e comunità locali è stata elaborata e concordata l’articolazione del territorio, prevista dalla legge Del Rio e dallo statuto, in nove zone omogenee alle quali la Città metropolitana affiderà ruoli di rappresentanza locale e proposta. Le zone, individuate in base alle caratteristiche dei territori, delle forme di aggregazione comunale avviate e ad altri aspetti di omogeneità sono:
Ponente (Cogoleto, Arenzano, Valli Stura, Orba e Leira), Genova, Valli Polcevera e Scrivia, Val Trebbia e alta val Bisagno, Golfo Paradiso, Tigullio (da Portofino a Zoagli), Entella (Chiavari, Lavagna, Cogorno, Leivi, Carasco), Val Petronio (Sestri Levante, Casarza, Castiglione, Moneglia) Valli del levante (Fontanabuona, Aveto, Graveglia e Sturla). Per l’approvazione definitiva delle zone omogenee dovrà essere stipulata un’intesa con la Regione.
Il piano metropolitano si articola su cinque strategie (coordinare il cambiamento, sviluppare Genova metropoli, ottimizzare i servizi, l’adattamento ai cambiamenti climatici e la costruzione del senso di appartenenza alla Città Metropolitana) declinate in 26 progetti, sviluppati anche negli aggiornamenti annuali del piano, individuando le risorse necessarie (metropolitane, nazionali, europee, private) per renderli concretamente attuabili.
Per esempio il progetto “Periferie di Genova metropolitana” è finanziato con 40 milioni dalle risorse del bando nazionale emanato nel 2016 dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e consente di attuare già nel primo triennio alcune strategie fondamentali del Piano strategico: la coesione territoriale e sociale, l’incremento della resilienza, l’evoluzione delle scuole superiori in veri e propri “civic center”.
I fondi che lo finanziano riguardano strade provinciali, scuole superiori, scuole e servizi comunali per l’inclusione e la riduzione dei rischi idrogeologici in 15 Comuni, dalle periferie genovesi di ponente alle Valli Polcevera, Scrivia e Stura. 29,250 milioni (14,625 per le opere stradali e altrettanti per le scuole superiori) saranno gestiti direttamente dalla Città metropolitana che ne avrà a disposizione altri 11 per gli interventi dei Comuni (compreso il nuovo polo scolastico superiore a Mignanego e nuovi spazi per l’istituto Primo Levi fra Busalla e Ronco).
Il Piano strategico individua anche nel Patto per la Città di Genova, uno strumento importante per gli interventi di sviluppo economico e la coesione sociale e territoriale: 5 milioni sono infatti destinati all’area metropolitana per rinnovare il parco mezzi del trasporto pubblico locale e 11 milioni per interventi sulle strade provinciali, in particolare opere e infrastrutture per ridurre i rischi idrogeologici e migliorare sicurezza e percorribilità della rete viaria, soprattutto del Levante e nelle altre aree non interessate dal bando periferie.
La resilienza del territorio metropolitano è sviluppata anche attraverso la partecipazione al progetto europeo Proterina 3Évolution, nel programma transfrontaliero Italia-Francia Marittimo, finalizzato a creare una comunità più consapevole dei rischi e fornire strumenti utili per la prevenzione.
Il superamento del “digital divide” è al centro del progetto “Agenda digitale metropolitana”, che traguarda la strategia della coesione sociale, e prevede azioni di sistema (banda larga) e puntuali (poli di servizi territoriali).
Trasversale a tutto il Piano è il tema della legalità e trasparenza, con la proposta di un tavolo permanente di lavoro e confronto fra i responsabili anticorruzione di Città metropolitana, Comuni e tutti gli altri soggetti istituzionali coinvolti. Trasparenza e rispetto delle regole sono la base anche per il rafforzamento della Stazione Unica Appaltante, qualificata e soggetto aggregatore della Città metropolitana, che consente economie di gestione, riduzione del contenzioso ed efficacia amministrativa anche a servizio dei Comuni metropolitani.Tutti i sindaci presenti alla Conferenza metropolitana hanno dato parere favorevole al piano strategico, con motivazioni e accenti diversi nel dibattito.
Elvio Varni, sindaco di Fascia si è “compiaciuto per la redazione di un piano che per i suoi temi si inserisce nel discorso nazionale e non solo. Dobbiamo guardare avanti, guarire dalla malattia del localismo, se non ci apriamo ai nuovi modelli di società, a nuovi collegamenti, affrontando i problemi di socialità e servizi, ci aspetta solo la decadenza.” Rosario Amico, sindaco di Serra Riccò, apprezza “i riferimenti a visioni e strategie del collega Varni. Il piano strategico metropolitano può essere un trampolino di lancio per costruire e concretizzare idee della nuova Città metropolitana. Se i governi nazionali manterranno la visione d’insieme che ha contraddistinto ad esempio il bando Periferie le reti di sviluppo territoriale continueranno a trarne vantaggi.”
Mauro Cavelli, sindaco di Cogoleto, plaude a “un piano redatto in modo esemplare” ma sottolinea la distanza “fra il sogno” che contiene e “le difficoltà del lavoro quotidiano” come la gestione delle strade provinciali. Toccano gli stessi temi gli interventi di Sergio Aveto sindaco di Bargagli (“il piano è un bel libro dei sogni, ma ci sono tratti stradali ormai paragonabili al greto di un torrente e anche del dissesto idrogeologico oggi chi si occupa?”) e di Valbrevenna Michele Brassesco (“il piano è redatto bene e speriamo che diventi realtà, ma non bisogna lasciare indietro nulla. I progetti sono assolutamente necessari, ma le difficoltà del quotidiano sono enormi. In Valbrevenna ci sono 70 chilometri di strade comunali e sto perdendo la possibilità di gestirle per mancanza di fondi”). Per Simone Franceschi, sindaco di Vobbia, “se c’è una visione e ci sono progetti si riescono a portare a casa le risorse per realizzarli, per questo serve una visione complessiva. Il primo piano strategico è un risultato importante, non del tutto scontato, ottenuto dalla Città metropolitana di Genova, fra le poche con il bilancio approvato nei termini di legge.”
Marco Doria ha parlato di “una sindrome da riunione dei sindaci in qualche intervento, che fa lamentare di quanto sia difficile fare il sindaco e gestire un Comune. La Città metropolitana per come è stata concepita non può risolvere i problemi dei Comuni, ma con il piano strategico non ha scritto affatto un libro dei sogni, ma un insieme di progetti intesi come azioni che si fanno. L’ente ha poche disponibilità finanziarie proprie, perché i meccanismi ordinari a cui attingeva sono stati resi debolissimi dai tagli nazionali, ma cerca di far fronte ricercando altre risorse. La visione è una considerazione obbligata, ma non è alternativa alla rivendicazione dei fondi necessari per le strade e le manutenzioni del territorio.” Per Valentina Ghio “il piano è estremamente realistico, contiene solo progetti con risorse certe, proprio perché siamo consapevoli delle difficoltà generali. Gli aspetti più rilevanti dell’attuazione del quotidiano sono ampiamente trattati, compresa la viabilità e le strategie per la sua manutenzione.”
Città metropolitana, piano strategico al voto finale
Venerdì 21 aprile sul primo piano strategico dell’Ente esprimerà il parere la Conferenza dei sindaci e poi il Consiglio metropolitano voterà sull’approvazione definitiva del documento.
E’ stato elaborato con la partecipazione attiva dei Comuni, dei cittadini e dei territori. Ora il primo piano strategico che definisce gli obiettivi di sviluppo, integrazione e coesione dell’area metropolitana di Genova va al voto finale.
Venerdì 21 aprile, infatti, sul documento esprimerà il parere la Conferenza dei sindaci, convocata alle 14.30 dal sindaco metropolitano Marco Doria nel salone consiliare di Palazzo Doria Spinola (largo Eros Lanfranco), poi a seguire il Consiglio metropolitano di Genova voterà sulla sua approvazione definitiva.
All’ordine del giorno dell’organismo dei sindaci anche la proposta di modifica dell’articolo 19 dello statuto metropolitano che inserisce fra le competenze della Conferenza metropolitana il parere obbligatorio su investimenti e tariffe idriche, l’informativa sul programma degli interventi 2017/19 per il ciclo delle acque e l’applicazione della tariffa idrica comunale.
Città metropolitana, approvato il bilancio 2017-19
Sul documento di previsione triennale e sul consuntivo 2016 il sì definitivo del Consiglio metropolitano. Nel bilancio 29,5 milioni di investimenti del Bando periferie a cui si aggiungono 11 milioni per lavori pubblici dal Patto per Genova.Apre la porta a investimenti per 40 milioni di euro con i fondi del Bando periferie e quelli destinati alla viabilità metropolitana dal Patto per Genova e il saldo attivo di 6 milioni ottenuto nel 2016 sul patto di stabilità “darà margini di manovra – ha detto Marco Doria – anche per qualche assunzione.” E’ il bilancio di previsione 2017-19 della Città metropolitana di Genova, oggi definitivamente approvato dal Consiglio all’unanimità dei presenti che ha votato allo stesso modo anche il consuntivo 2016 dell’Ente.“In questi due anni e mezzo dalla nascita della Città metropolitana – ha detto il sindaco Doria – abbiamo gestito un processo molto complicato di metamorfosi, lavorando sempre in modo costruttivo e concreto e la volontà di non utilizzare mai in modo strumentale alcuna materia è stata totale. Chiunque verrà dopo troverà i conti in ordine, un bilancio approvato nei tempi di legge, pulito, trasparente e verificabile e un ente che sta in piedi, lavora e lo fa in modo pulito e rigoroso.” Il bilancio metropolitano che nel 2017 pareggia a 159.779.000 euro, prevede anche” investimenti significativi – ha detto Marco Doria – che ci siamo conquistati con i nostri progetti, d’intesa con i Comuni interessati, finanziati nel Bando nazionale periferie e nella quota metropolitana dal Patto per Genova. Nel prossimo triennio aumenterà così in modo consistente la capacità di realizzare lavori pubblici per strade e scuole che negli ultimi anni era stata molto frenata dai tagli ai bilanci.”I fondi del Bando periferie che finanziano il progetto metropolitano riguardano strade provinciali, scuole superiori, scuole e servizi comunali per l’inclusione e la riduzione dei rischi idrogeologici in 15 Comuni, dalle periferie genovesi di ponente alle Valli Polcevera, Scrivia e Stura. 29,250 milioni per opere stradali e nelle scuole superiori saranno gestiti direttamente dalla Città metropolitana e 11 saranno a disposizione per gli interventi che realizzeranno i Comuni (compreso un nuovo polo scolastico superiore a Mignanego). Altri 11 milioni per il territorio metropolitano arriveranno dal Patto per Genova e saranno destinati ai lavori pubblici nel Levante e nelle altre vallate non coinvolte nel Bando periferie.Prima del Consiglio era stata convocata la Conferenza metropolitana, ma la seduta non si è poi svolta perché i sindaci in aula rappresentavano solo la maggioranza della popolazione, ma non quella numerica dei Comuni, uno dei due quorum previsti. Richiamando lo statuto il segretario generale Piero Araldo ha chiarito però che se la Conferenza metropolitana, convocata nei tempi stabiliti, non esprime il parere sul bilancio e sul consuntivo “la mancata espressione del parere non pregiudica l’approvazione definitiva da parte del Consiglio metropolitano che può quindi procedere”.
Città metropolitana, sul bilancio 2017-19 domani Conferenza dei sindaci e Consiglio
Alle 15 si riunirà a Palazzo Doria Spinola la Conferenza metropolitana per esprimere il parere obbligatorio sul documento di previsione triennale che sarà poi votato in via definitiva dal Consiglio metropolitano nella seduta convocata alle 17.
Giornata di bilancio per la Città metropolitana di Genova. Domani, mercoledì 29 marzo, il bilancio di previsione 2017-19 sarà all’ordine del giorno della Conferenza metropolitana (dei sindaci) convocata alle 15 dal sindaco Marco Doria nel salone consiliare di Palazzo Doria Spinola per esprimere il parere obbligatorio sul documento triennale di programmazione economica e finanziaria che poi sarà votato definitivamente dal Consiglio metropolitano, convocato alle 17.
Oltre alla delibera del bilancio, presentata dal consigliere delegato Alfonso Gioia, la Conferenza metropolitana si esprimerà anche sul rendiconto 2016 della gestione finanziaria, economica e patrimoniale dell’Ente e poi sulla modifica all’articolo 19 dello Statuto metropolitano, presentata dal sindaco Doria, che inserisce fra le competenze della Conferenza dei sindaci anche il parere obbligatorio sugli atti di programmazione dell’ATO per il servizio idrico integrato, in particolare sul piano degli investimenti e il regime tariffario.
Città metropolitana, parere obbligatorio della Conferenza dei sindaci su investimenti e tariffe idriche
La modifica allo Statuto votata oggi dal Consiglio lo ha inserito fra le competenze della Conferenza metropolitana.
“Un atto che restituisce un ruolo significativo alla Conferenza dei sindaci sull’acqua e il servizio idrico integrato” ha detto Marco Doria presentando in Consiglio metropolitano la modifica allo statuto, poi votata all’unanimità dei presenti, che inserisce fra le competenze della Conferenza metropolitana anche il parere obbligatorio sul piano degli investimenti idrici e il regime tariffario del servizio.
“La Città Metropolitana – ha detto il consigliere delegato Enrico Pignone – ha sempre considerato fondamentale il ruolo dei Comuni e la totale trasparenza in tutti i processi, come ha dimostrato anche per la depurazione nel Tigullio. Il provvedimento che votiamo oggi è coerente con questa impostazione ed è giusto che i sindaci, rappresentanti delle collettività, esprimano il loro parere sulle scelte strategiche che riguardano l’acqua, bene di importanza primaria da gestire cercando la massima condivisione”.
Città metropolitana, il bilancio di mandato di Doria
Dagli investimenti del bando periferie e del patto per Genova al piano strategico. Marco Doria ha ripercorso in Consiglio metropolitano tappe e risultati nei primi due anni dell’ente.
40 milioni alla Città metropolitana di Genova dal bando nazionale per le periferie, 11 dal Patto per Genova sono “il segno di una capacità di intercettare fondi pubblici per il territorio che ha ottenuto risultati molto significativi” dice Marco Doria che, intervenendo nel dibattito in Consiglio metropolitano sul bilancio di previsione 2017-19 (il cui schema è poi stato approvato all’unanimità dei presenti) ha tracciato anche un bilancio dei quasi due anni e mezzo del mandato metropolitano.“Nel votare l’ultimo rendiconto e l’ultimo bilancio di previsione di questo ciclo, atti fondamentali per la vita dell’ente, vorrei – ha detto Doria ai consiglieri metropolitani – ripercorrere un percorso che ha visto costantemente il vostro impegno a cominciare da una partenza molto travagliata della Città metropolitana che ha dovuto cambiare pelle rispetto alla vecchia Provincia.” Il nuovo ente, gestito “con grande rigore e correttezza sia dalla parte politica che da quella tecnica e amministrativa conclude la sua fase costituente, avviata con lo statuto e con le linee guida del piano strategico che approveremo prima della fine del mandato.” La Città metropolitana ha segnato “passaggi significativi nelle attività di regolazione dei servizi a rete, dal piano dei rifiuti a quanto è stato fatto e ragionato sul ciclo dell’acqua, dalle tariffe ai sistemi di depurazione, al lavoro in corso in una fase molto delicata per arrivare ad espletare la gara per il trasporto pubblico locale.”Nel supporto ai Comuni l’ente ha coinvolto “le professionalità dei suoi uffici per la redazione dei piani urbanistici, i bandi di gara e la gestione degli appalti”, anche se “è stato finora meno incisivo nel campo degli interventi che la Provincia faceva con ben altre risorse a disposizione”. Interventi importanti per il territorio arriveranno però dai 40 milioni del bando periferie e dalla quota (11 milioni) che nel Patto per Genova “ho fatto inserire – ha detto Doria – per la Città metropolitana”. I fondi del bando periferie che finanziano il progetto metropolitano riguardano strade provinciali, scuole superiori, scuole e servizi comunali per l’inclusione e la riduzione dei rischi idrogeologici in 15 Comuni, dalle periferie genovesi di ponente alle Valli Polcevera, Scrivia e Stura. 29,250 milioni per opere stradali e nelle scuole superiori saranno gestiti direttamente dalla Città metropolitana che ne avrà a disposizione altri 11 per gli interventi che realizzeranno i Comuni (compreso un nuovo polo scolastico superiore a Mignanego). Per il territorio “arriveranno anche 11 milioni dal Patto per Genova, destinati per la maggior parte al Levante e alle vallate non coinvolte nel bando periferie” ha detto Doria, rispondendo anche al consigliere e sindaco di Castiglione Chiavarese Giovanni Collorado “molto rammaricato che il progetto periferie abbia escluso dagli interventi le valli del Levante”.I primi due anni della Città metropolitana sono stati segnati anche “dalla gestione, in una situazione tutt’altro che semplice – ha detto il sindaco – del sistema delle partecipate, tutelando sempre e completamente l’occupazione dei lavoratori, ma evitando di cedere a rivendicazioni irricevibili per gli equilibri di bilancio.” Il passaggio di una parte consistente del personale ad altre amministrazioni “è stata una partita complessa nel nuovo assetto di funzioni e competenze, con alcuni percorsi ben costruiti, obbligati e corretti in una buona collaborazione fra Città metropolitana e Regione. In altri casi, come per la società Atene, abbiamo trovato soluzioni efficaci nel garantire i posti di lavoro e mettere a disposizione del nostro ente ulteriori professionalità per la segreteria dell’Ato idrico”. Per tutto il lavoro svolto Marco Doria ha ringraziato “i consiglieri delegati e i consiglieri metropolitani. Senza il vostro aiuto e impegno i risultati per la tenuta e l’avvio concreto della trasformazione di questo ente non sarebbero stati possibili.”Condivide Gianni Vassallo che chiosa “nella decadenza della politica e di tante parti della pubblica amministrazione qui abbiamo scritto un’altra storia”.Nino Oliveri ricorda che “si era iniziato con toni fortemente pessimistici sulla situazione molto pesante dell’ente. Solo due anni dopo nonostante tagli finanziari ripetuti, sono stati messi in sicurezza gli equilibri, realizzati i trasferimenti di funzioni e a bilancio ci sono investimenti che due anni fa sarebbero sembrati chimere. Abbiamo fatto tutto quello che era nelle nostre possibilità e, almeno per il futuro, possiamo essere più ottimisti. Ci sono tuttavia ancora carenze molto forti per le risorse correnti, soprattutto nelle manutenzioni ordinarie della viabilità, ma con l’approvazione del conto consuntivo ci saranno elementi positivi anche in questo settore.” Laura Repetto nell’intervento ha ringraziato “il sindaco, i colleghi e il personale per l’ottimo risultato ottenuto nel bando periferie, così importante e atteso dal territorio.”
Bilancio 2017-19, primo sì dal Consiglio metropolitano di Genova
Approvata la delibera che adotta lo schema del documento di previsione triennale dell’Ente. Nel bilancio ancora le incertezze sui tagli nazionali, ma ci sono gli investimenti per scuole e strade dal bando periferie.
Pareggia per il 2017 a 161.200.849 euro, che con il completamento delle riorganizzazioni e dei trasferimenti di competenze e funzioni stabilite dalla legge Del Rio per Province e Città metropolitane scenderanno a 131.411.568 nel 2018 e 134.149.568 nel 2019. E’ il bilancio di previsione triennale della Città metropolitana di Genova il cui schema, presentato dal consigliere delegato Alfonso Gioia, è stato adottato all’unanimità dei presenti dal Consiglio metropolitano di Genova presieduto dal sindaco Marco Doria.
Sul bilancio che “rispettando gli equilibri e il patto di stabilità apre alla possibilità di investimenti” ha detto Gioia, dovrà esprimersi anche la Conferenza metropolitana (dei sindaci) prima del ritorno del documento in Consiglio per l’approvazione definitiva.“E’ l’ultimo bilancio del nostro mandato – ha detto Marco Doria – e dopo anni molto difficili a causa delle poche risorse per gli interventi sul territorio, prevede anche investimenti significativi per le scuole superiori e le strade metropolitane con i fondi finanziati dal bilancio dello Stato 2017 per il progetto del nostro Ente nel bando nazionale periferie.”Per gli investimenti dal bando periferie il bilancio metropolitano 2017-19 stanzia 29.250.000 milioni (14,6 per le strade provinciali e un importo analogo per le scuole superiori) ai quali si aggiungono oltre 10 milioni per interventi e servizi nei Comuni – compreso un nuovo polo scolastico superiore a Mignanego – sempre inseriti nel progetto di cui la Città metropolitana ha la regia e che riguarda 14 Comuni delle Valli Polcevera, Scrivia e Stura oltre alle scuole superiori nelle periferie genovesi da Sampierdarena al ponente e alla Valpolcevera. I fondi saranno disponibili dopo il completamento di tutti gli atti del CIPE e l’emanazione di uno specifico decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri.La legge di stabilità 2017 ha istituito un fondo annuale per il finanziamento degli interventi degli Enti territoriali di circa 970 milioni (969,6) dal 2017 al 2026. Non c’è ancora, però, il decreto della Presidenza del Consiglio che stabilisca finalità e criteri di ripartizione delle somme fra gli enti che, quindi, non possono fare previsioni certe a bilancio.“Per prudenza – dice Alfonso Gioia – abbiamo per ora mantenuto lo stesso ammontare dei tagli dell’anno scorso, circa 52 milioni complessivi, ma non è davvero più possibile che lo Stato obblighi gli enti territoriali a formare i bilanci in questa situazione di incertezza normativa e finanziaria.” E i tagli hanno continuato a pesare moltissimo, come emerge dal rendiconto economico dell’anno scorso.“Nel 2016 – dice Gioia – la Città metropolitana ha ridotto le spese di funzionamento complessive (personale, acquisto di beni e servizi) di oltre 12 milioni rispetto all’anno precedente, però non abbiamo potuto utilizzare queste somme per i servizi sul territorio perché sono state tutte riassorbite da un ulteriore taglio nazionale dello stesso importo. In attesa del Dpcm che dovrà ripartire il fondo istituito dalla Legge di stabilità 2017 per gli enti territoriali, avremo un certo miglioramento della situazione solo dal 2019: l’anno prossimo infatti estingueremo un prestito obbligazionario con Carige, liberando 6 milioni per il bilancio.”Soddisfatto Gianni Vassallo “perché se il rendiconto 2016 chiude la fase difensiva per mettere in sicurezza l’ente e lo fa in modo positivo, il bilancio di previsione 2017 prevede anche la costruzione di nuove azioni per riaffermare la presenza della Città metropolitana sul territorio. Segnalo però un problema: nell’accordo di programma per il trasporto pubblico locale il Comune di Genova deve versare 500.000 euro annui ad Atp, che noi iscriviamo a bilancio, ma poi di fatto da alcuni anni ne versa solo 300.000. O abbiamo la certezza che Genova versi effettivamente l’intera somma dovuta oppure il servizio di Atp deve essere riprogrammato sulla base dei 300.000 e non 500.000 euro del Comune di Genova. Vorrei che la questione fosse risolta prima dell’approvazione definitiva del bilancio metropolitano.”
Per Nino Oliveri, consigliere delegato a viabilità e trasporti, quello di Vassallo “è un assist che non posso non raccogliere. E’ un nodo che va sciolto e più volte ho sollecitato il Comune di Genova perché adeguasse la sua posizione, tenendo conto anche di un ordine del giorno in questo senso approvato all’unanimità dal Consiglio comunale. Siamo in una fase estremamente delicata, in preparazione della gara per il trasporto pubblico locale, e lo strumento che regge il sistema si fonda sui contributi dei Comuni e della Regione. Ci sono anche ritardi nei versamenti di altri Comuni, di importi però molto minori e non certo rilevanti come quello del Comune di Genova, e sono sicuro che il sindaco Doria si farà carico del problema.” E per Alfonso Gioia “una ristrutturazione completa dell’azienda per Atp è necessaria.”
Città metropolitana, in Consiglio il bilancio 2017-19
L’adozione dello schema del bilancio di previsione triennale dell’Ente, sul quale dovrà poi esprimersi anche la Conferenza metropolitana (dei sindaci), sarà votata dal Consiglio nella seduta convocata domani alle 10 dal sindaco Marco Doria.
Il bilancio 2017-19 all’ordine del giorno del Consiglio metropolitano di Genova convocato dal sindaco Marco Doria per domani, venerdì 10 marzo, alle 10 nel salone consiliare di Palazzo Doria Spinola in largo Eros Lanfranco.Il Consiglio voterà lo schema del bilancio triennale di previsione, presentato dal consigliere delegato Alfonso Gioia, sul quale dovrà poi esprimersi anche la Conferenza metropolitana (dei sindaci) prima del ritorno del documento in Consiglio per la sua approvazione definitiva.
Al voto della seduta di domani anche il rendiconto sulla gestione finanziaria, economica e patrimoniale per il 2016, sempre presentato da Alfonso Gioia e la modifica all’articolo 19 dello statuto della Città metropolitana, presentata dal sindaco Marco Doria che inserisce fra le competenze della Conferenza metropolitana anche il parere obbligatorio sugli atti di programmazione dell’ATO per il servizio idrico integrato, riferito in particolare al piano degli investimenti e al regime tariffario.
Città metropolitana, sì dal Consiglio ai due depuratori per il Tigullio Orientale
“Siamo riusciti a dare una sistemazione definitiva alla questione depuratori nella Città metropolitana” ha detto Marco Doria. La delibera presentata da Enrico Pignone conferma la scelta di Ramaia a Sestri Levante e del Lido a Chiavari.
Via libera definitivo dalla Città metropolitana di Genova ai due depuratori per il Tigullio Orientale, con richiesta di tempi rapidi per le progettazioni di Ireti, gestore del ciclo idrico. Questa la sintesi della delibera presentata dal consigliere delegato Enrico Pignone e approvata all’unanimità dei presenti dal Consiglio metropolitano presieduto dal sindaco Marco Doria.
“Siamo riusciti – ha detto Doria – a dare una sistemazione definitiva alla questione depuratori nella Città metropolitana, dall’inaugurazione del nuovo impianto a Recco alla collocazione di quelli nel Tigullio e ringrazio tutti coloro che si sono impegnati per farlo. E’ stato un itinerario lungo, ma sempre sensato e con i piedi per terra alla ricerca delle soluzioni per dare risposte anche alle procedure d’infrazione europee. Non abbiamo mai avuto il paraocchi, cercando sempre di cogliere ogni possibilità concreta.”
L’atto votato a Palazzo Doria Spinola, con valutazioni positive anche negli interventi di Roberto Levaggi, Valentina Ghio e Gianni Vassallo, conferma e approva la scelta dei due impianti di vallata, a Ramaia nel Comune di Sestri Levante e al Lido nel Comune di Chiavari, sulla quale aveva già dato all’unanimità parere favorevole la Conferenza dei sindaci dell’Ato Centro Est, del quale la Città metropolitana è autorità d’ambito.
La nuova soluzione per il sistema depurativo del Tigullio Orientale è condivisa da tutti i Comuni mentre a quella votata nell’autunno 2015 che prevedeva un unico depuratore comprensoriale per le valli dell’Entella e del Petronio, si erano opposti decisamente il Comune di Chiavari, rifiutando anche con un ricorso al Tar la localizzazione del nuovo impianto sulla propria colmata a mare, e il Comune di Lavagna.
I vantaggi nel rapporto costi-benefici che uno studio tecnico indicava con la realizzazione del depuratore unico sarebbero quindi stati vanificati dal prolungarsi della controversia amministrativa con il Comune di Chiavari che avrebbe allungato ancora i tempi per l’impianto, aumentando i pericoli di onerosissime sanzioni dall’Unione Europea che ha già aperto una procedura di infrazione per i siti di Lavagna e Sestri Levante.
“E’ evidente – dice Enrico Pignone – che ulteriori ritardi nei tempi di adeguamento alle norme comunitarie e nazionali avrebbero aumentato i rischi di vedersi comminare dall’Europa sanzioni pesantissime che invece a questo punto dovrebbero essere scongiurati perché la nuova scelta condivisa avvia a soluzione tutte le situazioni critiche del territorio metropolitano, che come molte altre zone d’Italia era sotto procedura di infrazione europea”.
La scelta dei due depuratori di vallata (Ramaia per la Val Petronio, a servizio di 70.000 abitanti equivalenti e Lido per la Valle dell’Entella, a servizio di 140.000 abitanti equivalenti) eviterà la costruzione della condotta sottomarina di collegamento fra Sestri Levante e Chiavari, prevista dal precedente progetto di impianto unico sulla colmata chiavarese e fonte di preoccupazione nel Tigullio per i rischi di danno ambientale in caso di rotture delle tubazioni. La costruzione dei due depuratori ridurrà anche l’estensione complessiva delle superfici necessarie per realizzarli e l’entrata in funzione dei nuovi impianti garantirà maggiore efficienza gestionale in rapporto alla popolazione servita in caso di fermo di uno dei depuratori. La scelta del Lido a Chiavari, inoltre, con la possibilità di riutilizzare la produzione di acque depurate nell’area portuale e in quelle limitrofe consentirà un doppio risparmio, economico e di risorsa idriche. Per Roberto Levaggi, consigliere metropolitano e sindaco di Chiavari “tanti cittadini, assobalneari, numerosi ordini del giorno di Lavagna e Chiavari avevano ribadito altre aspettative rispetto al depuratore unico e ringrazio la sensibilità della Città metropolitana e il gestore per aver individuato un percorso diverso. Poteva esserci una differenza di costi per due impianti, ma credo si potrà colmare nella messa a punto dei progetti. Il fattore tempo è fondamentale e in un percorso condiviso si risparmiano energie e costi per la realizzazione. Chiavari ha dimostrato sensibilità per lo spostamento del depuratore attuale di Preli che potrebbe andare in infrazione dal 2021, in una nuova localizzazione e con nuove tecnologie a servizio anche di Lavagna, Cogorno e della Fontanabuona. La nostra opposizione alla scelta del depuratore in colmata era dovuta alla strategicità per lo sviluppo di quell’area che avrebbe subito servitù troppo pesanti. Nel Puc invece la zona del Lido è parte del distretto di trasformazione a levante del porto e l’impianto di depurazione in quella zona non richiede, come indicato dalla Regione nelle osservazioni al Puc, la valutazione ambientale strategica. La soluzione votata oggi è un buon servizio ai cittadini e al comprensorio” Per Valentina Ghio, vice sindaca metropolitana e sindaca di Sestri Levante “si conclude un percorso molto lungo, partito ben prima della nascita della Città metropolitana. Per diversi anni l’orientamento dei nove Comuni del comprensorio e gli atti di pianificazione regionale hanno previsto un depuratore comprensoriale unico, conseguente alle valutazioni impiantistiche, logistiche, strutturali ed economiche. Il processo richiede però, giustamente, tempi certi per adeguare e realizzare impianti evitando anche sanzioni che ricadrebbero su tutti i cittadini. Ormai da più di un anno, per questo, la Val Petronio ha dato la disponibilità indicando il sito di Ramaia per l’impianto di vallata e poi anche la Valle dell’Entella è riuscita a individuare una soluzione. Siamo perciò arrivati alla decisione e mi auguro che a questo atto positivo seguano tempi certi e senza intoppi per la risoluzione dei problemi di depurazione di tutto il Tigullio Orientale.”
Soddisfazione per la delibera da Gianni Vassallo “contento di votarla. Mi è capitato di rado di non condividere un provvedimento in questa sede, ma era successo con la precedente delibera sul depuratore unico nel Tigullio. Il lavoro fatto ora ricompone il quadro anche dal punto di vista istituzionale e dimostra che malgrado le difficoltà e le interferenze che si sono succedute questo ente è esempio di buona amministrazione.”
La Città metropolitana oltre ad approvare la scelta per i nuovi depuratori, anche sulla base di tutta la documentazione di analisi e comparazione commissionata dall’ente per valutare vantaggi e criticità dei diversi siti proposti, con la delibera consiliare di oggi dà mandato a Ireti, gestore del ciclo idrico, di “procedere con sollecitudine” a redigere i progetti e contemporaneamente revoca quella precedente, la 47 del 2015 sul depuratore comprensoriale unico.
Città metropolitana, in Consiglio i due depuratori del comprensorio del Tigullio
La delibera sarà all’ordine del giorno della seduta convocata dal sindaco Marco Doria per venerdì 24 febbraio alle 14 nel salone consiliare dell’ente a Palazzo Doria Spinola.
La scelta di realizzare due impianti di vallata per il sistema di depurazione nel comprensorio del Tigullio, rispettivamente a Ramaia nel Comune di Sestri Levante e al Lido nel Comune di Chiavari al voto del Consiglio metropolitano di Genova dopo il parere favorevole della Conferenza dei sindaci lo scorso 3 febbraio.
La delibera è infatti fra le pratiche del Consiglio metropolitano di Genova convocato dal sindaco Marco Doria per venerdì 24 febbraio alle 14 nel salone consiliare di Palazzo Doria Spinola.
All’ordine del giorno della seduta anche i pareri della Città metropolitana sui procedimenti di formazione dei progetti dei Puc di Chiavari e di Arenzano, la convenzione con i Comuni, le loro Unioni e i Parchi sul progetto FuoriGenova e un’interrogazione del consigliere Franco Senarega sulla situazione nelle vicinanze del mercato ortofrutticolo a Bolzaneto.
Atp, approvate dalla Città metropolitana le linee per la ricapitalizzazione
Sì del Consiglio metropolitano di Genova dopo un lungo dibattito. La Città metropolitana parteciperà con oltre 1,5 milioni all’aumento di capitale da 3 milioni per rafforzare l’azienda con nuovi investimenti.
Via libera dalla Città metropolitana di Genova alla ricapitalizzazione di Atp, mantenendo l’attuale assetto a maggioranza pubblica della società e sulla base di un piano industriale che garantisca investimenti, efficienza del servizio ed equilibri economici.
Il Consiglio metropolitano ha approvato, dopo un lungo dibattito, la delibera sugli indirizzi per la partecipazione all’aumento di capitale presentata dal consigliere delegato Nino Oliveri. “La cosa più importante – ha detto il sindaco Marco Doria – è che la Città metropolitana dà sostanza concreta a ciò che vuole fare, come aveva detto prima dello sciopero, ribadito in tutto il confronto sindacale e sottoscritto nell’accordo, per il futuro di Atp.”
La ricapitalizzazione “è una misura strutturale – ha detto Nino Oliveri – legata a un concreto piano industriale che potrà dare nuove prospettive all’azienda anche in vista della partecipazione alla gara, non da sola, per il servizio di trasporto pubblico locale su tutto il bacino metropolitano”.
La Città metropolitana parteciperà con 1,560 milioni all’aumento di capitale complessivo di 3 milioni che per l’importo restante impegnerà Autoguidovie spa, socio privato di minoranza in Atp Esercizio srl, controllata con il 51,54% da Atp spa in cui la Città metropolitana ha la maggioranza con il 50,53% e di cui sono azionisti anche Amt spa (45,63%) e i Comuni di Chiavari, Lavagna, Rapallo, Santa Margherita Ligure e Sestri Levante (3,84%).
L’atto della Città metropolitana stabilisce che l’aumento di capitale, un cardine fondamentale anche nell’accordo per Atp raggiunto dopo un lungo e faticoso confronto con le organizzazioni sindacali, deve fondarsi, su questi elementi sostanziali e procedurali:
che entrambe le società (Atp spa e Atp Esercizio srl) abbiano chiuso gli ultimi tre bilanci, dal 2014 al 2016, senza perdite;
che i Comuni soci concedano (come hanno già fatto o stanno facendo) la proroga di almeno un anno all’azienda per la restituzione del prestito di 600.000 euro nel concordato preventivo;
che Atp Esercizio srl presenti un piano industriale con misure e investimenti che garantiscano di mantenere gli equilibri finanziari nel prossimo triennio;
che con l’aumento di capitale resti inalterato il controllo pubblico dell’azienda, senza alcun aumento delle quote del socio privato:
che l’operazione rispetti le norme previste dal testo unico sulle società a partecipazione pubblica (decreto legislativo 175 del 2016) e le relative procedure, tra cui le comunicazione prescritte alla Corte dei Conti e all’Autorità garante della concorrenza e del mercato e avvenga sulla base del piano industriale con le misure e gli investimenti approvato dall’Autorità di regolazione del settore.
La Città metropolitana finanzierà la ricapitalizzazione di Atp con uno stanziamento inserito nel bilancio di previsione 2017-19 che potrà essere impegnato nei primi mesi del prossimo anno, dopo l’approvazione del conto consuntivo 2016 .
Nel dibattito prima del voto anche il lungo sciopero dei dipendenti Atp e il difficile confronto con i sindacati sono stati al centro degli interventi.
Maria Luisa Biorci ha parlato di “vicenda politica imbarazzante, i sindaci e il Consiglio metropolitano non sono stati coinvolti nel modo più assoluto e spero non accada più”.
Dissenso “non nel merito generale, ma sul metodo della conduzione politica” da Cristina Lodi “senza un coinvolgimento del Consiglio urgente e dei consiglieri metropolitani che avrebbe aiutato di più a gestire la situazione sul territorio mentre si coglievano criticità come la scelta del sindaco di essere o non essere alla trattativa.”
Marco Doria ha risposto “non mi siedo a un tavolo mentre mi si spara addosso. Per me questo è l’abc di un metodo e mi auguro che la grande maggioranza di questo Consiglio sia della stessa opinione. Abbiamo detto che la trattativa sarebbe immediatamente ripresa con il ritorno degli autobus in servizio e così è stato. Non trattare durante uno sciopero selvaggio penso che non incoraggi il ripetersi di agitazioni senza il rispetto delle leggi che nei servizi pubblici essenziali tutelano il diritto di sciopero e quello dei cittadini.”
Per Gian Piero Pastorino “le motivazioni dei lavoratori per lo sciopero c’erano tutte e con le loro rivendicazioni sono riusciti a ottenere risultati importanti.”
Alfonso Gioia considera “sterili le polemiche di oggi sul sentirsi al di fuori delle trattative. Da tempo il nostro ente ha espresso in questa sala la sua consapevolezza e il suo impegno nel voler fare azione di responsabilità nei confronti di Atp e ne conoscevamo bene le tappe e il percorso e quando ci sono legittime rivendicazioni i lavoratori debbono però rispettare le leggi che regolamentano gli scioperi nei servizi pubblici.”
Gian Luca Buccilli ha detto “questa sera c’è troppa confusione. Chi si è seduto al tavolo di trattativa sa che da subito si è parlato di ricapitalizzazione e di mantenimento della maggioranza pubblica, scelta politica molto forte e inequivocabile. Non mi appassiona la rincorsa alla politica come teatro, piuttosto le cose concrete come il nostro sforzo per l’azienda. Ed è concreto purtroppo anche il fatto che nella legge finanziaria regionale ci saranno venti milioni in meno per gli investimenti nel trasporto pubblico locale.”
Nino Oliveri “restando al merito di quanto accaduto” ha detto “avevo ben presenti quali fossero le nostre disponibilità alla trattativa e non potevamo assolutamente assumere impegni sulle parti retributive. Non potevamo dire cose diverse perché chi conduce seriamente una trattativa non può raccontare balle ai lavoratori. Ho condiviso pienamente l’impostazione del sindaco Doria: quando si proclama uno sciopero selvaggio non ci si siede al tavolo, fino a quando non termina l’agitazione. Sono qui stato giorno e notte, pronto a rispondere a chiunque, ma nessuno mi ha mai manifestato neanche un dubbio su questa posizione.”
Per la vicesindaco della Città metropolitana Valentina Ghio “è importante valorizzare l’accordo siglato, per ripartire da quel dato evitando di farci del male. Sono stati giorni molto difficili per chi è stato alla trattativa, ma anche per il territorio. Lo sciopero ha avuto un’evoluzione non lineare, all’inizio proclamato sulla proposta industriale e l’ingresso del socio privato e poi riconvertito nelle assemblee sul recupero dell’integrativo. C’è comunque un disagio dei lavoratori dall’inizio del concordato per il quale, come gli enti pubblici, hanno fatto la loro parte. Negli ultimissimi anni, poi, in Atp c’è stato un percorso di conflittualità dove il gioco al rialzo è stato utilizzato come elemento di confronto politico sul territorio. Ci sarà da lavorare, abbiamo ricevuto sollecitazioni da tanti amministratori locali spiazzati da questa situazione. E’ l’occasione perché ci sia un ruolo forte della Città metropolitana con le amministrazioni locali del territorio per cercare di comprendere insieme fino in fondo il futuro dell’azienda.” Per Laura Repetto, che ha condiviso l’intervento della vicesindaco Ghio “è doveroso ringraziare Marco Doria e Nino Oliveri per quanto hanno fatto in linea con quanto ci siamo detti in questa sede, mentre non ho avuto alcuna sensazione di estromissione da quanto si svolgeva. Durante lo sciopero ho solidarizzato, con i ragazzi lasciati a piedi per giorni. Ripartiamo da quello che si è concluso, senza che si ripetano scioperi selvaggi.
Città metropolitana, in Consiglio gli indirizzi per la ricapitalizzazione di Atp
Nella seduta di domani, convocata dal sindaco Marco Doria alle 16 nel salone consiliare di Palazzo Doria Spinola
Gli indirizzi per la partecipazione della Città metropolitana di Genova alla ricapitalizzazione di Atp, un cardine dell’accordo raggiunto dopo un lungo confronto con le organizzazioni sindacali, saranno discussi e votati dal Consiglio metropolitano convocato dal sindaco Marco Doria per domani, 21 dicembre, alle 16 nel salone di Palazzo Doria Spinola, in largo Eros Lanfranco a Genova.Con la delibera su Atp, presentata dal consigliere delegato Nino Oliveri, l’ordine del giorno della seduta prevede anche lo stato di attuazione e l’aggiornamento del documento unico di programmazione presentati dal sindaco Doria; l’atto modificativo della convenzione quadro “variante complessiva degli enti liguri” sulle opere per il territorio a corollario del Terzo Valico ferroviario, presentata dal consigliere delegato Nino Oliveri; la convenzione per trasferire al Comune di Campo Ligure l’uso gratuito dell’edifico scolastico in viale San Michele, di proprietà della Città metropolitana per la sua valorizzazione e utilizzo scolastico, presentata dal consigliere delegato Alfonso Gioia e l’approvazione degli adempimenti conseguenti alla delibera dell’Autorità per l’energia elettrica, il gas e i sistemi idrici (AEEGSI) sulla ripartizione della quota fissa tariffaria tra i servizi di acquedotto, fognatura e depurazione presentata dal consigliere delegato Enrico Pignone.
Atp, raggiunto l’accordo dopo il confronto in Città metropolitana
Il documento è stato poi firmato da Città metropolitana, Regione, azienda e sindacati davanti al prefetto Fiamma Spena.
Dopo oltre nove ore di confronto nella sede della Città metropolitana di Genova è stato raggiunto l’accordo per Atp con le organizzazioni sindacali. Il testo è stato firmato, davanti al prefetto di Genova Fiamma Spena, dal consigliere delegato ai trasporti della Città metropolitana, Nino Oliveri, dall’assessore regionale Gianni Berrino, dal presidente Maurizio Beltrami e dall’amministratore delegato Natalia Ranza di Atp Esercizio srl, dai rappresentanti delle organizzazioni sindacali Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt, Faisa Cisal, Ugl Fna, Usb Lavoro privato.“La Città metropolitana, gli altri azionisti e la Regione – ha detto Nino Oliveri – hanno dato prova di senso di responsabilità e disponibilità al confronto con le organizzazioni sindacali che si è finalmente concluso con un accordo positivo per rafforzare con il contributo di tutti il futuro dell’azienda”.
La Città metropolitana di Genova garantirà la ricapitalizzazione dell’azienda (con oltre 1,5 milioni dell’importo complessivo di 3 al quale parteciperà anche il socio privato di minoranza), mantenendo l’attuale assetto societario a maggioranza pubblica, sulla base di un adeguato piano industriale. L’operazione è condizionata dal fatto che i Comuni soci accettino, come già assicurato, una proroga dei termini per la restituzione del prestito redimibile e dovrà rispettare le procedure previste dalle norme vigenti sulle società a partecipazione pubblica.
Per approvare l’atto di indirizzo sulla ricapitalizzazione di Atp è stato convocato per mercoledì 21 dicembre il Consiglio della Città metropolitana e i Comuni soci di Chiavari, Sestri Levante e Rapallo hanno convocato i consigli rispettivamente oggi, il 22 e 23 dicembre, mentre Santa Margherita e Lavagna hanno già approvato la proroga del prestito il 14 e 15 dicembre.
Il consiglio di amministrazione di Atp si impegna a svolgere ogni tentativo possibile per poter chiudere in modo positivo le partite economiche ancora aperte nella finalità del riequilibrio del bilancio 2016.
La Regione Liguria conferma l’impegno a stanziare nell’esercizio finanziario 2017 la somma di 600.000 euro per proseguire il progetto di contrasto all’evasione tariffaria, in due quote, la prima con un emendamento alla finanziaria regionale al voto il 22 dicembre prossimo e la seconda con successive variazioni di bilancio.
Contestualmente Atp e organizzazioni sindacali hanno stipulato un accordo sul premio da erogare ai lavoratori per i risultati del progetto di contrasto all’evasione tariffaria.
Atp presenterà il piano industriale, necessario per la ricapitalizzazione da parte dei soci e oggetto di confronto con le organizzazioni sindacali;
Atp, che convocherà inoltre un tavolo con le organizzazioni sindacali per esaminare le problematiche aziendali emerse, non avvierà alcuna contestazione disciplinare nei riguardi dei dipendenti in relazione alle proteste di questi giorni.
La Città metropolitana, con una nota inserita a verbale, ha manifestato la disponibilità “compatibilmente con l’obiettivo prioritario del mantenimento dell’equilibrio economico finanziario aziendale determinato necessariamente dalle positive risultanze del piano industriale” a perseguire l’obiettivo “di reperire fondi per concorrere al recupero da parte dei lavoratori della parte economica della contrattazione integrativa decurtata attraverso la procedura concordataria.”
Trasporto pubblico, lotto unico per la gara del bacino metropolitano
Per la Città metropolitana è la dimensione ottimale, condivisa e definita con delibera del Consiglio, per affidare i servizi del trasporto pubblico locale. Gara anche per l’advisor sul progetto di rete e sulle garanzie di concorrenzialità per il bando.
Un lotto di gara unico per tutto il bacino metropolitano del trasporto pubblico locale.
Per la Città metropolitana di Genova che ha competenza sulla gara, l’accordo di programma con i Comuni e la gestione del contratto di servizio, è questa la dimensione ottimale per affidare i servizi del trasporto pubblico locale.
La scelta preliminare è stata condivisa e definita, su proposta del consigliere delegato Nino Oliveri, con delibera del Consiglio metropolitano presieduto dal sindaco Marco Doria.
Lo stesso provvedimento dà il via anche alle procedure di gara per individuare l’advisor che supporterà la Città metropolitana negli approfondimenti tecnico-economici sul progetto di rete, le economie di scala dell’integrazione dei servizi urbani ed extraurbani, gli obiettivi di efficienza e redditività (incremento del 50% del rapporto ricavi-costi per le aziende nel bacino metropolitano) e le garanzie per la concorrenza prefigurate dalle normative nazionali, ancora in evoluzione.
“Il lotto unico è la soluzione più ragionevole in assoluto – ha detto Marco Doria – anche sulla base di tutti gli studi che abbiamo raccolto rispetto all’integrazione tariffaria, delle funzioni e delle manutenzioni e questo atto prosegue il percorso di estrema complessità verso la gestione unitaria del servizio metropolitano del trasporto pubblico.”
Per Nino Oliveri “ la scelta è determinante per superare le divisioni di tariffe e di orari e assicurare una gestione unitaria con un unico sistema tariffario, in una dimensione organizzativa ed economie di scala adeguate agli indispensabili investimenti che il futuro gestore dovrà sostenere per garantire qualità ed esigenze del servizio”.
Il lotto unico per tutto il bacino metropolitano porterebbe anche alla completa riorganizzazione logistica delle attuali aree di sosta e manutenzione dei mezzi, aumentandone l’efficienza e riducendo le lunghe ‘corse tecniche‘, senza passeggeri, dalle rimesse ai capolinea e dalle rimesse alle officine.
Si punta decisamente anche all’integrazione con il trasporto ferroviario per la quale “naturalmente – aggiunge Nino Oliveri – è fondamentale concordare intese per un ambito tariffario unico, ottimizzando gli orari.”
Prima di rendere definitiva questa scelta dovranno essere completati tutti gli approfondimenti necessari, oltre che sulle economie di scale e di efficienza del servizio anche rispetto alla contendibilità del lotto unico, secondo i criteri e le linee guida elaborati dall’Autorità per la regolazione dei trasporti.
Gian Piero Pastorino condivide l’indicazione del lotto unico “come dimensione ottimale che può stare benissimo in piedi, vedo però che nella delibera si lascia una finestra anche per l’eventuale suddivisione del bacino in lotti più piccoli. Vorrei sapere in quali tempi e con quali strumenti dovremo valutare se dovesse prevalere questa ipotesi.”
Enrico Pignone è “pienamente d’accordo sul lotto unico, ottimale per il bacino metropolitano, tenendo conto nella progettazione della rete dei servizi che devono essere integrati delle peculiarità, complessità e flussi di ogni territorio.”
Per Oliveri, che ha risposto a Pastorino, “l’opzione è molto chiara, la preferenza è il lotto unico e la decisione sarà perfezionata dopo gli approfondimenti necessari anche sulla contendibilità del lotto, ossia sulle garanzie, nel rispetto delle normative, del massimo grado di concorrenza.”
Venerdì in Consiglio metropolitano variazione bilancio e definizione gara del trasporto pubblico
La seduta è stata convocata dal sindaco Marco Doria per le 14 di venerdì 25 novembre nel salone consiliare di Palazzo Doria Spinola.
Venerdì 25 novembre si riunisce il Consiglio metropolitano di Genova, convocato alle 14 dal sindaco Marco Doria nel salone consiliare di Palazzo Doria Spinola, in largo Eros Lanfranco.
All’ordine del giorno della seduta:
variante di aggiornamento al PTC Bacini Padani per l’aggiornamento del quadro dei dissesti e la riperimetrazione delle fasce fluviali dello Stura a Masone;
stato di attuazione del DUP (Documento unico di programmazione);
definizione preliminare dei lotti per la gara di affidamento del trasporto pubblico locale nel bacino metropolitano;
variazione al bilancio di previsione 2016/18;
modifiche al regolamento sulle occupazioni di spazi e aree pubbliche e per l’applicazione del relativo canone;
interpellanza del consigliere Franco Senarega “in merito a eventuali immobili di proprietà della Città metropolitana destinati ai migranti”
Città metropolitana, non si paga occupazione suolo pubblico per riparare i danni delle calamità naturali
La modifica al regolamento Cosap, presentata dal consigliere delegato Nino Oliveri, sarà votata venerdì dal Consiglio Metropolitano. Riguarda le aree lungo le strade metropolitane e si applica anche agli interventi per i danni della tromba d’aria del 14 ottobre.i
Azzerati dalla Città metropolitana di Genova gli oneri di occupazione suolo pubblico lungo la rete stradale dell’ente per cittadini e imprese che devono intervenire con urgenza riparando i danni provocati alle loro proprietà dalle calamità naturali.
Lo stabilisce la proposta presentata dal consigliere delegato Nino Oliveri, d’intesa con il sindaco Marco Doria, che sarà votata venerdì prossimo dal Consiglio metropolitano, al quale era stata già preannunciata con una comunicazione in aula.
“E’ un segnale molto concreto – dice Nino Oliveri – di sostegno alla cittadinanza, alle imprese, al mondo economico e produttivo nell’affrontare i danni provocati da eventi alluvionali e altre calamità naturali, come la recente tromba d’aria sulla costa ed entroterra del levante, che sempre più spesso purtroppo colpiscono il territorio”.
Per farlo la Città metropolitana introduce, con delibera del Consiglio metropolitano, una specifica modifica del regolamento Cosap sui canoni per l’occupazione temporanea di suolo pubblico.
La nuova disposizione stabilisce che non sia dovuto alcun canone e non ci siano oneri per spese di istruttoria e sopralluoghi, quando le occupazioni del suolo pubblico prospicienti le strade metropolitane (ex provinciali) siano necessarie per riparazioni e interventi urgenti sui danni provocati da eventi meteo-atmosferici eccezionali che dovranno essere certificati da uno stato di emergenza o da un’ordinanza del sindaco del proprio Comune che riconosca la connessione fra la calamità naturale e un’allerta meteo arancione o rossa.
La nuova norma, con una clausola transitoria, è applicabile anche agli interventi per i danni provocati nelle aree lungo la viabilità metropolitana dalla devastante tromba d’aria che il 14 ottobre scorso si è abbattuta, in particolare, sulla costa e l’entroterra del Golfo Paradiso e del Tigullio.
Strade, ad Anas la manutenzione di Giovi, Turchino, Fontanabuona, Val d’Aveto e Cento Croci
Sgombero neve, segnaletica, sfalcio, illuminazione e sgombero frane passano dall’ente con sempre meno risorse e personale allo Stato, in attesa che questo diventi proprietario di queste strade.
Il consiglio metropolitano di Genova ha approvato ieri una convenzione fra Città metropolitana di Genova, Province di Savona, Imperia e La Spezia, Regione Liguria ed Anas per affidare alla stessa Anas, insieme alle tre Province liguri, la cura di quelle strade ex statali finora gestite dalle ex Province ma che saranno presto riclassificate, ovvero passeranno sotto la competenza appunto di Anas. L’affidamento ad Anas, e poi maggiormente la riclassificazione quando questa sarà sancita, sgraverà gli enti di area vasta, dai bilanci sempre più magri e dal personale sempre più ridotto, di un compito di manutenzione stradale sempre più difficile da svolgere.
Ecco l’elenco delle strade riclassificate che interessano il territorio della Città metropolitana di Genova:
n. 456 del Turchino
n. 35 dei Giovi
n. 225 della Fontanabuona
n. 586 della Val d’Aveto
n. 523 del Colle di Cento Croci
Antonino Oliveri, consigliere della Città metropolitana delegato alla viabilità, ha ricordato ai colleghi consiglieri che la convenzione fa seguito a un protocollo d’intesa, approvato dal consiglio metropolitano di Genova lo scorso 27 aprile, con cui si delegava la Regione a verificare con Anas e ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti l’ammissibilità della riclassificazione, e che, avendo avuto tale verifica esito positivo, si può ora, in una fase transitoria che precede la riclassificazione vera e propria, stipulare una convenzione per affidare ad Anas la manutenzione ordinaria delle strade interessate: attività di manutenzione invernale (sgombero neve, spargimento sale), cura delle segnaletica orizzontale e verticale, manutenzione del verde (sfalcio, potature, ecc.), manutenzione dei guard rail, ripristino dell’illuminazione e attività di sorveglianza stradale, e, su richiesta della Città metropolitana, anche lo sgombero delle frane e la pulizia delle cunette.
“Fino al perfezionamento del passaggio di proprietà delle strade da Città metropolitana ad Anas – ha precisato però Oliveri – la responsabilità di queste infrastrutture viarie resterà della Città metropolitana in quanto ente proprietario. E resterà in capo al nostro ente anche la manutenzione straordinaria“.
L’accordo approvato ieri decorrerà dal momento della firma di tutti gli enti interessati.
Piano strategico metropolitano, al via 7 incontri di partecipazione. Doria: “Ma nasce dentro la Città metropolitana”
Partirà a Chiavari il 23 novembre il processo di partecipazione che porterà ad approvare il documento di pianificazione fondamentale del nuovo ente: lì sarà scritta la sua azione strategica nei prossimi 5-10 anni. Il sindaco: “Coinvolgeremo Fondazione Labò”. Buscaglia e Repetto chiedono un piano di comunicazione.
Sette incontri in vari comuni del territorio metropolitano per presentare il Piano strategico metropolitano ma anche per raccogliere da chi vive e opera nel territorio stesso suggestioni utili al miglioramento di questo documento di pianificazione fondamentale della Città metropolitana di Genova, quello che indica gli obiettivi strategici da perseguire nei prossimi 5-10 anni: il percorso di partecipazione del Piano strategico, illustrato ieri pomeriggio in consiglio metropolitano da Valentina Ghio, vicesindaco del nuovo ente istituito il 1 gennaio 2015 e ancora in fase di costruzione, partirà il 23 novembre a Chiavari, per concludersi a Genova l’1 febbraio 2017 dopo altri 5 incontri a Calvari (30 novembre), Torriglia (13 dicembre), Sant’Olcese (10 gennaio), Arenzano (17 gennaio) e Recco (24 gennaio).
“Chiameremo a raccolta – ha elencato la Ghio – le comunità locali, il mondo produttivo e del lavoro, le associazioni e anche gli studenti, in particolare quelli dell’ultimo anno delle superiori, perché riteniamo che il punto di vista dei giovani, spesso trascurato, sia indispensabile per costruire la città che saranno loro un domani ad abitare”.
Un chiarimento sul metodo di costruzione del Piano strategico è poi arrivato dal sindaco metropolitano Marco Doria, che ha replicato alla sollecitazione proveniente dal consigliere Arnaldo Buscaglia a favorire l’istituzione di un ‘comitato promotore della Città metropolitana’, ovvero una struttura di supporto alla redazione del Piano strategico formata da soggetti come fondazioni bancarie, Università, Camera di commercio e Confindustria, e a quella del consigliere Gian Luca Buccilli, che, esprimendo apprezzamento per il lavoro svolto dagli uffici della Città metropolitana che hanno costruito l’ossatura del Piano e dichiarando che la governance deve restare saldamente in mano al vertice politico della Città, ha suggerito la costituzione di comitati tecnico-scientifici che collaborino al Piano: “Sono tutte interessanti suggestioni, che si possono valutare e realizzare – ha osservato Doria – ma così come i piani regolatori li fa il comune, il piano strategico metropolitano lo fa la Città metropolitana, che deve esserne la protagonista assoluta. In ogni caso ben vengano tutte le consulenze che si ritengono utili, purché non economicamente onerose. In particolare ho preso contatti con la Fondazione Labò, che si occupa di pianificazione urbanistica, affinché possa collaborare alla stesura del Piano strategico”.
Il consigliere Buscaglia e la consigliera Laura Repetto, nella discussione seguita all’illustrazione del processo partecipativo del Piano strategico, hanno messo l’accento in particolare sulla necessità di un ricco programma di comunicazione dei contenuti del Piano, ma anche in generale delle attività della Città metropolitana e di quelle dei comuni che ne fanno parte. Buscaglia, a tale proposito, ha reclamato l’adozione di un Piano di comunicazione della Città metropolitana “che permetta di programmare le attività di comunicazione secondo un ordine di priorità”. Repetto ha ricordato a tale proposito che la Città metropolitana ha ereditato dalla Provincia “formidabili strutture di comunicazione, anche audiovisiva, che possono essere proficuamente utilizzate per comunicare ciò che fanno la Città metropolitana ma anche i comuni metropolitani”